“FESTIVAL DI SANREMO PIÚ POLITICIZZATO DELLA SUA STORIA”
Riceviamo e pubblichiamo.
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CULTURE SINISTRE
“Come volevasi dimostrare se mai ve ne fosse bisogno: TUTTO CIÓ CHE È DI SINISTRA DEV’ESSERE DIVERSO, ALTERNATIVO.
In questo inizio del 2013, a pochi giorni dalle elezioni, stiamo assistendo al Festival di Sanremo più politicizzato della sua storia, con la scenografia più brutta che si sia mai vista all’Ariston (… però è diversa!) con cantanti e canzoni in grado di evocare le più patetiche “Feste dell’Unità” (…però sono alternativi!) ed il tutto condito con una costante, insistente propaganda a favore dei matrimoni gay (…cavoli però, questo sì che è vero progresso!).
Dubito fortemente che l’idea di far cantare l’Armata Rossa a Sanremo sia stata di Toto Cutugno, anzi vista la piega che il festival ha mostrato sin dai primi minuti, c’è piuttosto la certezza che quell’dea “fortemente progressista” sia stata del Direttore artistico Fabio Fazio, che a questo punto avrebbe fatto meglio ad invitare Edoardo Bennato, per fargli cantare la celebre canzonetta “Burattino senza fili”, con la quale il “fazioso” presentatore avrebbe potuto ancor di più “autocelebrare” se stesso ed i suoi burattinai.
Tralasciando l’aspetto politico più eclatante, quello di Maurizio Crozza, abbondantemente contestato, ma senza risultato, penso che solo in un festival occupato dai Progressisti avrebbero potuto arrivare nella finale dei “giovani” (a scapito di una bella canzone come quella scritta da Lelio Luttazzi) un cantante che dice di voler essere abbracciato e toccato da un Postino virile (possibilmente peloso), ed un “Gruppo” dal nome degno della “Santa Inquisizione”: BLASTEMA, che ad intuito potrebbe essere la versione Latina di “Bestemmia”, o più semplicemente potrebbe essere il “nome scientifico” del tumore benigno al testicolo.
E così in questo festival del “dominio delle coscienze” da parte di chi ha ancora il coraggio di dire che durante il periodo Fascista la Cultura e lo Spettacolo venivano strumentalizzati per fini di propaganda, assistiamo ad un naturale ed automatico “prostrarsi” da parte dei conduttori di tutti i Talk Show della Televisione Pubblica, a questa edizione del festival ed in particolar modo al fazioso Direttore–Presentatore, con “elogi interminabili”, che somigliano ad un vero e proprio “lecchinaggio mediatico”.
Tutto ciò credo che non sarebbe potuto accadere se chi ha prepotentemente “occupato” il festival della canzone italiana, non avesse ancor prima “occupato” l’azienda per eccellenza dell’informazione Pubblica.
REPLICA:..….BRAVI COMPAGNI!”
Dino Girardi