IL CINEMA NUOVA FRONTIERA PER VALORIZZARE LA PUGLIA
“Il cinema è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio”. (Federico Fellini)
Ed è dedicato a quella che fu definita la settima arte l’incontro, avutosi nella prima serata di giovedì 11 aprile, presso il Chiostro del Comune ‘S. Domenico’. Un incontro organizzato dal Presidio del Libro e dall’associazione culturale Polifonie, e il cui ospite principale è Oscar Iarussi, critico cinematografico e docente di ‘Storia del Cinema Americano’, presso l’Università degli Studi di Bari.
Un incontro al quale partecipano Leopoldo Attolico – docente presso il liceo classico ‘P.V. Marone’ –, il giornalista Gianni Spinelli, e il giovane regista Vito Marinelli. Un incontro nel quale si parla di come la terra pugliese sia diventata una terra privilegiata per il cinema italiano: una terra di frontiera al pari dell’America. Tematiche affrontate dallo stesso Iarussi nelle sue pubblicazioni ‘Ciak si Puglia’, edita Laterza 2012, e ‘Visioni americane’, edito Adda 2012.
“La Puglia, dunque, come spazio dell’anima, come luogo in cui si intravede anche quello che non c’è […]”, in questi termini si esprime Orietta Limitone, responsabile del Presidio del Libro di Gioia del Colle, durante il suo discorso introduttivo. La Puglia come una regione ancora inesplorata, e che ha in se stessa dell’invisibile. La Puglia che, dopo il crollo del Muro di Berlino, è una terra di frontiera e di incroci.
Una terra protesa verso l’Oriente: “[…] bisogna guardare sempre al cuore caldo delle cose: noi siamo partecipi di una visione globale ed è per questo che siamo diventati interessanti”, così sostiene in riguardo Oscar Iarussi. E continua: “Noi non ce ne rendevamo conto, ma il Muro di Berlino scendeva fin giù, fino alle nostre coste […]”. Il giornalista e professore ricorda il primo esodo di migranti, che più appropriatamente bisognerebbe chiamare ‘naufragio’, sulle coste baresi.
Quel primo esodo con il quale nella nostra regione arrivò un mondo intero: “Ci cascò addosso un oriente molto vasto … un continente fatto di uomini, di storie diverse, e di shock […]”. Cita il premio Nobel Albert Camus, quando definisce se stesso “posto a metà strada tra la miseria e il sole”.
Ed il mar Mediterraneo è un luogo che, per Oscar Iarussi, è posto tra la miseria e il sole, ed è proprio per questo così affascinante e interessante. Ed in riguardo aggiunge: “Ho lavorato molto sull’idea di frontiera […] Noi non siamo soltanto una location fortunata, perché abbiamo saputo valorizzare quella storia. Abbiamo saputo ripercorrere quella storia e trasformarla in un percorso”. Ma alla domanda di Orietta Limitone sul se ci sono altri obiettivi da raggiungere, considerando che esistono realtà importanti come l’Apulia Film Commission e il Bifest; Oscar Iarussi risponde con tutta franchezza che non lo sa. “Sono contento della Film Commission, nonostante io non ne faccia più parte … Del Befest, invece, credo che sia una rassegna regionale. Direi provinciale che deve necessariamente essere rinnovata. Dovremmo riflettere su confini lontani”.