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LA GENIALITÁ ARTISTICA DI MIMMO CASTELLANO, IN MOSTRA

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mimmo castellano Immagine 7Nuovi territori espressivi”, questa la mostra di Mimmo Castellano che venerdì, 3 maggio sarà ospitata a Padova, nel Palazzo Angeli.

L’evento inserito nella rassegna “Padova Photo – Graphia” e realizzato in collaborazione con Archivio Fotografico Toscano e Gruppo Mignon, è curato da Angelo Maggi.

Il messaggio comunicativo e pubblicitario di Mimmo Castellano – afferma Maggi – diviene vera liturgia di consumi: dalla fotografia documentaria di alto valore estetico si pasmimmo-2 Page1sa alla parodia e alla simulazione. Nell’ardore sprezzante e innegabilmente rivoluzionario dei lavori esposti, si coglie pienamente la poetica di un’intera vita dedicata allo studio dell’immagine: dalla sacra oggettività della fotografia ai collegamenti ipertestuali post futuristi di singoli personaggi. Dall’accanita volontà di agire tra fotografia e graphic design prorompono le immagini di Castellano come elogio supremo alla creatività italiana”.

La percezione sensoriale può veicolare ma non dare risposte assolute in un primo approccio con la genialità pura di un grande artista, quale indiscutibilmente è Mimmo Castellano. Genialità per altro costruita su geometrie mentali che evocano neologismi comunicativi e sanno asservire il colore, pur riuscendo anche ad esprimersi con la sua assenza. Le sue creazioni dialogano “a pelle” con lo sguardo, regalano brividi, provocano e sfidano con beffarda logica, ipocrisie e idiosincrasie per poi sconvolgerne gli mimmo-5 Page1schemi ed incrinarne la sepolcrale, ingessata patina di perbenismo. Geometrie tridimensionali sovrastano l’umanità, miniaturizzata in stereotipi di pusillanime mediocrità, irriverenti geodi meccatronici ne ridisegnano il volto, per poi colonizzare gli “insopprimibili luoghi dell’immaginario fantastico” di un virtuale Eden. L’artista è il Creatore, non usa più fango e argilla ma assembla viti, manovelle, rondelle, tubi e seducenti molle tirabaci. Compone e scompone volti soffusi di ibrida comicità, allusivi, ammiccanti, genialmente irriverenti, sorpresi in angolazioni impossibili, ricade nella tentazione di umanizzare le sue creature, persevera nella sua ricerca di dissacrante perfezione. Ma, per quanto imperfetto, banale, scontato, oppresso da un perenne presagio di caducità, collegato ad un timer divino, l’uomo rifugge il freddo metallo dell’eternità e torna protagonista in carne e scheletriche ossa. L’artista irride ancora una volta ipocrisie e falsi moralismi, svelando con ruvido, grafico sarcasmo, gli scheletri nascosti negli armadi di una politica grottesca, ripiegata su se stessa, anni luce distante da una realtà drogata dai media, fustigata dall’indifferenza, crocifissa da false lusinghe e clientelari illusioni.

Immagini tratte da “False generalità di proiezioni ortogonali” di Mimmo Castellano.

 

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