QUALITÁ URBANA. CON PRO.DI.GIO. SI MUOVE LA CITTÁ-video
Parlare di qualità urbana in una giornata che inneggia alla sostenibilità e farlo nel “salotto buono” della città, in via Roma, ingessata da un restyling che pare non piaccia a nessuno: questa una delle iniziative con cui Pro.di.gio. scende in campo domenica, 19 maggio.
Introduce Donato Lucilla con una lucida analisi sull’attuale “assenza” di qualità nella progettazione della città e sulle difficoltà incontrate nel proporre anche nelle sedi opportune, proposte costruttive.
“Molti provvedimenti che dovrebbero essere discussi nelle Commissioni – dichiara il consigliere – vengono proposti direttamente in Consiglio, svilendo la funzione delle stesse. Di proposte e soluzioni ne abbiamo suggerite tante, tutte volte al risparmio del denaro pubblico, ad esempio sull’esternalizzazione del servizio tributi, sulla gestione degli impianti sportivi, sui costi del trasporto pubblico, sui lavori relativi alla chiusura del passaggio a livello di via Dante, presso cui sono previsti due ascensori di cui andrebbe verificata la reale utilità, sia per i costi che per la manutenzione e l’impatto urbanistico, un ulteriore spreco di denaro pubblico su cui né la città né chi la rappresenta ha potuto far sentire la sua voce. Abbiamo chiesto all’ing. Laruccia, dirigente dell’U.T.C. i dati relativi all’abusivismo edilizio e ad irregolarità nelle aree edificabili, lo stesso ci ha risposto di non poter impegnare i dipendenti in queste ricerche e di inoltrare una richiesta di accesso agli atti per ogni singolo provvedimento, di fatto vanificando la nostra legittima richiesta. Oggi l’Amministrazione si accinge a progettare il Piano Urbanistico da cui dipende il futuro della città e noi abbiamo deciso, come fatto a marzo in piazza Plebiscito e ad aprile nel Chiostro, sia pur su temi diversi, di aprire un dialogo con i cittadini”.
Si parte con una domanda: “Crediamo di poter svolgere un ruolo attivo nelle scelte progettuali per la trasformazione della nostra città?”
La risposta di chi da sempre subisce le scelte dell’Amministrazione di turno con l’asseverazione dell’Ufficio Tecnico, è scontata.
Daniela De Mattia non ha dubbi: “Bisogna riappropriarsi della propria città, di quegli spazi pubblici in cui trascorriamo il nostro tempo libero, di quelle strade che percorriamo quotidianamente. La città del futuro non potrà essere una “nuova città” poiché le costruzioni del nuovo sono sempre più limitate e mirate. Gioia del Colle, nel futuro, sarà invece il risultato delle trasformazioni della città attuale e della giusta valorizzazione della città storica. Questo processo di trasformazione e riqualificazione deve tornare a coinvolgere tutti i protagonisti del vivere urbano: amministrazione, tecnici e cittadini tutti”.
“Potrà sembrare una visione utopistica – continua Daniela, giovane architetto e preziosa risorsa di Pro.di.gio. -, mi si potrà ribattere che è difficile “ascoltare” le necessità di tutti e che molti non hanno intenzione di partecipare.
Da qui l’importanza di dar vita ad un processo di partecipazione attiva attraverso il quale “costruire un dialogo costante sulle idee, sulle visioni, sui “sistemi” della città, in modo da coinvolgere i cittadini nella fase progettuale e non a cantieri avviati senza preavviso o attrezzature per il gioco dei bambini installate senza collaudo”.
Una soluzione la De Mattia la propone, anche in risposta a chi, nel Palazzo, continua ad accusare l’opposizione di “non essere propositiva nel merito”, una soluzione semplice quanto efficace… “osservare i cittadini, registrarne gli spostamenti, verificarne le esigenze attraverso studi specifici dei flussi del traffico, delle presenze negli spazi pubblici, studi demografici e censimenti sulle problematiche. L’amministrazione ha costantemente “sotto gli occhi” il modo in cui i cittadini vivono la città, ha la possibilità di monitorare parcheggi, verde attrezzato, luoghi pubblici…”.
“Gli studi di fattibilità in urbanistica – continua l’architetto – servono proprio a questo, a verificare lo stato di fatto, i costi e le previsioni di gestione delle opere”.
“I cittadini sono già i promotori della trasformazione urbana ogni qual volta scelgono di frequentare un luogo o di affollare una strada, ogni qual volta si registrano aumenti di denunce per danneggiamenti causati dallo stato di strade o spazi a verde, ogni qual volta si verificano incidenti per attraversamenti pericolosi, ogni qual volta, dinanzi alle scuole, si vede aumentare il degrado.
Ricorrendo ad una metafora, questi fenomeni sono i sintomi dei problemi di una città, che spesso il paziente non sa descrivere, e se un medico non sa fare la giusta anamnesi, non sa porre le giuste domande e non sa cosa osservare, è impossibile trovare la cura”.
“Il progetto per la “Riqualificazione urbana di via Roma e piazze collegate” rispondeva correttamente a questa domanda, dimostrava una visione estesa della città ed una prospettiva nuova per quanto riguarda la mobilità e la qualità degli spazi pubblici, collegando Piazza Kennedy con Piazza Luca D’Andrano”.
La riqualificazione nasce da un Concorso di Idee del 1996, nel 1998 viene designato vincitore l’architetto Giacinto Donvito e nel 2000 viene approvato il progetto definitivo, suddiviso in stralci in quanto troppo costoso.
“Si parte dal tratto pedonale di via Roma, poi Piazza Luca D’Andrano ed ora lo stralcio di progetto denominato “Piazza Kennedy e via Roma carrabile”. Lo stesso titolo conferma che il tratto di Via Roma, partendo dal Liceo Classico fino a Piazza Kennedy, era considerato un tratto carrabile, il progetto iniziale, infatti, non prevedeva la sua completa pedonalizzazione, ma la riqualificazione dei marciapiedi ed una estesa area pedonale solo presso Piazza Kennedy”.
“Il mese scorso, il cantiere è stato avviato senza alcun preavviso. Immediate le proteste dei residenti e dei commercianti della zona per la segnaletica installata, che non è mai stata la segnaletica provvisoria per i lavori in corso e che rendeva via Leonardo da Vinci un vicolo cieco”.
“In corso d’opera, il progetto inizia a modificarsi, si realizzano dei tratti di raccordo tra la nuova pavimentazione di via Roma e via Leonardo da Vinci e via Celiberti e si comunica che queste due strade resteranno collegate da un tratto carrabile. Compaiono allora ben venti dissuasori fissi in pietra, ben diversi dai due dissuasori mobili previsti dal progetto iniziale solo per delimitare il tratto pedonale esistente di via Roma. I dissuasori fissi delimitano una curva di raccordo tra via Leonardo da Vinci e via Celiberti, lasciando intendere che la restante parte di via Roma resterà pedonale. Il cantiere avanza ed all’incrocio con via Ludovico Ariosto viene realizzato un attraversamento pedonale ed un raccordo con la pavimentazione di via Roma”.
“Il tratto di via Roma tra i dissuasori dinanzi al Liceo e piazza Kennedy sarà allora pedonale o carrabile? Forse lo si sta ancora decidendo? Perché posizionare venti dissuasori fissi – si interroga la De Mattia – se poi sarà comunque carrabile? Perché pavimentare tutti quei metri quadrati di strada con i relativi costi, se poi sarà carrabile come previsto dal progetto iniziale?”.
Altro non sense il raccordo in curva delimitato dai dissuasori ristretto, invece di essere, come logica vorrebbe, ampliato, né vi è traccia di segnaletica conforme alle norme del Codice della Strada sul tratto pedonale e sul tratto carrabile, inesistenti gli accorgimenti progettuali obbligatori per disabili e ipovedenti e nessuna “illuminazione” notturna “rasoterra” per i dissuasori, per altro più alti del dovuto.
“L’idea di favorire una mobilità sostenibile, decongestionare gli spazi pubblici dal traffico – conclude Daniela De Mattia -, è sicuramente corretta e da perseguire, però si devono considerare alcuni fattori. Il tratto pedonale (forse) di via Roma sarà lungo complessivamente circa 300 metri, creando un limite alla mobilità delle auto e degli autobus. Bisognerà trovare un modo per favorire la fruizione pedonale di via Roma, permettendo ai cittadini di lasciare le macchine nelle vicinanze e creare spazi idonei ad ospitare eventi o favorire la sosta dei cittadini per evitare che la strada resti poco frequentata nelle ore serali”.
Chiude la serata Pierluigi Mancino, ribadendo le motivazioni che portano Pro.di.gio. a scendere per strada e anticipando i temi dei prossimi incontri.