SAN FILIPPO. INDAGINE TRA I GIOVANI SULLA FESTA
Si è appena concluso il mese di maggio, portandosi via le feste religiose più care ai gioiesi: parlo delle celebrazioni riguardanti la Nostra Signora Sovrana, la Madonna, Regina del mese di maggio e consolatrice di tante persone che si affidano a lei amorevolmente, come ad una madre in cerca di consigli.
Maggio è anche il mese tanto atteso dai gioiesi per la festa del Santo Patrono, San Filippo, il Santo degli umili, dei giovani e direi del predicatore della gioia e della più autentica felicità, quella dell’innocenza.
La festa di San Filippo è una festa molto attesa, una tradizione viva ed aggregante che fa riscoprire i valori della fede e della tradizione. Ma a chi si rivolge? Ai giovani? Magari fosse cosi, per loro, sì, è una festa, un giorno di vacanza a scuola, un meeting tra amici per fare il solito giro al luna park, nella speranza di avere dei biglietti omaggio, perché le giostre costano e tanto anche, per cui a molti non va di sprecare tanto denaro, specie in tempi di crisi. E la festa religiosa?
“Ma sa prof. io non credo tanto, anzi sono credente, ma non praticante”. Questo nella maggior parte dei casi, altrimenti “sono ateo”, nel senso che “dopo la ‘Prima Comunione’, mi sono allontanato dalla Chiesa”.
Questo è il risultato di un’indagine fatta subito dopo la festa del Santo Patrono.
Eppure io vi dico che non è realmente cosi perché io ho visto dei giovani in Chiesa, forse una visita fugace, prima di correre alle giostre, comunque c’erano. E’ che non si può sempre ammettere che si va in Chiesa, che si seguono certi valori, sono pochi coloro che ammettono liberamente di essere attratti dalle attività proposte dalle comunità cattoliche. Su questo si potrebbe discutere per ore, ma ciò su cui vorrei soffermarmi è proprio sui festeggiamenti e sull’organizzazione, in generale.
Quanto è stato sostenuto questo Comitato nell’organizzazione? Credo poco, se si considerano i tagli dell’Amministrazione comunale e la scarsa raccolta di denaro offerto dai cittadini stessi.
Di sicuro ci sono stati membri del Comitato, veramente molto attivi, del resto la festa è stata molto apprezzata, specie per quei tocchi innovativi, per la semplicità ed armonia delle luminarie, compresa la tanto discussa cassa armonica, per l’emozione provocata dai fuochi pirotecnici lì, nella stessa piazza dove si sono avvicendate varie attività.
L’aspetto religioso sicuramente di alto valore, tante processioni nei vari quartieri di Gioia, a partire già dal mese precedente, per portare il Santo nelle chiese, nelle strade, in mezzo alla gente, presenza e riferimento per la preghiera e la riflessione. La messa dedicata agli ammalati, l’attenzione ai poveri, sono stati i momenti in cui si sono intrecciati aspetti e momenti di grande sensibilità, generosità e religiosità. Bello l’effetto scenico della consegna delle chiavi, accompagnata dal suono delle trombe che intonavano le famose note trionfanti dell’Aida.
Se la musica della Grande Orchestra di Conversano o di Gioia del Colle ha attratto e inchiodato in Piazza Plebiscito i soliti appassionati della musica classica, nonostante la freschezza pungente della serata, il vero punto di forza della festa è stata la performance di “Lui e gli amici del Re” un concerto che, con il repertorio delle canzoni di Adriano Celentano, ha dato vita ad una inaspettata festa di piazza coinvolgendo giovani e meno giovani, donne e uomini, musica live ed una piazza gremita di gente esaltata al ritmo di “Con 24.000 baci” …, gente che dopo la mezzanotte, alla fine del concerto, con quasi naturale coinvolgimento, si è girata dall’altra parte della piazza ad assistere allo spettacolo pirotecnico che chiudeva una bella festa che era riuscita a riscattarsi da quelli che potrebbero essere stati i commenti iniziali.