DISTURBO QUIETE PUBBLICA E PROTESTE. CHI INTERVIENE?
Da più parti giungono segnalazioni relative al disturbo della quiete pubblica.
La più “sentita” – in tutti i sensi – è la denuncia di un residente in via Bartolomeo Paoli, L.S., il quale ha più volte invitato i Carabinieri ad intervenire, essendosi protratta fino a notte inoltrata l’animazione musicale della pizzeria sita in via R. Canudo, in linea d’aria a pochi metri dalla residenza dell’uomo.
“E’ un atteggiamento di estrema inciviltà disturbare la quiete notturna tenendo ad altissimo volume la musica e non solo di sabato sera ma anche in settimana. Ho più volte chiamato le forze dell’ordine che però si sono dimostrate infastidite dalle mie sollecitazioni, e questo nonostante, l’art. 659 del codice penale preveda che per “disturbo della quiete pubblica per mezzo di schiamazzi o, in generale rumori non dovuti” o “esercizio di un’attività rumorosa in violazione di leggi o regolamenti” gli esercenti che infrangono questa norma possano essere puniti con l’arresto fino a tre mesi o con un’ammenda da 103 a 516 euro. Nonostante ciò, per il quieto vivere di chi dovrebbe far rispettare la legge, i cittadini continuano a subire quello che, a mio avviso, è un vero e proprio sopruso”.
E non è l’unico caso! In via Marte insistono ben due locali commerciali, uno di essi “frequentato fino all’alba da ragazzi“.
“La mia abitazione è a ridosso del bar – afferma una residente – e per tutta la notte c’è un via vai di giovani che urlano, ridono e fanno schiamazzi, spesso si ubriacano ed entrano nella strada di casa per fare i propri bisogni, lasciano bottiglie per terra, imbrattano tutto, qualche volta troviamo persino tracce di vomito, tra di loro anche giovanissime ragazze. Una sola volta mi sono permessa di chiedere che facessero silenzio e per dispetto hanno alzato ancora di più la voce, aggredendomi verbalmente. Nel quartiere ci sono anziani e persone malate, non hanno nessun rispetto…”.
L’ultimo episodio risale al 9 luglio, questa volta nel quartiere della Parrocchia dell’Immacolata. Una residente extracomunitaria di origine magrebina ha protestato vivamente a seguito del chiasso causato dai parrocchiani riunitisi in festa nel giardino della chiesa.
“Mio marito si sveglia alle quattro per andare a lavorare, come può riposare con tutto questo chiasso? Con la crisi invece di pensare alle feste bisognerebbe tutelare chi lavora”.
Gli organizzatori, interpellati in merito, hanno confermato di aver spento gli altoparlanti alle 23.30, addirittura in anticipo rispetto a quanto previsto dalla norma, proprio per rispetto di lavoratori e anziani.
La legge fissa la soglia di 35 decibel per i rumori notturni. Tale soglia, che scatta dopo le ore 24.00 e vale tutto l’anno, di fatto vieta dopo la mezzanotte feste e manifestazioni, che finiscono per superare tali valori di soglia. Su segnalazione anche di un singolo cittadino, la Polizia Municipale o i Carabinieri sono tenuti ad applicare le sanzioni per disturbo della quiete pubblica e schiamazzi notturni, nonostante i permessi del sindaco e del comune sui quali prevale la normativa nazionale. Oltre alle multe, tra le sanzioni più severe ci sono il ritiro della licenza commerciale e la chiusura dell’attività.
(foto di repertorio)