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PORTE IMPERATORE. DISTRUTTA OPERA DI GINO DONVITO-foto

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distrutta opera gino donvitoDomenica, 2 settembre, ore 23.45. Si chiude la due giorni dedicata alle “Porte dell’Imperatore”, seconda edizione di cui a breve si andrà a scrivere.

Al di là della riuscita dell’evento, sulla cui bontà non vi è, né vi era alcun dubbio, alcune note a margine per sottolineare lo scempio compiuto su una delle porte dipinte lo scorso anno in via Barba, a firma di Gino Donvito.

Nella prima mattinata di domenica, uno degli eredi del proprietario del locale – sollecitato dalla consorte – ha smaltato di grigio l’emblema federiciano dipinto da Gino Donvito che in tanti, in questo anno, hanno ammirato. Il nefasto atto è stato compiuto in previsione della vendita del locale, per “ripulire la porta” e uniformarla al grigio del finestrino.

A nulla sono valse le richieste e le preghiere dei numerosi presenti di ripensarci, di valutare il valore aggiunto dell’opera allo stesso immobile, di accettare di poter sostituire la porta…

Nel tentativo disperato di salvare il dipinto, si è giuntidistrutta opera gino donvito anche a tentare di dissuadere il proprietario prendendo posizione, diffidandolo dal procedere con le pennellate, in attesa di valutare ipotesi alternative.

Lo stesso consigliere provinciale Claudio De Leonardis, giunto sul posto, ha proposto di sostituire la porta a proprie spese e tentare di recuperate il dipinto coperto dalla vernice.

Mario Pugliese, profondamente scosso, incredulo e infine anche legittimamente adirato, in ogni modo ha tentato di dissuadere il proprietario, ma senza successo.

Decine di persone hanno assistito al diverbio, alle 8.30 di domenica mattina, attratte dai toni alti della discussione.

Durante la notte, per altro, ragazzi armati di accetta hanno “affettato” le foglie di fichi d’india appese a mo’distrutta opera gino donvito di decorazione, installazioni fotografate nel corso della conferenza stampa, e portato via i peperoncini (DA QUESTA SERA SPAZIO ALLE “PORTE DELL’IMPERATORE”-foto).

Atti di vandalismo da addebitarsi ad una ragazzata che, insieme allo scempio operato sulla porta dipinta da Donvito, hanno steso un’ombra di amarezza e sgomento su un evento a lungo atteso e per cui tanto si è lavorato.

Intorno alla mezzanotte, mentre la bann di fav bianc ripete per l’ultima volta la sua allegra marcetta e gli ultimi visitatori si attardano, chiedendo se il giorno dopo la manifestazione continuerà, in un clima a dir poco surreale Mario Pugliese, Claudio De Leo, Mimmo Milano ed altri “aiutanti” – visibilmente provati dallo sciagurato sfregio inferto ad una delle più preziose “porte” -, smontano fari, impilano seggiolini, restituiscono ai suoi abitanti un borgo impreziosito da nove nuove “porte”, di cui una tra le più belle dipinta “fuori concorso”.porta andrea gatti

E’ Andrea Gatti l’autore della spada che proietta la sua ombra sul gradino in pietra dipinto sulla porta di un piccolo vano caldaia, quasi nascosto in uno dei vicoli su cui si affaccia Spazio UnoTre.

Il diciassettenne artista “vocato” alla pop art, mostra di aver colto nel segno e percepito lo spirito dei luoghi e del “pretesto storico” e con sorprendente maturità identifica nella spada – simbolo di potere e forza, gloria e morte, “croce” templare di medioevali olocausti – e nella sua ombra, proiezione del potere sull’impero, la più significativa delle allegorie federiciane.

Alla luce di quanto successo, per non mortificare e vanificare l’impegno degli artisti e di chi in loro ha riposto fiducia, si spera che questa e tutte le altre opere vengano “protette” da insani gesti operati in nome e per conto del titolo di proprietà, tutelando i pittori e le istituzioni che hanno investito in questo innovativo progetto, per arricchire il patrimonio artistico della città.

Per il contributo fotografico si ringraziano Mario Di Giuseppe, Fabio Guliersi e Mimmo Milano.

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