LA MAGGIORANZA, MESSA IN MINORANZA, INIZIA AD AGITARSI
Una seduta di Consiglio Comunale dalle due facce quella che si è tenuta lunedì 13 settembre 2010. Iniziata con circa mezz’ora di ritardo, rispetto all’orario previsto in sede di convocazione (9.30), è filata liscia senza scossoni fino alle 15, ora in cui il consigliere Tommaso Bradascio ha chiesto di effettuare la consueta sospensione pomeridiana.
Una prima parte in cui la maggioranza ha approvato metà degli argomenti inseriti all’ordine del giorno, come la ratifica della delibera inerente la sagra della mozzarella, i debiti fuori bilancio e il conseguente assestamento di bilancio. Un avvio spedito che faceva presupporre una ripresa altrettanto fluida, dinamica.
E così è stato, almeno fino alle 17.45, ora in cui qualcuno dell’opposizione si è reso conto che i consiglieri di maggioranza, presenti in aula, non garantivano da soli il numero legale (11 su 20) per rendere valida la seduta consiliare, anche in assenza dei colleghi della minoranza.
Una ulteriore veloce conta dei presenti, una piccola discussione tra i banchi dell’opposizione per convincere chi riteneva inopportuno far decadere il numero legale, e la decisione di abbandonare l’aula, finalmente uniti e compatti anche se mugugnanti, con conseguente quanto inevitabile scioglimento del consiglio comunale.
Erano da poco passate le ore 18 quando il vicepresidente del consiglio, Vincenzo Lamanna, nel dichiarare chiusa la seduta, informava, non senza polemiche, che i restanti punti all’ordine del giorno, riguardanti il regolamento videosorveglianza, la stagione teatrale, il cimitero e la convenzione con l’Universus, sarebbero stati discussi, così come previsto dal regolamento comunale, nella seduta aggiornata dello stesso consiglio, indetto in 2^ convocazione, fissata per mercoledì 15 settembre.
Un fulmine a ciel sereno, quindi, che ha prodotto roventi strascichi polemici tra i consiglieri di maggioranza presenti e il sindaco, rimasti a discutere animatamente, su quanto accaduto, per alcune ore.
Una situazione certamente non idilliaca all’interno della maggioranza, manifestatasi non solo con l’assenza di suoi tre consiglieri (Tisci, Tuccillo, Milano), ma precedentemente rafforzata anche dal consigliere Mauro Mastrovito che, nel corso del suo intervento, ha minacciato di rinunciare alla delega assegnatagli qualora la giunta continuasse a perseverare in un incomprensibile immobilismo decisionale in materia di interramento binari, polo logistico, piano strategico.
Un malessere su cui abbiamo voluto ascoltare il parere del segretario della locale sezione del PD, Enzo Cuscito, che così si è espresso:
“La mancanza del numero legale in seno alla maggioranza è la dimostrazione delle infinite contraddizioni di cui è vittima. Al suo interno, infatti, si agitano due anime. La prima, che fa capo al Sindaco e all’Assessore ai Lavori Pubblici. Un gruppo blindato, dove prendono corpo le decisioni che contano. La seconda, più ampia, per nulla coinvolta nelle scelte, chiamata solo a sancire, con il voto di Consiglio, decisioni già prese altrove, costretta così a fare buon viso a cattivo gioco pur di non mostrare all’esterno la propria ininfluenza. Uno stato delle cose che non può reggersi, soprattutto se, responsabilmente, da parte della seconda, verrà chiesto coraggiosamente di rendere più condivise e trasparenti le scelte di governo, indebolendo quel grumo di potere, compatto attorno al primo cittadino, che impedisce alle decisioni prese di manifestare la loro trasparenza o meno. L’assenza di alcuni membri della maggioranza e l’animata discussione creatasi, a Consiglio sciolto, tra alcuni componenti del centrodestra, è un primo, chiaro segnale. La richiesta di rimozione di alcuni assessori sarà il secondo atto”.