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“LO STUPRO DI LUCREZIA” DI SHAKESPEARE AL ROSSINI

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resizer.jsp Giovedì, 28 novembre alle 21 al Teatro Rossini andrà in scena “Lo stupro di Lucrezia” di W.Shakespeare, rappresentazione del teatro Dionisio, cui i minori potranno assistere con il consenso dei genitori, per la presenza di scene di nudo.

“Lo Stupro di Lucrezia” venne pubblicato nel 1594, l’anno successivo alla stampa del poemetto gemello “Venere e Adone”.

I due poemi sembrano formare una specie di dittico simmetricamente contrappuntato, in cui la seconda tavola rovescia la prima: dallo sfondo giorgionesco del primo con conigli, cani, cavalli e cinghiali si passa ad un tragico notturno, immerso in una livida oscurità caravaggesca squarciata dalla luce di una torcia. Per il grande poeta inglese Ted Hughes, autore di un visionario e misterico saggio/poema Shakespeare and The Goddess of Complete BeinValter-Malosti-Lo-stupro-di-Lucreziag, questi poemetti, scritti quando i teatri londinesi erano chiusi per la peste, sono la base in cui individuare idealmente tutta la strategia poetica e i fondamenti metafisici dell’intera opera shakespeariana. La storia di come Tarquinio stupri Lucrezia, invasato di lei dopo le lodi del marito Collatino all’interno di una bizzarra gara tra generali, e di come il suicidio della vittima spinga il popolo romano a ribellarsi e a liberarsi dal giogo della tirannia monarchica era stata succintamente narrata da Tito Livio e Ovidio e poi da Chaucer.”

In Shakespeare – afferma Malosti – la voce della donna si dilata e diviene uno dei più alti esempi di meditazione sulle conseguenze dello stupro visto dalla parte di una donna, attraverso un’ingegnosa serie di lamentazioni, introspezioni, allegorie, invettive contro il Tempo, la Notte, l’Occasione, e in una ekphrlostuprodilucrezia2_600xfreeasis che è capolavoro assoluto: la descrizione di un quadro di argomento troiano memore forse di Giulio Romano e di Mantova, in cui il sacco della città diviene la sua propria violazione. Lucrezia e il suo suicidio provocarono vibranti polemiche e contrapposizione sul giudizio morale da dare a questa figura esemplare all’interno del mondo cristiano, vera “causa celebre” della casistica (vedi Agostino: «ammazzando sé stessa ha ammazzato un’innocente»).”

“Shakespeare qui dispiega la sua potentissima lingua e la capacità geniale di mescolare l’orrore all’anti-tragica parodia, con una specie di equilibrio incantatore che ci inghiotte nella musica delle parole senza concederci una qualche sospensione liberatoria. Una lingua tesa, turgida che sarà resa in italiano attraverso l’adattamento teatrale di Valter Malosti tratto dalla recente traduzione in endecasillabi di Gilberto Sacerdoti.”

Spettacolo e adattamento teatrale di Valter Malosti
Interpreti: Valter Malosti, Alice Spisa, Jacopo Squizzato
Suono e luci: Gup Alcaro
Costumi: Federica Genovesi
Cura del movimento: Alessio Maria Romano
Assistente alla regia: Elena Serra Teatro di Dioniso

 

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