LE TANTE POVERTÀ INVISIBILI, VISSUTE CON DIGNITÀ
La vigilia di Natale nel primo pomeriggio, nei pressi dell’Eurospin, una donna tra i 60 e i 70 anni, con fare furtivo rovistava in uno dei due bidoni della spazzatura, selezionando scarti di verdure e cibo che posizionava in alcune cassette di plastica bianche, per poi portarle via.
Era quasi totalmente nascosta dal bidone, nonostante il freddo pungente, indossava un semplice maglione, il viso chinato, nascosto dai capelli.
A terra, imberrettato, con il suo bastone e una borsa, un altro anziano chiedeva l’elemosina. La sua era una scelta di vita, sul viso il sorriso scanzonato da uomo vissuto e sopravvissuto per strada da sempre, in nome della libertà.
Una scena che fa riflettere sulle tante povertà non esibite nelle Caritas o presso i Servizi sociali, luoghi presso cui chiedere e più spesso pretendere aiuto, ma vissute con vergogna, quasi fossero un marchio di infamia e non desolata disperazione.
E di anziani che rovistano all’alba tra i rifiuti ve ne sono tanti anche nella nostra città, ben più di quanti si potrebbe pensare. Non inciampano nelle buche chiedendo costosi risarcimenti, né frequentano il banco alimenti del Centro di Ascolto, la dignità è la loro unica ricchezza.
Giornalmente i supermercati sono presidiati da mendicanti, molti dei quali di colore, impegnati nella quotidiana questua per sbarcare il lunario, pur se giovani e di certo in grado di svolgere un lavoro, se davvero lo volessero.
Alcuni educati e composti, sono spesso pronti a dare una mano nel trasporto delle buste colme di spesa, sono visi noti, quasi familiari… altri con fare più arrogante, quasi fosse dovuto dar loro qualcosa, sono pronti ad inseguire il cliente che spesso si rifugia in auto, irritato.
Ve n’è uno, Micael, che spazza e tiene pulito il piazzale di Lidl tutti i giorni, non compra alcool o birre né esibisce telefonini costosi, ma acquista beni di prima necessità che spedisce a casa, alla sua numerosa famiglia. Ha una laurea ed è un rifugiato politico, si sposta in bici e per tutti ha un sorriso: congiunge le mani, si inchina e augura buona giornata, senza nulla chiedere. C’è chi ripone in auto la spesa e lo cerca per dargli uno spicciolo, una brioche o un succo di frutta.
Ed ancora zingari, li si incrocia alla stazione, con bimbi scalzi, vestiti con abiti lerci e laceri eppur sorridenti e giocosi.
La loro mamma poco prima era accanto ad uno dei contenitori bianchi nei pressi della piazzetta della Croce, estraeva rapidamente e alla rinfusa alcuni indumenti, cercando quel che le serviva e lasciando a terra il resto.
Scene di ordinaria povertà in questi giorni di festa e non solo… in un mondo che idolatra gli sprechi e il superfluo. Buon Natale!