DONATO STOPPINI INTERVISTA IL SINDACO SERGIO POVIA
Parte dei gioiesi è in rivolta per le cartelle Tares sbagliate. Di chi la colpa? Della Cerin, del consigliere delegato Falcone o dell’Ufficio Tributi? Basta chiedere scusa per recuperare il loro consenso?
– In punto di diritto, la Tares – istituita a livello nazionale – obbliga la copertura dei servizi comunali di igiene pubblica/rifiuti. Essa si compone di una quota fissa, dipendente dai metri quadri dell’abitazione e da una tariffa variabile, proporzionale al numero degli occupanti. In punto di fatto, è evidente che molte delle cartelle emesse contengano errori nell’applicazione della quota variabile del tributo. Stiamo accertando le motivazioni che hanno generato le anomalie di calcolo. Una volta acclarate le responsabilità, certamente cureremo una nota di censura per l’inconveniente arrecato a centinaia di contribuenti. Non so se basta chiedere scusa, certamente è stato un atto dovuto. Tuttavia il punto è e rimane accertare tempestivamente quali e quante cartelle siano corrette e quante siano affette da errori nelle procedure di calcolo. Nessuno vuole e vorrà chiedere ai cittadini più di quanto spetta loro versare. Da questo punto di vista, ci tengo a tranquillizzare ulteriormente i contribuenti.
Come intende comportarsi con la Ce.r.in? Ci sono gli estremi e la volontà politica per attuare la procedura di infrazione, così come richiesto dai consiglieri Cuscito e Lucilla?
– Ripeto, in questa fase stiamo accertando il profilo di responsabilità. Successivamente agiremo secondo le norme e di ciò renderemo edotti il Consiglio Comunale e la cittadinanza.
Perché firmare il contratto con la Ce.r.in se era in atto una richiesta di Referendum Popolare? Dopo quanto accaduto, si è pentito di aver firmato ugualmente?
– Non ho siglato nessun contratto e comunque chi ha firmato lo ha fatto sotto riserva di legge. Mi limito ad osservare che nessuno degli altri partecipanti ha intrapreso formale opposizione all’esito di gara.
La “vox popoli, vox dei” sostiene che l’ex vicesindaco continui a ricevere i cittadini negli uffici comunali, Le risulta? E se sì, a quale titolo?
– Ventaglini frequenta il Palazzo di città in ragione del suo ruolo di coordinatore cittadino dell’UDC. Non mi risulta riceva negli uffici comunali.
Rispetto ai precedenti mandati, del 1995 e 2004, cosa non sta funzionando nel merito e nel metodo nella macchina amministrativa e nel suo rapporto con la città?
– Rispetto all’esperienza 95-2004 i tempi sono profondamente cambiati. Allora il Comune poteva contare su un numero maggiore di dipendenti e su risorse economiche molto più consistenti. È evidente che la carenza di personale e di risorse economiche riverbera sull’Amministrazione Comunale responsabilità politico-gestionali. A questo si aggiunge la difficoltà di dialogare con la città, dovuta anche alla difficile condizione socio economica di Gioia del Colle. È sufficiente rammentare i dati sull’occupazione complessiva e quelli sulla disoccupazione giovanile, la crisi del settore lattiero caseario – trainante negli anni scorsi – e del manifatturiero in senso più generale, il ruolo sempre più presente che i Comuni svolgono verso i cittadini amministrati (“tasse”). Tutto questo non aiuta chi governa e permette a coloro che stanno fuori di contribuire ad esacerbare i toni senza proposte concrete.
A chi evidenzia la sua lontananza dai problemi in cui versa Gioia e i cittadini e che il suo unico interesse sembrerebbe sia rivolto al mondo degli appalti legati all’edilizia, cosa risponde?
– Posso rispondere a valutazioni così idiote? Chi vuole approcciare con realismo alle criticità del nostro territorio (mancanza di investitori, occupazione, servizi) sa bene che l’unico ristoro al PIL (Prodotto Interno Lordo) è reperire fondi per opere pubbliche e infrastrutture. Mi chiedo, sarebbe meglio non avere nulla? Vorrei rammentare che dei quasi 18 milioni di euro che saranno utilizzati nel prossimo semestre, solo una parte ridottissima è a carico del bilancio autonomo dell’Ente. Per altro questi progetti sono inseriti nel piano triennale delle opere pubbliche.
Nonostante l’aiuto dato al neo segretario del Pd per la sua e altrui elezione, non risulta che lo stesso abbia annullato la decisione del partito di uscire dalla sua maggioranza. Come se lo spiega? Quali sono i suoi rapporti con il Pd locale?
– Mi sono già espresso sull’argomento. Il PD è una cosa seria. C’era bisogno del ricambio generazionale e sono sicuro che il PD sarà forza responsabile nel rilancio di questa città.
Ad oggi, a distanza di mesi, non ha ancora convalidato le dimissioni dell’assessore Piera De Giorgi, né ha provveduto a sostituirla. Per quale ragione?
– Non farei il processo alle intenzioni: stiamo valutando come meglio operare.
A che punto sono le beghe legali dell’Ente in merito alle Zone F e all’annullamento dei vari Pdc? In che direzione ci si sta muovendo? Novità per la Coop?
Stiamo difendendo i provvedimenti e l’idea di sviluppo della nostra città. Vorrei ricordare a tutti cosa era Gioia del Colle nel 1995, senza servizi e con satelliti urbani esplosi qui e là, con la statale 100 ancora tale che divideva in due il paese. Oggi le periferie desolate e desolanti di un tempo sono certamente più integrate nel tessuto urbano. Sono ancora persuaso che i servizi innalzino la qualità della vita dei cittadini, creino utile, aggregazione sociale e migliorino la percezione di un luogo. Sono ancora persuaso che un cinema, un impianto sportivo, un supermercato rappresentino valore aggiunto per tutta la comunità. Sono ancora persuaso che perderli in nome di ottuse, nichiliste e repressive interpretazioni di legge sia un grande sfregio, non solo occupazionale, che facciamo al nostro territorio e alle generazioni future. È cambiato radicalmente negli anni il modo di concepire il nostro tempo libero. Oggi ad esempio i centri commerciali sono vere e proprie piattaforme multiservizi sempre straboccanti di gente nei week end. E’ paradossale non considerarli un servizio per la collettività, un occasione tangibile di rilancio del territorio da molti punti di vista.
Dopo le tante promesse elettorali, non sue, ma di quasi tutti i suoi alleati, di non chiudere il passaggio a livello, come ha fatto a convincerli a ritornare sui loro passi?
– Io punto sempre al merito delle questioni. Avevamo un contenzioso di 2.350.000 € con esito fortemente incerto. Nel frattempo stavamo perdendo i 6.000.000 di euro che la Regione metteva a disposizione per la riqualificazione del fascio ferroviario: senza i buoni uffici di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) sarebbe stato impossibile ottenere le autorizzazioni necessarie. Inoltre la Magistratura era pronta a valutare responsabilità e profili di sicurezza di un passaggio a livello in pieno centro urbano. Attualmente abbiamo rimosso il contenzioso, rinegoziato il finanziamento e avviato un rapporto fruttuoso con RFI. Alla Rete Ferroviaria Italiana stiamo chiedendo il comodato d’uso delle aree ex scalo merci per la realizzazione di un parcheggio ad uso pubblico. A questo si aggiunge la misura 7.2 che alloca 2.100.000 € circa per la realizzazione del parcheggio di scambio su via Lagomagno. Scusate se è poco.
Piscina. La decisione di accollare alla città i due milioni di euro del mutuo in carico al precedente gestore, a fronte di una entrata molto inferiore con la nuova gestione, potrebbe presupporre da parte del Comune un danno erariale? Come poteva il precedente gestore far fronte alle richieste, se gli era stata preclusa ogni possibilità con la chiusura forzata?
– Vedo che non tutti hanno ancora capito. L’Istituto per il Credito Sportivo reclamava al Comune di Gioia del Colle – in qualità di fidejussore – quattro semestralità di circa 97.000 € per il ripiano del debito contratto con l’Istituto erogante. Nonostante le richieste prodotte dal Credito Sportivo, la società gestore non corrispondeva con il pagamento delle quattro, dico quattro, semestralità (parliamo di oltre 300.000 €) pertanto l’Istituto richiedeva l’accollo del debito residuo al Comune. Preciserei che la struttura è stata costruita su suolo pubblico e rimarrà pubblica fino ed oltre l’estinzione del debito.
Da uno a dieci – con sincerità – che voto darebbe all’azione amministrativa di questi mesi?
– Se considero il tempo dedicato alla mia città, lo stato in cui l’abbiamo ereditata, l’inesistenza o quasi di un’adeguata fase di programmazione e gli sforzi per recuperare anni perduti, la sufficienza è piena. Sarebbe necessario troppo spazio per un excursus completo sull’attività di programmazione avviata; mi limito a citare i provvedimenti più significativi: Piano Urbanistico Generale, Piano di Azione per l’Energia Sostenibile, Piattaforma intermodale, programmazione con AQP per i Depuratori e le problematiche del siero. Ma si può fare molto di più e nei prossimi mesi i frutti saranno maggiormente visibili.
Da qualche tempo, ogni qualvolta La si critica, si trincera dietro l’affermazione che questo sarà il suo ultimo mandato. Perché? Questo può esimerla dalle sue responsabilità attuali? Qualche tempo fa, prima di essere eletto, disse che non si sarebbe più candidato a sindaco. Dovremmo crederLe, oggi?
– Non temo le critiche, tuttavia preferirei proposte e attività orientate al benessere della collettività. Ancora oggi rilevo solo critiche esacerbate e nessuna – dico nessuna – forma di confronto nel merito dei provvedimenti. Desidero essere giudicato alla fine del mandato che, in ogni caso, sarà l’ultimo.
Nelle precedenti domande si sono toccati argomenti che hanno contribuito alla sua impopolarità e al crollo della credibilità in questa Amministrazione. Non ammettere di aver sbagliato, non spostarsi “di un millimetro”, è una politica saggia? Anche se si hanno i numeri e le “tessere” per mantenerli, se la fiducia dei cittadini viene meno, ha senso continuare?
– Io non ho ancora capito nel merito i rilievi all’azione amministrativa. Le domande che hanno preceduto quest’ultima hanno posto questioni ma mai indicato soluzioni alternative. Se poi l’impopolarità la devo registrare sugli spazi di tribuna anonimi o promossi da soggetti platealmente all’opposizione, questo mi rende perplesso sul giudizio di impopolarità. Fango, delazioni, calunnie in politica ci stanno. Poi però bisogna avere la capacità e il coraggio di provare le proprie affermazioni. Nel “fare” amministrazione gli errori si commettono: “mollare” per compiacere le opposizioni è saggio? Io penso di no. Abbiamo ricevuto un mandato e quando verrà il tempo, ne renderemo conto.
Donato Stoppini
(dal settimanale “La voce del paese” del 12.01.2014)