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RICHIESTA CONCILIAZIONE. “CON TE: ENNESIMA SCENEGGIATA”

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logo con te“Non occorre una sfera di cristallo per prevedere l’esito finale di ogni atto di questa amministrazione, ma basta rivolgere uno sguardo attento e scrupoloso ai fatti e ai collegamenti ed il risultato appare, come sempre, scontato. Infatti, a circa venti  giorni dal  nostro monito contro la delibera di Giunta n. 229, il tutto sta per compiersi con un finale già scritto.

L’atto da noi ampiamente contestato è relativo ad una richiesta di conciliazione per ipotesi di danni subiti da due funzionari comunali, Giovanni Maria Palmisano e Giuseppe Santoiemma, concernente la revoca di incarico dirigenziale del Commissario Prefettizio in data 23.11.2011, conciliazione stranamente avvallata  dalla Giunta Comunale. La somma richiesta per il risarcimento è superiore ai 100 mila euro (pacchetto full) che, ovviamente, verrà pagata da noi cittadini.

Il ricorso avanzato dai due verte su due articoli di legge che hanno regolato il loro contratto, ovvero l’art. 110 del TUEL e il Dlgs 165/2001. Nel primo caso, se la loro assunzione fosse avvenuta in base all’art. 110 del TUEL, in cui è previsto che il mandato dei dirigenti assunti con contratto a tempo determinato abbia termine con il mandato del Sindaco, caduto il Sindaco Longo, l’atto del Commissario Prefettizio sarebbe del tutto regolare.

Se invece fossero stati assunti con il Dlgs 165/2001, la situazione si complicherebbe notevolmente.
Infatti, il Dlgs. 165/2001 prevede che il contratto a tempo determinato per dirigenti non sia inferiore a 3 anni e superiore a 5, ma contestualmente sottopone la nomina dei dirigenti a tempo determinato al vincolo del 10% della dirigenza prevista in pianta organica. Quindi, partendo dal presupposto che in organico fossero presenti solo 4 posti da dirigente, il 10% di 4 è 0,4, ovvero non sarebbe stato possibile assumere nessun dirigente a tempo determinato.

Quindi in questo caso la loro nomina sarebbe del tutto illegittima ed infondato il principio della loro richiesta. Ora, premesso ciò, le domande che abbiamo provveduto a depositare presso le autorità competenti, sono svariate:

– com’è possibile che i due titolari di funzione apicale chiedano il risarcimento danni, dopo oltre 3 anni dall’atto di revoca?

– perché non fare regolare ricorso contro l’atto, così come previsto dalla Legge entro 60 giorni?

– perché chiedere un risarcimento relativo a stipendi non percepiti quando, a seguito della revoca, non si sono svolte mansioni da dirigente?

– perché la Giunta ha incaricato proprio l’avvocato Perchinunno?

– perché scegliere la conciliazione e non il regolare iter giudiziale civile?

Tante sono le anomalie su cui, grazie alla nostra denuncia, le autorità stanno indagando e su cui aspettiamo che si pronunci l’Ufficio del Lavoro, per informare anche la Corte dei Conti riguardo ad un eventuale danno erariale perpetuato ai danni dei cittadini.

Il finale di questa storia noi già lo conosciamo, ma sarà scritto agli inizi di febbraio.

Giulio Andreotti diceva: “A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”.

Cari concittadini mai nessuna frase fu più calzante per definire questa ennesima sceneggiata”.

Il Movimento Politico …..Con Te

Per visionare o scaricare la Delibera n. 229, clicca qui.

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