PERSA UN’OASI DI INESTIMABILE VALORE E BELLEZZA-foto
Dopo la denuncia pubblicata sul n. 3 del 24 gennaio 2015, de “La Voce del paese”, e su Gioianet, il 29 gennaio scorso (CHE FINE HA FATTO L’OASI NATURALE? E LE ACQUE REFLUE?), sulla misteriosa scomparsa delle acque reflue (rimasta inascoltata, stante il silenzio sia da parte del comune che dell’Acquedotto Pugliese), con conseguente prosciugamento dei 9 laghetti che ospitavano e drenavano le stesse acque, dando così origine ad un’oasi di rara bellezza, vero paradiso naturale in cui trovavano riparo e “sostentamento” molte specie di animali protetti e di piante rarissime, provvediamo a pubblicare un ulteriore contributo, in difesa dell’oasi, a firma di Mimmo Castellaneta, che con i suoi magnifici scatti ha provveduto a farla conoscere ed apprezzare in tutto il suo splendore, e non solo ai gioiesi.
L’OASI NATURALE NON C’È PIÙ. PERCHÉ NESSUNO RISPONDE?
“Il nostro territorio è caratterizzato da un Parco Archeologico di notevole interesse culturale e turistico e da un ambiente naturale e paesaggistico di straordinaria bellezza. Risorse che attendono solo di essere valorizzate attraverso una impegnativa cultura amministrativa locale. Coniugare la conservazione della natura e la crescita di una economia che pone l’ambiente come cardine del suo sviluppo, rappresenta un passo quanto mai necessario. Il dovere della Politica è individuare misure di sostegno indirizzate a tutelare la vera ricchezza del nostro territorio: risorse ambientali, beni storici, archeologici e paesaggistici, la biodiversità. Ma i nostri amministratori sembra che non abbiano capito l’importanza che tali risorse rivestano.
Nel mese di aprile dell’anno scorso organizzai un evento nel chiostro del Comune di Gioia del Colle denominato “Un ecosistema naturale. Flora e fauna. Uccelli migratori e stanziali. Acque reflue e fitodepurazione”. A cui hanno partecipato oltre all’UTE, che ha curato la manifestazione, l’Ing. Massimiliano Baldini, responsabile della gestione degli impianti AQP, dell’Agronomo Walter Ivone e dell’esperto Biologo ambientale e membro del WWF Roberto Cazzolla Gatti. Lo scopo della serata era di evidenziare come in un’area particolare del nostro territorio, ossia nelle vasche di spandimento delle acque reflue del depuratore di Gioia del Colle, si sia avviato un processo di ecosistema naturale determinando condizioni ottimali per la proliferazione di fauna stanziale e di sosta per uccelli migratori di notevole interesse. Sono state proiettate innumerevoli immagini, da me realizzate, che hanno documentato circa 50 specie di uccelli legati agli ambienti umidi che sostano, svernano o nidificano nelle vasche di spandimento. Tra questi ben 13 specie rare, inserite nelle direttive europee “Habitat e uccelli”, minacciate a vario livello e presenti nella lista rossa IUCN (moretta tabaccata, airone cenerino, airone rosso, moretta, volpoca, alzavola, tarabuso, marzaiola, cavaliere d’Italia, mignattaio, nitticora, mestolone, falco di palude).
Le direttive regionali, prima che conoscessero quella che con l’intervento della natura è diventata un’oasi naturale di straordinaria bellezza, prevedevano la soppressione delle vasche versando direttamente nel canale delle Vigne e Lama S. Giorgio le acque depurate.
E’ stato chiesto, prima alla Dirigente del servizio “Assetto del territorio” della Regione Puglia, Ing. Francesca Pace, e poi al Sindaco di Gioia del Colle, Sergio Povia, di tutelare invece e non sopprimere l’area naturalistica. L’idea è di inserire l’intera area nel costituendo “Parco Lama S. Giorgio”, mantenere ed ampliare il sistema di terrazzamento, così come è adesso, creando delle piccole isole utili alle nidificazioni delle specie di uccelli stanziali. Piantumare canniccio di palude e permettere quindi lo scorrimento spontaneo delle acque attraverso una vegetazione palustre. Lungo il tragitto l’acqua viene depurata dai molti inquinanti organici. Creare quindi un ecosistema ad elevata produttività biologica, in grado di abbattere il carico organico degli inquinanti. Un modo semplice, quindi, per trattare le acque reflue con un processo naturale di fitodepurazione.
I VANTAGGI:
A) Facile realizzazione e costi contenuti di gestione;
B) Possibilità di accumulo e riutilizzazione delle acque reflue depurate;
C) Buon inserimento paesaggistico;
D) Habitat ideale per la fauna selvatica.
Il comune di Gioia del Colle, dopo aver provveduto all’esproprio dei terreni limitrofi, dovrebbe intervenire per la realizzazione di percorsi didattici e postazioni per l’osservazione della fauna e degli uccelli migratori, tenendosi alla dovuta distanza, nel rispetto di questa oasi che la natura ha messo a nostra disposizione. E’ facile immaginare quindi l’interesse dell’intera area inserita nel “Parco naturale Lama S. Giorgio”. Grande opportunità di valorizzazione ambientale. La disponibilità e la bonifica dell’area favorirebbe lo sviluppo sia agricolo che zootecnico. Un’area naturale protetta quindi. Una piccola oasi a 3 km circa dal paese facilmente raggiungibile con una pista ciclabile e a due passi dal parco Archeologico di Monte Sannace.
A tal proposito mi preme sottolineare che insieme al WWF di Gioia del Colle, dopo aver incontrato gli organi regionali responsabili dell’istituzione “Parco Lama S. Giorgio”, durante i quali questi ultimi hanno evidenziato lo stallo dell’iter istitutivo del Parco, causato dal rimaneggiamento del perimetro proposto dal comune di Gioia del Colle con Delibera n33 del 25.06.2013, è stata protocollata in data 30.09.2014 una richiesta (concordata con il sindaco Sergio Povia) di annullamento della precedente delibera e di “Ridefinizione della perimetrazione dell’istituendo Parco regionale Lama S. Giorgio e Giotta”.
A tutt’oggi non si hanno notizie che tale richiesta sia stata accolta, nonostante il Sindaco avesse dimostrato interesse ed espresso parere favorevole alla proposta.
Ora la situazione è tutt’altro che rassicurante. Le condizioni sono tali da far pensare che non ci sia, da parte degli organi responsabili, nessuna preoccupazione per lo stato di degrado ed abbandono in cui versa l’intera superficie. Oggi la situazione è questa. Come ho ampiamente documentato con foto scattate negli ultimi mesi, nelle vasche non viene sversata acqua riveniente dal depuratore. I canali sono a secco e le vasche non contengono più acqua. La domanda è semplice e inquietante:
Dove va a finire il liquame del nostro paese se dal depuratore non viene sversato nelle vasche di spandimento?
Temo aimè che come al solito non ci sarà nessuna risposta da parte dei nostri amministratori, in ben altre faccende affaccendati!”
Mimmo Castellaneta