TRA DESTRA E SINISTRA CHI HA PIU’ PAURA DELLE DONNE?
Una brutta pagina per la politica pugliese è stata scritta il 26 febbraio presso l’Aula Consigliare della Regione Puglia: affossate, su proposta di Forza Italia ma con il sostegno espresso a voto segreto da almeno 15 consiglieri di centrosinistra, le norme per sostenere la presenza di donne in Consiglio regionale attraverso liste formate da metà donne e metà uomini e la possibilità di doppia preferenza di genere (come ormai accade per i Comuni e come previsto nella proposta di nuova legge elettorale nazionale).
Al momento di pronunciarsi sull’emendamento che inseriva la possibilità per gli elettori di esprimere due preferenze, a patto che fossero di genere diverso, Forza Italia ha sollevato una eccezione di procedibilità: poiché il Consiglio si era già espresso sulla materia, si è richiesto di votare sull’eccezione attraverso il ricorso al voto segreto. L’eccezione è passata, con un ampio avallo offerto alla tesi forzista da parte della maggioranza di centrosinistra: solo 22 sono, infatti, i voti contrari e ben 37 – almeno 14 o 15 dei quali provenienti dalla maggioranza – i favorevoli.
EMILIANO E SCHITTULLI: NO AL VOTO SEGRETO
Solamente poche settimane fa, il 6 febbraio 2015, nell’Aula Consigliare della Regione Puglia durante l’incontro su tema: “Chi ha paura delle donne? Come è possibile, ancora oggi immaginare luoghi in cui si possa prescindere dalla volontà delle donne, dai loro desideri, dal loro amore per il mondo? Siamo ancora così deboli?” si è verificato un confronto con i segretari dei Partiti presenti in Consiglio regionale e tutti i Consiglieri regionali sulle loro singole intenzioni di voto in presenza della presidente della Consulta regionale Femminile, Annamaria Carbonelli, la portavoce del Comitato 50/50 per una legge elettorale regionale in chiave di genere, Magda Terrevoli, la Consigliera regionale di Parità, Serenella Molendini, la presidente della Commissione Regionale Pari opportunità, Rosa Cicolella e la presidente della Conferenza delle Donne Democratiche, Teresa Zaccaria, tutte organizzatrici dell’evento.
In questo frangente era emersa l’urgenza di sostenere la presenza delle donne nei luoghi istituzionali attraverso liste formate da metà donne e metà uomini, pena la non ammissibilità e la possibilità di doppia preferenza di genere.
Michele Emiliano e Francesco Schittulli, candidati alla presidenza della Regione Puglia, avevano auspicato il voto palese per impedire il farsi inghiottire dal cono d’ombra del voto segreto ed avevano affermato che ci sarebbe stata trasparenza massima. Emiliano aveva poi tuonato che sarebbe stato fondamentale conoscere la condotta di ciascuno, perché non avrebbe candidato chi non avesse votato per la legge.
DEMOCRAZIA MUTILATA
Il nuovo affossamento della legge, dopo ampio dibattito e rilevanza mediatica, ci ripropone non solo il fallimento di una battaglia di civiltà ed il fallimento di una mobilitazione di tutte le donne pugliesi che ha portato alla raccolta di migliaia di firme per riportare al centro della discussione il principio della rappresentanza, ma anche mette in evidenza quella stridente contraddizione fra parole e fatti che ha consentito di fatto agli uomini di decidere e attuare una mutilazione della democrazia. Bisogna entrare nell’ottica che in questi anni non si è discusso di pari opportunità ma di uguaglianza nell’ottica di una legge elettorale che è uno strumento di garanzia per i cittadini elettori e non appartiene ad un partito oppure ad un gruppo.
ACCORDI TRASVERSALI SOTTOBANCO…
Vendola ha parlato di retromarcia cavernicola e chiusura nel proprio di recinto del Consiglio regionale composto al 95% da maschi, i quali davanti alla sfida della parità di genere convergono nel rinnovare il patto maschile di una politica senza donne. E’ difficile non condividere le affermazioni di Antonella Vincenti, presidente del coordinamento donne del Pd, la quale sostiene che il non aver inserito una semplice norma di civiltà politica, dimostra ancora una volta quanto la classe dirigente, nella sua totalità, appaia vecchia, arretrata, inadeguata, impaurita dal rischio di perdere la poltrona e chiusa in un atteggiamento di patetica autodifesa.
Dovremo rinforzare la capacità di ricordare, specialmente durante gli appuntamenti elettorali, questa trasversalità di convenienza, questa voracità, questa propensione agli accordi sottobanco e alle mediazioni al ribasso, tutte le bugie e gli slogan se davvero costruire una identità per le donne di Puglia.