TRASPORTO SCOLASTICO FAMIGLIE DENUNCIANO INADEMPIENZE
Al rientro dalle vacanze di Natale, nel gennaio del 2015, agli studenti e alle famiglie che usufruiscono del trasporto scolastico viene distribuita a bordo degli scuolabus (non tutti) una circolare datata 17 ottobre 2014 e firmata dal sindaco Povia e dalla responsabile del settore, dottoressa Arianna Addabbo.
In essa si comunicano ai genitori i nuovi importi in vigore per l’anno 2014/2015 e si richiede una integrazione che andrà versata a febbraio, questo nonostante il mese di gennaio non sia servito per intero. La seconda novità è che il versamento effettuato sul conto corrente del Comune dalle famiglie verrà consegnato sull’autobus ai dipendenti della ditta Sabato Viaggi.
Un controllo che quindi non effettua più l’ufficio comunale preposto né la Ce.r.in che riscuote sul servizio l’aggio dell’ 8.50 % (3,60 euro circa per ogni abbonamento mensile del costo di poco più di 40 euro), bensì la stessa Sabato Viaggi per tramite del suo personale.
Il bando per l’affidamento per cinque anni del servizio di trasporto scolastico costa al Comune 1.371.067,50 euro, non risulta sia sovvenzionato da fondi regionali (Diritto allo studio) e pertanto dovrebbe essere a intero carico dei cittadini che versano le tasse.
Ha partecipato alla gara indetta dal Comune una sola ditta – la Sabato Viaggi – che in virtù di ciò ha potuto dettare le proprie condizioni e aggiudicarsi il 28 luglio del 2014 l’appalto quinquennale con un ribasso del solo 1% (det. n. 902 del 09/09/2014). L’art. 4 prevede l’impiego giornaliero di massimo sette automezzi e vincola la ditta al rispetto di tempi e distanze, pena: multe fino a 500 euro.
LE INADEMPIENZE DENUNCIATE
Nel documento è riportato – così come nel contratto stipulato tra Comune e ditta all’articolo 2 -, che il trasporto è garantito a tutti gli alunni residenti nell’agro sino al conseguimento del diploma.
Uno dei genitori decide di avvalersi del trasporto scolastico e seguendo quanto disposto nel contratto, prepara per il suo terzo figlio – studente del Liceo scientifico R. Canudo – foto tessera, tesserino (obbligatorio per chi supera il 16° anno di età) e versamento.
Senonché… l’abbonamento non viene accettato!
La motivazione è che il trasporto scolastico, in barba a quanto riportato nel contratto, ovvero che “… è organizzato dal Comune a favore degli alunni residenti fino al quinto anno delle superiori” non è garantito a chi frequenta il quarto e il quinto anno che pertanto deve essere “dirottato” verso lo stesso servizio di pari spesa, ma offerto privatamente dalla ditta e pagato alla stessa e non al Comune, ovviamente con minori garanzie e nessun rispetto di tempi e distanze previste dal contratto e passibili di multa: ritardo nel ritiro degli alunni, 500 euro, (art. 21 comma a) e mancato rispetto del percorso 250 euro, (comma b).
Il genitore cui viene data questa risposta, che oltre tutto perde la possibilità così di ottenere la riduzione del 50% sull’abbonamento del terzo figlio, come previsto nell’appalto, chiede spiegazioni al funzionario del settore, firmatario del documento, il quale dopo aver contattato la ditta Sabato in sua presenza, conferma che le condizioni sono queste e non quelle sottoscritte.
Sui toni e i modi adottati dagli impiegati della Sabato Viaggi e dal funzionario nei confronti del genitore, che confessa di essersi sentito umiliato e offeso, quasi non fosse il rispetto di un servizio reso alla comunità quello chiesto, ma una pretesa senza fondamento, una riflessione sarebbe opportuna, essendo sia il dipendente comunale che l’impresa al servizio del cittadino cui il servizio stesso è destinato e verso il quale deve essere riservato il massimo rispetto.
I DISSERVIZI
Tornando in argomento, il genitore potrà fruire del servizio a pari costo, pagato però alla ditta e far viaggiare il proprio figlio sull’autobus che proviene da Acquaviva e si dirige verso Laterza con però numerosi disservizi. Il primo è che il ragazzo dovrà percorrere circa due chilometri per raggiungere la fermata in Piazza Plebiscito, il secondo è che uscendo da scuola alle 13.30 arriverà a casa non prima delle 15, comunque molto più tardi dei 40 minuti previsti nel disciplinare e non giungerà nelle vicinanze della propria abitazione (distanza massima prevista: 200 metri), in quanto l’autobus di linea, ben più grande di quello scolastico, si ferma sulla strada provinciale e non transita per viottoli o tratturi, ed il tutto senza che vi sia un accompagnatore a bordo, a garanzia di sicurezza e controllo. Inoltre il servizio “privato” non copre tutto l’agro, a differenza di quello pubblico, per cui molti studenti dovranno obbligatoriamente essere accompagnati dai familiari.
“Il Comune – commenta il genitore – dovrebbe garantire gli interessi dei propri cittadini, non quelli delle ditte a cui affida i servizi, e vigilare sull’osservanza di tutto ciò che scrive e sottoscrive e soprattutto far pagare le penali, in modo che il servizio sia ben reso”.
Ricordiamo che nell’art. 22 al comma c del contratto sottoscritto dalla ditta Sabato Viaggi e dal Comune si precisa che il contratto può essere revocato “in caso di frode, di grave negligenza, di inadempienze gravi ovvero ripetute nel rispetto dell’esecuzione degli obblighi contrattuale e nelle prescrizioni del seguente capitolato”.
“Non è certo questo che vogliamo – conferma il genitore – quel che chiediamo è che il servizio sia reso così come stabilito e rispetto da parte di chi lo ha sottoscritto, non arroganza e supponenza. Ci è stato anche detto: “Ma volete che altre famiglie perdano posti di lavoro?”, no, non lo vogliamo, ma la prima tutela dei posti di lavoro parte dal rispetto della legalità, non sono strategie di risparmio e lucro a danno della comunità, né la tacita e complice approvazione di chi dovrebbe vigilare e afferma “che il Comune da questo servizio non ci guadagna niente”, che si risolvono i problemi!”
Anche perché ogni servizio reso, esattamente come gli stipendi di chi lavora nel pubblico impiego, viene pagato dai cittadini utenti e al contempo datori di lavoro.
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