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L’AVV. COLAPINTO E “LA MALA GESTIO… DELLA SPES GIOIA”

spes e bidoni spazzatura

Intervista all’ex Direttore Generale della SPES Gioia Spa, avv. Giacomo Colapinto, a cura di Donato Stoppini.

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“Avvocato, può davv. Giacomo Pompeo Colapintoarci qualche aggiornamento sull’iscrizione della SPES all’Albo Nazionale Gestori Ambientali?

La SPES GIOIA SPA finalmente è iscritta all’Albo Gestori Ambientali! Vi mostro l’attestazione estratta dal sito dell’Albo Nazionale ed è possibile verificare che l’iscrizione della società alle categorie 1/D e 4/E inizia il 2.3.2015 e scade il 2.3.2020; la data d’inizio (2 marzo 2015) conferma inequivocabilmente che per circa 8 mesi (dal giorno 8 luglio 2014 al giorno 1 marzo 2015) la SPES ha effettuato il complesso delle attività di igiene ambientale senza essere in possesso delle prescritte iscrizioni all’Albo Gestori, cioè in maniera illecita esponendo così dipendenti, mezzi e ditte terze che hanno accettato i rifiuti raccolti e trasportati dalla SPES a pesanti sanzioni anche di natura penale. Né possiamo trascurare le pesanti sanzioni pecuniarie per decine di migliaia di euro previste per tale ipotesi. E questa è mala gestio…..

Può darci qualche informazione sulle percentuali di raccolta differenziata anno 2015?

Vi confermo che anche per i primi mesi di quest’anno le percentuali sono sempre attestate sul 25-26% e comunque sempre al di sotto del proclamato e non veritiero superamento del 30% di tanti mesi fa. Ciò significa che ci tocca pagare la super ecotassa di € 25,82 a tonnellata, come è già accaduto per i mesi da luglio a dicembre 2014. Per questa circostanza attendo che qualcuno voglia smentirmi esibendo le fatture emesse a titolo di ecotassa per quel periodo dal gestore dell’impianto di biostabilizzazione. Altro che risparmio di € 50.000,00 anzi è più corretto parlare di ulteriore aggravio di somme ben più corpose. E pure questa è mala gestio…..

Nel corso dell’intervista riportata su “LA VOCE DEL PAESE” del 7 marzo scorso ci ha parlato della deliberazione di Consiglio Comunale n. 28 del 25 giugno 2014; ci chiarisce meglio il concetto dell’in house?

Col provvedimento in questione il nostro consiglio comunale ha inteso conferire alla SPES le caratteristiche proprie della società a capitale interamente pubblico, assoggettando la società al controllo analogo ed alla prevalenza dell’attività in favore degli enti locali controllanti: questi due concetti rappresentano i caratteri dell’in house (in casa) di derivazione europea. In sintesi, il nostro comune effettua un controllo più stringente sulla società che, in ogni caso, è chiamata a svolgere la propria attività prevalente soltanto in favore del comune di Gioia del Colle o in favore degli altri comuni o degli altri enti locali proprietari del capitale sociale. Pur all’epoca lontano dall’azienda, sono convinto che l’adozione di tale nuovo statuto sia stata scarsamente competente oltre che pericolosamente frettolosa.

Mi spiego meglio: innanzitutto, il più volte citato comma 5 lett. c) dell’art. 113 del d. lgs. 267/2000 è stato abrogato sin dal 2010 dall’art. 12 comma 1 del D.P.R. n. 168/2010. E’ un vero peccato che fior di competenze utilizzino normative abrogate anni or sono. Poi, qualcuno era convinto che sarebbe stato facile acquisire le quote di ACAM (socio di minoranza della SPES) e di conseguenza il comune di Gioia del Colle sarebbe rimasto unico azionista pubblico della SPES. Quindi, nella trionfale e pubblicamente sbandierata certezza dell’acquisizione, si è modificato lo statuto senza attendere che le azioni ACAM fossero effettivamente acquisite: il diavolo fa le pentole e non i coperchi. L’acquisizione non è mai avvenuta, tant’è che – alla data odierna – ACAM è sempre il socio di minoranza; ma tutto questo è in contrasto col vigente statuto che all’art. 7 prescrive testualmente: “il capitale è interamente pubblico e di conseguenza per tutta la durata della società il 100% (cento per cento) del capitale sociale dovrà appartenere a comuni o ad altri enti locali”.

E questo cosa significa?

Significa che – alla data odierna ed in conclamata violazione di legge – nell’assetto societario della SPES esiste un soggetto (ACAM s.p.a.) che non è un comune e men che mai un ente locale. E’ un enorme pasticcio (definizione benevola) che dura da 9 mesi! In tutto questo periodo il consiglio comunale avrebbe dovuto vigilare e verificare che il proprio deliberato fosse rispettato dalla propria società, ma nulla è accaduto. Spero che si corra ai ripari nel senso che ci si adoperi per il rispetto della legge perché tale è lo statuto di una società. Ovviamente, la prima modifica statutaria è stata effettuata con assemblea straordinaria alla presenza di un notaio con considerevoli costi; l’eventuale successiva sarà effettuata come la precedente, con notevole aggravio di costi. E pure questa è mala gestio…..

In definitiva a cosa è servito il nuovo statuto?

Da un lato il comune ha definitivamente precluso alla SPES la partecipazione a gare pubbliche al di là delle diverse affermazioni rese a mezzo stampa dall’amministratore delegato nei mesi successivi all’adozione del provvedimento; dall’altro, sono state codificate le modalità di controllo che il comune esercita sulla propria società e poi si è codificata la figura dell’amministratore unico. Inoltre, è stata soppressa la figura del direttore generale con l’istituzione della figura del funzionario coordinatore della gestione aziendale, come da proposta formulata dall’allora consigliere Celiberti, votata dal più alto numero di voti favorevoli mai registrato negli ultimi consigli comunali (16 presenti, 1 assente, 3 astenuti e 13 favorevoli). Appare strano che assetti consiliari così compatti e così attenti abbiano consentito che nel prosieguo – e per ben nove mesi – si violasse lo statuto (ACAM s.p.a. che non è un comune e nemmeno un ente locale). E ciò che è più grave è che tale circostanza perdura alla data odierna con potenziale nullità degli atti assunti dall’adozione del nuovo statuto ad oggi.

Negli ultimi 8/9 mesi l’esistenza stessa della SPES sembra costellata di errori, di errate valutazioni gestionali e di violazioni di legge. E tutta questa mala gestio, a conti fatti, fa girare parecchie decine di migliaia di euro di spese inutili che ovviamente gravano sulla città”.

Per scaricare l’iscrizione all’Albo dei Gestori Ambientali, clicca qui.

 

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