PISCINA. CONTINUA LA QUERELLE SULLA “FALLA” DELLA VASCA
Mentre l’Adriatica Nuoto torna a promuoversi e promuovere corsi e servizi in web e forse a breve anche attraverso pubblicità sull’unico periodico con cui dialoga, in questi giorni avrà il suo bel d’affare nel “rimodulare” i due interventi di manutenzione straordinaria imposti dal capitolato, in modo da convincere e passare al vaglio dei Commissari e dell’ingegnere comunale Lassandro che ha “bocciato” le prime due proposte e nei primi giorni di agosto invitato la società ad adempiere agli obblighi assunti nel momento in cui si aggiudicò la gara.
Nello specifico parrebbe che le soluzioni proposte dall’Adriatika siano entrambe inammissibili.
Probabillmente la società ha tentato di tenersi sotto i 100.000 euro preventivati per riparare la “falla” che causa la perdita di acqua. Un intervento che prevede il rivestimento con del PVC dell’intera vasca dopo aver tolto (e quindi poi rimesso) le piastrelle, già proposto e mai eseguito dalla prima società affidataria, la Gioia Nuoto, dopo la defenestrazione della Promosport di Dino Tuccillo.
I tempi stringono, l’apertura della stagione è vicina, per cui l’Adriatika – con cui tentiamo vanamente di comunicare fin dal suo insediamento – ha due possibilità: ripresentare un progetto convincente e riparare la vasca in tempi record o prendere tempo ritardando l’inizio della stagione e quindi mettendo a rischio i suoi profitti o contestare e non adempiere ai lavori, in tal caso rischiando di “perdere” l’aggiudicazione dell’appalto ventennale.
Lo scorso anno in giugno a bloccare i lavori fu la mancata consegna delle chiavi della struttura da parte della Gioia Nuoto, in attesa degli esiti del ricorso che poi le diede torto, quest’anno invece quali motivazioni si addurranno?
Ricordiamo che alla verifica effettuata in luglio dai tecnici dell’UTC gioiese, erano presenti anche i militari della Guardia di Finanza che stanno indagando sull’affidamento e forse anche sulle modalità con cui venne mandata via la Promosport, l’ex gestore che, caso strano, pur essendo parte in causa, non è stato invitato ad assistere alle “verifiche tecniche” ma che nel frattempo ha avviato contro il Comune un milionario contenzioso. Contenzioso che – se ci vedrà “soccombenti” – costerà ben 7 milioni di euro alla città.