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Cronaca

ABDELLATIF EL BARTAMI. CIECO, MALATO, IN DIALISI E SOLO-foto

Abdellatif El Bartami marocchino chiede aiuto

Abdellatif El Bartami marocchino chiede aiuto Abdellatif El Bartami… sguardo spento, nel vuoto. Sul volto i segni di una rovinosa caduta. E’ seduto sul suo povero letto, a stento consapevole di chi gli è intorno.

Abdellatif vive solo, a Gioia con il permesso di soggiorno di volta in volta rinnovato è da circa trenta anni. Sua moglie e i suoi due figli di dodici e sette anni sono in Marocco. Fino a cinque anni fa con il suo lavoro di commerciante ambulante riusciva ad aiutarli, poi è sopraggiunta la malattia.

Sopravvissuto ad un pauroso incidente nel foggiano nel 1992 a seguito del quale è stato per quattro mesi in coma ed ha subito un delicato intervento alla testa, è con il diabete che ora combatte una battaglia ben più difficile e irta di pericoli.

Abdellatif è in dialisi, quasi cieco, spesso confuso, incapace di badare a se stesso.

La comunità marocchina gli è accanto e lo aiuta come può.Console Vincenzo Abbinante

In questi giorni le maestranze e gli amici di sempre hanno ridipinto e reso più accogliente la piccola ed essenziale dimora che lo ospita. Anche i Servizi sociali fanno il possibile, ma non basta ed è per questo che il 1° ottobre il console onorario Vincenzo Abbinante si reca nell’umile alloggio di Abdellatif, sollecitato da Jalil, Ismael ed altri membri della comunità marocchina gioiese, per valutare il da farsi.

E’ inaccettabile che un uomo in queste condizioni sia lasciato solo, affidato al buon cuore del vicinato e dei membri della comunità. Apprezzo lo sforzo dei Servizi sociali, che pagano il fitto di questo locale che, per quanto inadatto, offre pur sempre un tetto, ma occorre trovare una soluzione ed anche in fretta, prima che sia troppo tardi, per cui chiederò un incontro con la dottoressa Riflesso, che so attenta e sensibile a queste problematiche, con la responsabile dei Servizi sociali, la Caritas e qualunque istituzione o associazione possa offrire aiuto.”Abdellatif El Bartami marocchino chiede aiuto

Il sogno di Abdellatif è poter riabbracciare sua moglie e i suoi figli, con una piccola pensione di invalidità e l’accompagnamento potrebbero vivere dignitosamente, ma questo al momento non pare sia possibile.

“Ottenere che sua moglie e i suoi figli vengano in Italia in questo periodo è impensabile, sarebbe più semplice far rientrare Abdellatif in Marocco e garantirgli le cure del caso, penseremmo noi a spesare il viaggio e verificare che possa ricoverarsi per la dialisi.”

Di diverso avviso è Jalil… “Le cure costano in Marocco e la sua famiglia è molto povera, come potrebbero accudirlo se non hanno di che sostenersi?”

Dai Servizi sociali si apre uno spiraglio di speranza… “Seguiamo Abdellatif da anni, abbiamo provveduto ad inviare personale che ripulisse casa, ogni qualvolta è stato accompagnato in ospedale, è stata nostra cura farlo riaccompagnare a casa, ora sono i volontari di Gioia Soccorso ad accompagnarlo per la dialisi. Abbiamo contattato delle strutture che possono ospitarlo e accudirlo, e siamo in attesa di definire l’iter procedurale con una di Abdellatif El Bartami marocchino chiede aiutoesse che si è detta interessata. Di più davvero non possiamo fare, con le poche risorse che abbiamo!”

Giungono nell’umile dimora di Abdellatif anche Carlo Resta e Franco Ferrara pronti a rendersi utili per quanto possibile. Nei prossimi giorni le associazioni di volontariato si incontreranno nel Centro diurno San Vito per stilare un piano di accoglienza e strategie di sostegno nei confronti degli immigrati, si parlerà anche di lui?

Al momento del commiato Abdellatif sembra rendersi conto di esser nuovamente solo, si alza dal letto, segue le voci ed esce per strada. Si accovaccia sul marciapiede prestando ascolto. Forse ha intuito che il suo destino è ad una svolta. Ma senza le necessarie cure e l’affetto, non la pietà, di chi gli è accanto, ben poche speranze potrà nutrire sul futuro, torbido come le urine nella sacca che stringe tra le mani.

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