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Cronaca

‘GARANZIA GIOVANI’? PER MOLTI…UNA REALTÀ DELUDENTE

garanzia giovani tirocinio formativo

garanzia giovani Giorni fa ci è giunta la segnalazione di un nostro concittadino, il 29enne Bruno – nome immaginario che ha scelto mantenendo la sua privacy -, riguardo ‘Garanzia Giovani’, il percorso formativo attuato dallo Stato dai fondi regionali per ragazzi dai 16 ai 29 anni che non studiano e non lavorano, finalizzato ad orientare la crescita professionale del giovane avvicinandolo al mondo del lavoro attraverso un percorso di formazione e tirocinio lavorativo della durata di tre-sei mesi con una retribuzione netta mensile di 500 euro.

Tuttavia la teoria non sempre coincide con la pratica ed è proprio quello che ci racconta il nostro concittadino. Un’esperienza che – stando a quanto afferma – non lo riguarda singolarmente ma si è estesa a molti suoi coetanei. Chiediamo dunque a Bruno di raccontarci quanto accaduto.

Mi sono iscritto al programma ‘Garanzia Giovani’ sul portale Sistema Puglia presso il Centro d’impiego a marzo dello scorso anno scegliendo l’ATS, cioè la sede dove effettuare il colloquio preliminare, firmando la manifestazione di vologaranzia giovanintà nel seguire l’intero percorso di orientamento e poi di formazione presso una delle strutture segnalate dalla stessa ATS nella vetrina servizi, visualizzabile sullo stesso portale del Sistema Puglia. Dopo aver firmato la manifestazione di volontà, ho effettuato due colloqui di orientamento nel mese di luglio dapprima con un consulente della stessa A.T.S poi con un’addetta alla selezione del personale di un’agenzia di lavoro.”

“A seguito di questo orientamento – continua Bruno – avrebbero dovuto chiamarmi per firmare il PAI (Piano di azione individuale) per iniziare il tirocinio o un percorso di formazione, ma a distanza di mesi, nessuna risposta. In attesa ho risposto ad un altro annuncio di lavoro presso una cooperativa sociale, ma pur superando il colloquio non potevo iniziare il lavoro in quanto anche quella cooperativa assumeva attraverso ‘Garanzia Giovani’ e con un’ATS diversa da quella a cui appartenevo. Così, deciso a svincolarmi dalla mia ATS per iniziare finalmente a lavorare, ho segnalato il mio caso alla Regione Puglia andando sia fisicamente in sede, che scrivendo una lettera in cui denunciavo la mancanza di serietà del sistema. Da quello che mi è stato riferito, i fondi erano stati bloccati, quindi chi aveva appena terminato il tirocigaranzia giovaninio avrebbe aspettato del tempo prima della retribuzione e che i posti dati, erano stati probabilmente affidati a raccomandati.”

Insomma ero stato preso in giro ed ero oggettivamente bloccato. A gennaio, ad un anno dalla mia iscrizione al sistema, nonostante la mia lettera di denuncia del fatto alla Regione – evidentemente bloccata nella casella della posta elettronica, non avendo ricevuto riscontrivengo ricontattato dalla mia ATS – all’oscuro della mia lettera di cui poi ho informato – che scusandosi della lentezza della tempistica, mi convocava per firmare il PAI che entro tre mesi mi avrebbe permesso d’iniziare il tirocinio. Sinceramente deluso da tutta la faccenda e anche francamente un po’ frustrato, ho firmato – come previsto dal programma – chiedendo subito informazioni sulla rinuncia. Quindi mi sono diretto nuovamente al Centro d’Impiego per firmare la mia rinuncia definitiva al programma.”

Una storia amara che a quanto pare ha avuto le stesse ripercussioni su moltissimi giovani, appesi ancora una volta all’illusione di un margine d’indipendenza economica, facendosi spazio a stento in una società che spesso disconosce la meritocrazia e i sacrifici sudati tra i libri e/o lavoro in nero. Alcuni in silenzio lasciano le cose così come arrivano, o per indifferenza o per rassegnazione, altri come Bruno, sono pronti a denunciare affinché altri coetanei non vivano le stesse delusioni. Tuttavia, da altre fonti, pare che siano stati finalmente stanziati nuovi fondi e le cose, almeno per chi è ancora iscritto, dovrebbero andare meglio.

 

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