INTERVISTA. DONATO PARADISO: “CHIUDERE I CONTI CON PASSATO”
Donato, perché questa tua decisione di candidarti a sindaco di Gioia del Colle?
“La decisione è maturata a seguito delle pressioni ricevute da diversi componenti della Bottega e da tanti amici con cui ho un rapporto di stima e di reciproca fiducia. Dopo diversi anni in cui mi sono dedicato completamente all’attività lavorativa ho deciso di ritornare a dare un mio piccolo contributo alla rinascita di questa città”.
La tua candidatura è stata “sponsorizzata” da diversi iscritti all’associazione “La Bottega Democratica” ma senza alcun partito o lista al seguito. Come mai?
“La scelta di avviare questa esperienza nasce dalla spinta che proviene dalla società civile in contrapposizione alla gestione clientelare e arrogante di alcuni partiti che hanno determinato l’attuale stallo economico, sociale ed etico nella nostra città”.
Il vostro progetto iniziale di coalizzare tutte le forze politiche di sinistra, Pd compreso, è fallito. Cosa non ha funzionato?
“Il nostro progetto iniziale di unire le forze della sinistra si è interrotto quando ci siamo resi conto che da parte del PD, in particolare, non vi era una chiara e definitiva volontà di chiudere i conti con il passato e di avviare una fase completamente nuova per la nostra città”.
Di contro, a destra, pur di vincere al primo turno, si continua a “lavorare” per unire tutti i vecchi “pacchetti” di voti ancora in attività sul “mercato” politico. Tutto ciò quanto ti preoccupa?
“Non mi preoccupa in quanto ritengo che i cittadini gioiesi sapranno operare una scelta consapevole tra i mercanti della politica e chi invece ama in maniera disinteressata questa città”.
Considerando la tua pregressa esperienza amministrativa, come vedi il futuro politico della nostra città? E quello economico-sociale?
“Non nascondo la mia preoccupazione rispetto al futuro di Gioia, una città che nel corso degli anni da essere punto di riferimento sociale e culturale rispetto alla realtà provinciale e, in alcuni casi, regionale è divenuta ‘periferia’ in tutti i contesti territoriali. Dal punto di vista economico è evidente che la crisi generale ha investito tragicamente anche la nostra realtà cittadina, sia nell’ambito delle medie aziende quali la Termosud e il Caseificio Capurso e sia, soprattutto, nell’ambito delle piccole imprese che rappresentano l’ossatura della nostra economia. Particolarmente difficile si sta rivelando la situazione nel settore agricolo e nella zootecnia, con l’abbandono delle campagne da parte dei giovani e con i più anziani che resistono ‘eroicamente’. Dal punto di vista sociale è una città smarrita, senza coesione e poco amata soprattutto dai giovani che, non appena ne hanno l’occasione, scappano via alla ricerca di nuove motivazioni. Occorre quindi una nuova politica, basata sulla coerenza delle scelte e sulla partecipazione ampia dei cittadini che devono sentirsi parte integrante e significativa della nostra comunità”.
Secondo te, quali sono i problemi più urgenti che i gioiesi vorrebbero siano risolti?
“Il problema più urgente, a mio parere, è quello di migliorare la vivibilità per i nostri concittadini. Questo significa risolvere problemi più immediati quali possono essere le buche delle strade, i marciapiedi malridotti, l’assenza di strisce pedonali, ecc., problemi legati alla sicurezza e alla igiene della città per arrivare ai problemi più complessi quali la revisione delle scelte urbanistiche, interventi incisivi nel centro storico, la risoluzione del problema degli allagamenti, nuove politiche sociali e culturali”.
Dopo quanto accaduto a febbraio 2015, è ancora possibile riconquistare la fiducia dei cittadini verso la buona politica e nei loro rappresentanti? In che modo?
“Si può recuperare la fiducia della gente solo rendendo Palazzo San Domenico una ‘casa di vetro’ in cui ogni cittadino si deve sentire protagonista delle scelte piccole e grandi, nella certezza che i propri amministratori governano la città in piena trasparenza e con grande senso etico”.
Hai già pensato alla tua squadra di governo?
“Non ancora. Ma sono convinto che le tante intelligenze presenti sia nelle liste che mi sostengono e sia nella città renderanno la scelta della squadra di governo abbastanza agevole”.
In caso di ballottaggio con chi ti apparenteresti?
“In caso di ballottaggio le eventuali alleanze saranno basate su vincoli precisi e scelte condivise con quei partiti e movimenti che hanno tra i loro obiettivi quello di amministrare nella legalità e nella trasparenza”.
Politicamente parlando, qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Il mio sogno è quello di restituire dignità a questa bella città e di dare qualche opportunità in più ai tanti giovani che, non avendo prospettive future, partono, privando la nostra terra di intelligenze e di entusiasmi giovanili”.