PAOLO CANTORE E DANILO MICCOLI. GIOVANI A CONFRONTO
Lo avevamo promesso giorni fa, a seguito di un confronto fra le giovani leve politiche locali “non andato a buon fine” (A COSA SERVONO I GIOVANI CANDIDATI SE GIÀ VECCHI DENTRO?), ed eccoci qui a mantenere la promessa. Quella cioè di “dare voce” a chi pur rispettando l’impegno preso, aveva deciso, responsabilmente, di non approfittare delle “mancanze” altrui. Avevamo promesso di intervistarli ugualmente, sia pure a distanza, e di pubblicare le loro riflessioni.
Queste le loro risposte, di Paolo Cantore (Un impegno in…Comune), a sinistra, e Danilo Miccoli (Nuova Gioia), a destra. Buona lettura a tutti.
————————
Puoi presentarti, in breve, ai tuoi elettori? Cosa ti ha spinto ad entrare nell’agone politico e quindi a metterti in gioco per amministrare la tua città?
Cantore: “Sono Paolo Cantore, studio Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Bari, sono animatore di oratorio, redattore per una testata locale e volontario del Servizio Civile Nazionale. Il progetto di Servizio Civile “Gioia a Colori”, al quale ho aderito, ha sede presso il Centro Diurno OrientaGiovani “San Vito”; obiettivo principale è l’integrazione sociale e culturale degli immigrati nel tessuto cittadino, al fine di ridurre fenomeni come l’emarginazione, l’intolleranza e l’illegalità. Ho maturato la consapevolezza “politica”, ovvero di un impegno propositivo e di trincea, ponendo come meta il Bene comune, da estendere in un processo di cittadinanza attiva verso tutti i miei coetanei. Il mio percorso di vita si è intrecciato con l’esperienza dell’oratorio e del servizio, inteso non come volontariato ma impegno assiduo e prioritario. Il mantra che risuona forte nella mia testa, e che spesso il mio padre spirituale don Vito Campanelli ripeteva, riprende le parole di don Bosco: “Siate buoni cristiani ed onesti cittadini”. È nella quotidianità, nelle relazioni e nel rapporto con il prossimo che innesto la mia candidatura con la coalizione “Un impegno in Comune”, a favore di Donato Lucilla sindaco.
Miccoli: “Mi chiamo Danilo Miccoli, ho 20 anni e sono un perito informatico. Nella vita ho due grandi passioni: lo sport e la musica. Ambisco a vivere in un paese nel quale la civiltà sia un dogma e non un’utopia e, con questo progetto politico, ho visto la possibilità concreta di potermi impegnare in tale direzione”.
La politica è poi così importante per il futuro di voi giovani?
Cantore: “Costruiamo il nostro futuro giorno dopo giorno nello studio, nel lavoro e nelle relazioni. Diffiderei dal luogo comune retorico che vede i giovani “impegnati a riprendersi il loro futuro” o roba simile. Credo fortemente che l’essere giovane non sia un valore aggiunto ma una costatazione: tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo, nelle diverse modalità di intervento; ciò può avvenire se ben chiara è la meta del Bene comune. Credo che la “politica” non rientri nella dimensione del fare ma dell’essere, e valori improcrastinabili come legalità, solidarietà, ascolto e “fatica”, nell’accezione di un impegno costante, non siano delle semplici frasi da apporre sui manifesti elettorali, ma il punto di partenza per la crescita dell’intera collettività. A tutti i neofiti della vita politica e amministrativa del proprio paese l’invito è a studiare, a non essere superficiali, ad analizzare i bisogni del territorio e mettere a sistema le proprie capacità per individuare le opportune strategie di intervento: ecco perché la politica è così importante per noi giovani”.
Miccoli: “La politica è fondamentale, anche per noi giovani, quale mezzo per sanare storture e portare il cambiamento. Il mio motto di vita è “Oggi è già domani” e noi siamo il domani, quindi non possiamo esimerci dalla partecipazione e dall’impegno attivo”.
Ad ogni tornata elettorale si tirano in ballo i giovani, definendoli il futuro, una risorsa per tutti. Molti invece sostengono che siete solo usati, i così chiamati “portatori sani di voti”. Secondo te?
Cantore: “Ho visto molti miei coetanei, specialmente per questa tornata elettorale, circuìti dai ben più rodati politicanti. Occorre però dissuadere dalla malsana idea che la politica sia la nuova frontiera dei “talent show”: non una vetrina per acquisire notorietà o per fare la “voce grossa”, ma un’opportunità di crescita collettiva, di sviluppo per l’intera comunità cittadini. Spero che la fiducia di chi andrà a votare sia nei programmi e in chi quei programmi se li carica sulle spalle”.
Miccoli: “Credo che le candidature dei giovani nell’ambito politico meritino di essere valorizzate: sia a livello locale, sia nazionale, il Paese ha bisogno di una ventata di freschezza, fatta di ideali e visioni, oltre che di un semplice dato anagrafico. Chi meglio di noi giovani può farlo? Con la nostra lista, abbiamo dimostrato che il coinvolgimento vivace e veritiero di una generazione è possibile, senza strumentalizzazioni”.
La crescente sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni e di chi le rappresenta (la politica in senso lato), in che modo è possibile recuperarla?
Cantore: “Quando ero più piccolino, mi è capitato di scrivere al Sindaco: la grafia incerta e timida di un bambino curioso che voleva parlare con il Primo Cittadino ed esporre tutti i suoi dubbi. Le risposte del prof. Mastrovito non tardavano ad arrivare, e questo strano rapporto epistolare mi ha permesso di nutrire un immenso rispetto verso chi frequenta Palazzo San Domenico. Pensare che “siamo tutti uguali”, che “tanto o uno l’altro sempre ruberanno” è il risultato di una politica basata sul chiacchiericcio, sull’immagine e sugli interessi personali. Occorre riacquistare la fiducia dei cittadini con l’impegno quotidiano e costante, con la propria vita, essere soldati di frontiera. Ad oggi i sette programmi elettorali consegnati alla cittadinanza puzzano di fotocopiatrice: la differenza sta nella presenza sul territorio, nel lavoro propedeutico. In un paese di 27.000 abitanti anche durante le conversazioni da bar evincono le problematiche da affrontare. La differenza risiede nelle strade individuate, nelle soluzioni elaborate, nel percorso effettuato, nella coerenza delle proprie decisioni e quindi delle proprie azioni”.
Miccoli: “Penso che questa situazione di sfiducia nelle istituzioni scaturisca dal senso complessivo di distanza che percepiscono i cittadini, al quale si sommano numerosi fatti di cronaca a tema. Spero che si possa aprire una nuova stagione, a partire dal locale, improntata al buon esempio della classe politica e alla partecipazione di tutti. E spero, per questo, che ognuno di noi eserciti il proprio diritto al voto usando il massimo del buon senso e della consapevolezza”.
Sei consapevole della gravità di quanto accaduto qui a Gioia del Colle a febbraio dell’anno scorso? Quegli avvenimenti cosa ti hanno insegnato?
Cantore: “Abbiamo avuto i riflettori puntati addosso. La punta dell’iceberg fuoriuscita a febbraio nasconde un terreno insidioso, da dissodare… Quegli avvenimenti mi hanno insegnato il beneficio del dubbio: non aspettare che qualcuno creda in me, informarmi ed approfondire le dinamiche alla base della realtà circostante, per un riscatto sociale ed etico. Il lavoro dell’opposizione è stato sempre orientato in questo senso e se qualcuno sbuffa quando, con delibere alla mano, ripercorriamo le vicende del sistema P., offende la dignità dei cittadini! Chi si ripresenta ha il coraggio (o forse l’assenza di pudore, di contegno) di impugnare la spugna e tentare cancellare il passato, ci violentano. Dobbiamo avere la forza di opporci, di essere “quel cambiamento che vogliamo vedere nel mondo”.
Miccoli: “Abbiamo seguito e vissuto da vicino, da gioiesi, gli avvenimenti verificatisi al Comune nel Febbraio dell’anno scorso. Mi auguro che valgano da monito per tutti, favorendo la trasparenza da parte di chi ci amministrerà e ricordando agli elettori l’importanza di una scelta da non sottovalutare, in grado di cambiare la città ed il suo futuro”.
Gioia del Colle di cosa ha bisogno per poter rinascere e ritornare ad essere un punto di riferimento per l’intero territorio?
Cantore: “Dal punto di vista politico ed amministrativo il nostro programma si dirama dal concetto chiave di “sviluppo e cultura”, il nucleo portante di una programmazione strategica concertata, elaborata non come un insieme di interventi sfilacciati ma come un’azione congiunta di promozione e valorizzazione del territorio. Sono 37 pagine sommate alle relazioni specifiche e dettagliate dei progetti da realizzare, frutto del lavoro della coalizione avviato a luglio del 2015 e conclusosi ad aprile, con la presentazione del programma sviluppata nelle quattro settimane. Dal punto di vista culturale e sociale, Gioia per rinascere deve cercare nel fondo della propria coscienza la forza di gridare NO ai benefattori della domenica, a chi promette posti di lavoro, a chi compra il voto, a chi denigra e non si mette in gioco nei confronti pubblici, poiché privo degli strumenti per effettuarlo. La vera alternativa è rappresentata da Donato Lucilla sindaco”.
Miccoli: “Penso che la buona amministrazione, affiancata da un popolo partecipe e informato, possa essere la chiave per aprire la porta di quel progetto chiamato “Costruzione del Futuro”. Buona Amministrazione è, ad esempio, la valorizzazione e riqualificazione del patrimonio urbanistico, è integrazione socio sanitaria e un modello di sociale che non lasci indietro nessuno. Buona amministrazione è restituire a Gioia dignità e un’idea di sviluppo”.
Quali sono, secondo te, le qualità che dovrebbe possedere un buon amministratore della “Cosa pubblica”?
Cantore: “Un buon amministratore dovrebbe percepire la delicatezza del proprio operato, dovrebbe nutrire rispetto nei confronti dei propri cittadini. Dovrebbe essere capace anche di scelte impopolari ma lungimiranti, con lo sguardo rivolto in profondità ma con una particolare attenzione alle “periferie del mondo”. Un buon amministratore non deve cedere alla tentazione del “delirio di onnipotenza”.
Miccoli: “Secondo me, un buon amministratore della “cosa pubblica” dovrebbe avere come priorità la competenza e la trasparenza. Soprattutto, dovrebbe essere umile, qualità propria dei grandi uomini”.
Perché gli elettori gioiesi dovrebbero votarti?
Cantore: “Votare me significherebbe dare fiducia ad una coalizione che è in piedi da luglio del 2015, sorta da due movimenti “Solidarietà e Partecipazione” (SeP) e “Progetti di Gioia” (Pro.di.Gio) nati nel 2011. Votare me significherebbe dare fiducia a Donato Lucilla, l’unico candidato sindaco capace di presentare la squadra degli assessori che lo affiancherebbe: Enzo Cuscito, vice sindaco con delega agli appalti, alla trasparenza e alla legalità, Daniela De Mattia, assessore alle politiche urbanistiche, promozione del territorio, decoro urbano e mobilità, Anna Maria Longo, assessore alle Culture, mediazione culturale e servizi per l’istruzione, Iole Pitarra, assessore al welfare, servizi di benessere sociale e pari opportunità ed io, Paolo Cantore, assessore alle politiche giovanili ed orientamento, sport, qualità dell’ambiente e rapporti con i comitati di quartiere. Votare me significherebbe impegnarsi nella strada del cambiamento, prendere consapevolezza che è il momento giusto di politiche che tendano a creare il terreno più fertile per lo sviluppo e della crescita personale e collettiva, con un’attenzione particolare alle fasce giovanili, impostando gli indirizzi politici in uno stile educativo, di promozione sociale”.
Miccoli: “Già oggi siamo la società del domani, ne viviamo i problemi, le ansie e le speranze. Dunque, perchè non darci fiducia? Non vogliamo fare i “portatori di voti” ma essere voci e portatori di bisogni e proposte per la città nella quale viviamo”.