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Cronaca

TOPO FUNAMBOLO E ACROBATA ALLA FESTA DEL CROCIFISSO

topo alla festa del crocifisso

topo alla festa del crocifisso Il 14 settembre ad esibirsi sul sagrato della Chiesa di Sant’Antonio non solo Mario Rosini e il tenore Nicola Magnanini, ma anche un ratto di enormi dimensioni in cerca di notorietà e decisamente da scritturare per le sue doti di acrobata e funambolo.

Dopo un appostamento nei paraggi del Centro Alzheimer, il topo intorno alle 22 è letteralmente sfrecciato sul palco, sotto gli occhi ed i piedi di Mario Rosini e di coloro che erano seduti nelle prime file, trovando rifugio tra la custodia del pianoforte e la pedana.

La comparsa del roditore ha scatenato più che panico, l’ilarità dei presenti grazie anche alle battute di Nino Piscitelli e Gegè, i quali hanno sdrammatizzato la presenza dello sgradito ed inaspettato ospite, sottolineando l’interesse suscitato dal cantante anche tra i non addetti al settore e la probabile richiesta di autografo da parte del ratto.

Tra le possibili, irresistibili tentazioni che potrebbero aver spinto l’audace topo a calcare le scene – a detta dell’esilarante Piscitelli -, l’effluvio delle “provole” di Martino Nettis, donate come di consueto agli organizzatori della serata.

Quel che è certo, è che nessuna trappola per topi “normali” avrebbe potuto contenere una bestia di tali dimensioni… escludendo la coda (anch’essa notevole), il corpo del ratto misurava ben “tre lampadine, come si evince dalla foto scattata da Mario Di Giuseppe durante una deltopo alla festa del crocifissole evoluzioni, quindi non meno di 35 centimetri.

Rosini è stato allo scherzo, confessando che questo era il suo primo incontro ravvicinato in concerto con un topo e gli ha anche dedicato una canzone.

Ma il topolone, follemente sollecitato dagli acuti del tenore, a fine serata è stato protagonista di un ben più pericoloso show che se registrato in video, avrebbe di certo assunto proporzioni virali in web, finendo anche su “Paperissima”.

Si è arrampicato sulle luminarie raggiunte ondeggiando su uno dei fili che le collegavano e si è esibito al pari di un funambolo, con il rischio di cadere sulla testa dei presenti ancora una volta allertati dalle risate e dagli ammiccamenti di chi a distanza di sicurezza, con le lacrime agli occhi se la rideva a più non posso. Giunto sulle transenne di legno è salito sulle lampadtopo alla festa del crocifissoine, ed ha percorso i rosoni lungo l’intero perimetro della Chiesa facendo trattenere il fiato ai presenti, tutti con la testa per aria in attesa di vederlo cadere e sfrecciare chissà dove.

Ma il ratto aveva ben in mente un piano di fuga e senza perdere l’equilibrio, conservando un notevole sangue freddo, con pause teatrali e ad effetto ha raggiunto il terrazzino della sede della Croce Rossa, mettendosi in salvo.  

Il tenore con ammirabile aplomb non ha interrotto l’esecuzione del brano pur tenendo d’occhio in tralice il topo che gli aveva rubato la scena.

A margine della cronaca abbiamo chiesto al vice sindaco Enzo Cuscito come sia possibile che nonostante si siano effettuati ben due interventi di derattitopo alla festa del crocifissozzazione, i topi continuino ad invadere Gioia.

“Gli interventi più efficaci sono quelli fatti a primavera, nel periodo di maggior prolificità dei roditori. Non essendo stato attuato un piano di derattizzazione in quei mesi dal Commissario, ogni intervento diventa tampone. Appena insediatici abbiamo avviato una serie di derattizzazioni, deblattizzazioni e disinfestazioni mensili, l’ultima a metà agosto. La prossima avrà luogo ad ottobre. Questi interventi hanno registrato comunque un crollo delle segnalazioni provenienti dai vari quartieri. Quello dei ratti, tuttavia, è un problema che riguarda tutte le città e che può essere tenuto sotto controllo ma non debellato. Molto dipende poi dallo stato dei cassonetti e della spazzatura conferita al di fuori di essi, terreno prolifico per ratti e insetti, oltre che dalla pulizia di immobili e giardini privati, dove il Comune non può intervenire. Il topo visto sul sagrato della Chiesa del Crocifisso, potrebbe aver trovato “casa” sia negli spazi esterni dell’ex Ospedale Paradiso, sia sui tetti della Chiesa, o in abitazioni abbandonate nei dintorni. La derattizzazione allora diventa un problema che necessita della condivisione degli interventi del pubblico e dei privati”.

 

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