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Cronaca

RIFIUTI SPECIALI E RADIOATTIVI BRUCIATI IN TERMOSUD

termosud-ansaldo. ciminiera inceneritore in funzione

dismo impianto-dimostrativo-5-mw-isotherm-itea-spa-gioia-del-colleNon è una questione politica, è una questione sociale e ambientale”. In questa frase estrapolata dalla lettera di Roberto Cazzolla Gatti pervenuta in redazione in risposta al comunicato stampa del sindaco Lucilla, è contenuta una grande verità.

Lo scienziato gioiese, da anni importante punto di riferimento sulle questioni ambientali, che ringraziamo per averci scelto come “voce” attendibile e coerente, esprime con chiarezza i suoi dubbi: “Le conseguenze di un esperimento che interessa nuove tecnologie di trattamento dei rifiuti non possono essere previste in maniera precisa e non le si può definire prive di nocività a priori.

Nessuno, né il sindaco né gli stessi ideatori dell’impianto possono metterci “la mano sul fuoco (o sull’ossicombustione)”, e lancia una sfida: Lucilla può confermare, rendendoli pubblici, i dati delle emissioni registrate negli ultimi anni – secondo l’Ansaldo Termosud in possesso dell’Arpa – e far istallare sin da subito centraline di monitoraggio dell’aria, dislocate per la città, in grado di rilevare anche le emissioni di diossine e nanopolveri? 

Nella lettera questi ed altri importanti spunti di riflessione che invitano al dialogo, non a sterili polemiche, nel momento in cui si è chiamati ad esprimere pareri che potrebbero avere conseguenze anche serie sulla salute di tutti i cittadini e di quell’indotto operoso che da decenni investe in agricoltura biologica, vitigni di eccellenza e produzione casearia, che inevitabilmente verrebbe ad essere danneggiato e mortificato, insieme alla vocazione turistica del territorio, da finte opportunità di lavoro che porteranno profitto nelle tasche di pochi azionisti a discapito di un intero paese, senza garantire nulla neanche agli operai dello stabilimento che oggi sperano di veder scongiurato lo spettro della cassa integrazione. La storia si ripete e “docet” e di pagine anche “nere” e non solo per le emissioni sulla Termosud–Ansaldo ed il suo declino, se ne sono scritte e non poche.

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Croberto cazzolla gatti2ari cittadini gioiesi,

ho letto con interesse il comunicato stampa ufficiale divulgato nelle ultime ore dal Sindaco di Gioia del Colle, Dr. Donato Lucilla, e i commenti di alcuni suoi collaboratori amministrativi, in seguito alle polemiche riguardanti le sperimentazioni in corso presso l’Ansaldo Termosud. Ciò che mi ha più stupito è che di una problematica sociale si sia fatto, per dolo o per colpa di alcuni politicamente scorretti, una questione puramente faziosa. Purtroppo, in contesti provinciali si tende a strumentalizzare quelle che dovrebbero essere importanti discussioni tra i cittadini e le istituzioni, finalizzate al bene comune. Al contrario, emerge spesso un interesse personale ben poco edificante, che riduce a discussione da bar, qualunque serio confronto sulle criticità locali.

Mi dispiace che sulla scorta della mia lettera alcuni abbiano fatto della vicenda un motivo di polemica politica molto gretta e volgare. Questo sminuisce il senso della dialettica ecologica che dovrebbe nascere tra i cittadini da simili situazioni.

Invece, un certo pseudo-giornalismo sfrutta ogni occasione per dire “avevamo ragione noi e gli altri no”. Ma il dibattito unilaterale non porta mai a niente.

Sono contento che almeno qualcuno mantenga ancora un profilo giornalistico ben più alto in quest’epoca in cui l’offesa (come può, ad esempio, un giornalista definire i rappresentanti di un partito politico “i più patetici”?!) ha preso il posto dell’informazione. Un’epoca in cui il giornalismo, se così lo si può chiamare, assume piuttosto i toni da social network di periferia.

Ad ogni modo, ciò che interessa è la sostanza dei fatti e, nondimeno, le risposte dell’Amministrazione in merito mi sembrano alquanto parziali. Non è vero che il Sindaco ha semplicemente rilasciato un parDonato Lucillaere urbanistico col suo ultimo atto, come molti stanno sottolineando. Scrivendo che “il parere favorevole è condizionato alla non nocività dell’attività”, il rappresentante istituzionale della città si è assunto una ben precisa responsabilità nei confronti dei cittadini. Una certezza che non è in grado di garantire.

Infatti, non si conoscono gli esiti e le emissioni risultanti da questa sperimentazione. Una sperimentazione che si è pensato di realizzare (e, probabilmente, si è già realizzata) su rifiuti speciali (quindi farmaci, residui industriali, vernici, etc.) e su quelli contaminati da materiale radioattivo (ovvero oggetti provenienti dalle centrali nucleari).

Inoltre, già in passato l’impianto ha emesso quantità di diossine rilevabili dalle comuni strumentazioni. Le conseguenze di un esperimento che interessa nuove tecnologie di trattamento dei rifiuti non possono essere previste in maniera precisa e non le si può definire prive di nocività a priori.

Il primo cittadino non può, pertanto, avere alcuna certezza sull’esito degli esperimenti e dichiararne l’innocuità per la salute e l’ambiente. Nessuno – persino gli stessi ideatori dell’impianto – può mettere “la mano sul fuoco (o sull’ossicombustione)”.

Sebbene apprezzi l’idea del progetto “Gioconda” (ma è bene che lo si metta in pratica, prima di valutarlo, così come dovrebbe sempre essere), non trovo nelle risposte del sindaco, alcun riferimento ai miei dubbi in merito al tipo di centraline di monitoraggio che saranno installate per valutare le emissioni dell’impianto durante la sperimentazione. Sono molti anni che questi “tentativi” di sperimentazione vanno avanti presso Ansaldo, ma non ho mai letto alcun rapporto sulle emissioni da parte di questa azienda e degli organismi preposti al controllo. I responsabili Itea Spa dichiarano che l’Arpa Puglia sia in possesso di questi dati, ma nessuno (sindaco incluso) credo ne sia a conoscenza.

Se davvero i dati dellatermosud ansaldo gioia sperimentazione effettuata negli ultimi anni esistono e sono in possesso di un ente pubblico come Arpa, devono essere messi a conoscenza di tutti. Se davvero l’intento dell’amministrazione locale è di fare chiarezza e mostrare trasparenza alla città sulla vicenda, che richieda all’Arpa queste informazioni e pubblichi on-line i valori delle emissioni rilevate. Se davvero il Sindaco è certo che il tema sia seguito “da tutti gli organismi preposti”, è suo dovere mostrare e un diritto dei cittadini poter consultare i dati pubblici dei monitoraggi passati e presenti.

Non ho trovato, nella lettera del sindaco Lucilla, alcuna risposta in merito al rischio di produzione di diossine, evento già verificatosi in passato (si legga https://robertocazzollagatti.com/2007/12/10/il-dismo-ha-prodotto-diossina/) e alcun accenno alla reale necessità di sperimentare qualcosa che mira a eliminare, tra gli altri, i rifiuti solidi urbani in una società che mira alla sostenibilità per mezzo della raccolta differenziata porta a porta.

La storia dell’Isotherm, del Dismo e dell’Itea è molto lunga e ricca di oscuri passaggi (si legga http://xoomer.virgilio.it/laretedellavita/Forum%20sui%20rifiuti.htm).

Negli ultimi tribolati anni, l’azienda ha trasferito l’impianto dalla provincia di Bologna, dove aveva destato più che qualche preoccupazione tra amministratori e cittadini, a Gioia del Colle dove, invece, il sindaco in primis si sente così sereno da dichiararne la non nocività (al pari di chi in passato si è avvicendato nell’Amministrazione della città, pertanto non si facciano belli altri partiti sparando al capro espiatorio di turno. Non è una questione politica, è una questione sociale e ambientale. Sia chiaro, ancora una volta!). Ricordo ai più smemorati e a coloro che in questi giorni diffondono ben opposti articoli, di rileggere quanto pubblicato sulla Repubblica di Bologna il 18 luglio 2005 in cui si denunciava che il “Dismo, macchina sperimentale nata per l’eliminazione dei rifiuti speciali, è stata sigillata dall’Ausl su disposizione dell’ufficio del giudice preliminare a scopo probatorio. Il giudice ha accolto la richiesta di un dipendente di Itea, la ditta che la produce, che si è ammalato di cancro. L’uomo aveva presentato denuncia alla Procura della Repubblica ipotizzando che il suo male sia legato ai fumi inquinanti della macchina che brucia a temperature elevatissime (1600-2000 gradi) i residui industriali contaminati da sostanze classificate come pericolose (…). Ora isperimentazione sulla fiamma Ansaldol grande cilindro, un’installazione delle dimensioni di una locomotiva, collocato sotto una tettoia accanto all’inceneritore, nell’impianto del Frullo di Granarolo gestito da Hera, è bloccato”.

Sono consapevole che la decisione di autorizzare e finanziare l’impianto è stata maldestramente presa dalla Regione Puglia (tra l’altro, ribadisco che la procedura di assegnazione del finanziamento dovrebbe essere posta sotto la lente d’ingrandimento per scongiurare qualunque incongruenza) e non dall’Amministrazione comunale, ma l’ente locale ha il dovere di mantenere alta la guardia se qualcosa viene realizzata (da un privato che gode di finanziamento pubblico, già un antitesi di per sé) sotto il naso dei suoi cittadini. Non avendo ricevuto risposta a nessuno dei precedenti interrogativi, mi rivolgo nuovamente al Sindaco per porgli, stavolta, solo una semplice domanda: se è così certo della non nocività dell’impianto considerato che, come lei stesso dichiara, “è ubicato nelle immediate vicinanze dell’abitato”, ha la possibilità di dimostrarlo ai suoi cittadini pubblicando i dati delle emissioni registrare negli ultimi anni e istallando sin da subito (che lo faccia tra molti mesi o qualche anno non ha senso) centraline di monitoraggio dell’aria, dislocate per la città, in grado di rilevare anche le emissioni di diossine e nanopolveri?

Se la sua risposta a questa domanda sarà affermativa e vedrà, in poche settimane, concretizzarsi quanto promette, allora avremo fatto bene a credere nella sua buona fede, confutando qualunque accusa.

In caso contrario, a prescindere dal mediocre battibecco politico-giornalistico locale, avremo la dimostrazione che quello che lei definisce “allarmismo capace di insinuarsi e confondereè solo un modo per mascherare il solito garantismo incompetente dei politici che fa più spesso l’interesse del privato nei confronti del pubblico, laddove il pubblico viene amministrato non per il suo bene, ma per il beneficio di chi dal trono tranquillizza la plebe senza, però, fornire alcuna prova dell’assenza di rischio.

In attesa di fatti e non di chiacchiere da bar e polemiche da social, mi auguro che i cittadini restino in (trepidante e “proattiva”) attesa di: 1) vedere i risultati delle emisinceneritore Ansaldo ex Termosudsioni rilevate negli scorsi anni pubblicate sul sito web ufficiale del Comune di Gioia del Colle e, 2) alzando la testa al cielo, trovare centraline che controllano l’aria che giorno dopo giorno vecchi, giovani e bambini respirano.

Mi intristisce leggere le parole di coloro che, invece di preoccuparsi di controllare e migliorare la qualità della loro vita, erudiscono altri commentatori di professione con infondate lezioni di epidemiologia fai da te. 

Non ho mai dichiarato, infatti, che sul territorio locale “ci si ammala di più che in altri paesi”, ma soltanto che Gioia del Colle sia “una città con elevato tasso di carcinomi e linfomi”. E questo può essere confermato, purtroppo, da quasi tutte le famiglie locali. Ci si ammala di più di alcuni paesi e di meno di altri (certamente meno che nella Terra dei Fuochi, ad esempio), ma in questo caso “mal comune non è mezzo gaudio”.

Attenti quindi a non confondere il dovere di prendersi cura di noi stessi, della nostra salute, dell’ambiente che ci circonda e della res publica, col diritto di fare polemica per dire “ho ragione io e gli altri no”.

Polemizzare e commentare non sono un diritto se lo scopo finale non è il bene comune.

Cordiali saluti,

Prof. Roberto Cazzolla Gatti, Ph.D.*
Professore associato in Ecologia e Biodiversità,
Tomsk State University, Russia
*Ovvero, più semplicemente, un cittadino del grande mondo

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