FSE – Soppressa la storica “corsa” delle 6.35. Viaggiatori in rivolta
E’ notizia di questi giorni che la Sud Est abbia soppresso, senza alcun preavviso, la corsa delle ore 6.35 in partenza da Gioia per raggiungere, dopo aver fatto tappa a Casamassima, il capoluogo Bari.
I viaggiatori in rivolta minacciano ricorsi e denunce con richiesta di rimborso danni per i ritardi causati dal dover viaggiare su una corsa locale che passa da tutte le fermate di Sammichele, Casamassima e Capurso, causando un ritardo di minimo mezz’ora e – con il traffico cittadino e quello all’ingresso di via Amendola che cresce di minuto in minuto – anche di un’ora intera per chi deve prendere gli autobus dell’Amtab per raggiungere il luogo di lavoro.
A detta degli autisti, gli unici “referenti” e punti di riferimento per chi viaggia, la decisione pare dipenda dalla Regione Puglia e sia legata a motivi di economie aziendali.
I viaggiatori hanno le idee chiare e sono davvero agguerriti, determinati ad arrivare fino in fondo e individuare i responsabili di questo disservizio.
Infatti da Casamassima alla stessa ora in cui l’autobus soppresso giungeva da Gioia con a bordo una ventina di passeggeri per caricarne fino a 72 in periodo di distanziamento, numero non solo raggiunto ma anche abbondantemente superato da che le scuole si sono riaperte, partono altri quattro autobus, uno di questi – la corsa n.80 – semivuoto.
Perché quindi sopprimere la corsa n.15 che invece era presa d’assalto alle due fermate obbligate di Casamassima, tanto da costringere alcuni passeggeri saliti a Gioia a scendere per poi risalire su uno degli autobus meno affollati?
Quel che davvero è inspiegabile è perché non si investa parte delle tante risorse stanziate per l’emergenza covid non solo per far viaggiare in sicurezza i lavoratori, ma anche per aumentare le corse, così come fatto in pieno lockdown.
Per coloro che hanno necessità di raggiungere il posto di lavoro nel capoluogo pugliese non ci sono altre “scelte”.
Le prime corse delle 6.05 impiegano oltre un’ora ed obbligano a cambi di autobus ad Adelfia e Valenzano, l’alternativa – ovvero prendere il treno -, oltre ad essere molto più onerosa, è meno comoda per chi utilizza le canoniche fermate cittadine.
I responsabili delle RFI e l’assessore regionale ai Trasporti si tengano pronti: le lettere dei legali con l’accusa di aver creato disservizi, danni morali e psicologici e richieste di rimborsi per il danno economico subito sono già pronte e non è da escludersi che unendo le proteste anche di chi utilizza altre tratte, non si giunga ad una class action.