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IL PRESEPE PUGLIESE RACCONTATO DA BIANCA TRAGNI -foto-

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presepe-particolareDa sabato 11 dicembre è in esposizione nel chiostro del palazzo di città un suggestivo presepe “napoletano”, creato dal presepista Stefano Conte, di Castellana.

La serata dedicata alla presentazione dell’opera, inserita nella rassegna “Al tempo della luce nuova” è stata impreziosita da un’appassionata conversazione sullibro-presepila storia del presepe e del presepe pugliese in particolare, affidata alla effervescente vis oratoria della scrittrice e storica Bianca Tragni.

In una sua opera, “Il presepe pugliese – Arte e folklore”, redatta con Chiara Gelao ed edita Adda, la Tragni racchiude anni di ricerche e studi sull’argomento. Rendono ancor più preziosa la pubblicazione, il patrimonio iconografico a corredo degli scritti e l’estrema cura grafica, cifra stilistica di estrema professionalità e competenza.

Nonostante il freddo intenso solo in parte mitigato dalla presenza di lampade riscaldanti, il pubblico si è rivelato sin dalle prime battute caloroso ed attento, incantato dalla trascinante dialettica della professopresepe-intervento-sindacoressa, una “pasionaria” della pugliesità, da lei promossa anche oltralpe. Bianca, infatti, è da pochi giorni rientrata da Bruxelles, città in cui ha presentato alla Comunità Europea e ai nostri immigrati “Il presepe pugliese”.

Dopo i saluti del sindaco, una breve presentazione dell’artista e l’introduzione dell’avvocato Lucio Romano, “cuore e mente” della rassegna natalizia, Bianca Tragni ha esordito affermando che il presepe napoletano ha ucciso il presepe pugliese, tesi sostenuta da motivazioni più che plausibili, presepe-lucio-romanoalla luce storica, sociale ed antropologica dei fatti, che pur non ha mancato di destar un fremito di disappunto tra i tanti estimatori del presepe napoletano presenti tra il pubblico.

Bianca Tragni, per altro presidente del Comitato per le Celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unità Nazionale, ha ricordato quanto nel passato la “sudditanza” nei confronti del Regno di Napoli abbia penalizzato la Puglia, terra di talenti, artisti, grandi uomini e scienziati che il mondo ci invidia.arbore-1

Nei giorni scorsi il presidente onorario del Comitato, Renzo Arbore, incontrato dalla presidente e da alcuni membri del direttivo, ha espresso il desiderio di poter avere nel concerto di bande da lui diretto per celebrare a marzo in Puglia il 150° anniversario dell’unità, proprio la banda di Gioia in rappresentanza delle bande storiche, richiesta accolta con profondo orgoglio del sindaco Piero Longo che da sempre valorizza e sostiene questa realtà identitaria gioiese. L’evento organizzato dalla Prefettura in collaborazione con il Comitato, è nel “pacchetto” delle celebrazioni del 2011, concordato a livello nazionale.

presepe-bianca-tragni“Il presepe più che un rito è una passione inestinguibile, un amore sconfinato, un tarlo roditore, un virus contagioso – dichiara la scrittrice – autorappresenta un popolo, così come Dio si è fatto carne, il presepe si è fatto carne del luogo in cui nasce, ne è parte integrante. In Puglia troviamo presepi con stalattiti nella grotta e lo stesso materiale, sia esso carparo o pietra leccese, su cui vengono prima scolpite e poi dipinte le effigi, rappresenta il territorio, le sue unicità”.

Dalle sacre rappresentazioni pittoriche e scultoree riferite al Vangelo, al francescano presepe di Greccio risalente al 1223, il presepe di fatto “vive” da 800 anni, attestandosi come una delle tradizioni più longeve.

presepe-pubblicoLa straordinaria ricchezza di fonti narrative, evangeliche e popolari, ha consentito, fin dal 14° secolo, di differenziare anche in Puglia la rappresentazione della Natività da quella del Presepe.

“Questo passaggio – continua Bianca – può essere colto proprio in una chiesa francescana, quella di Santa Caterina a Galatina. In una arcata, nella controfacciata della navata sinistra, un grande affresco, con la rappresentazione della Natività, fa da sfondo ad un presepe in pietra attribuito allo scultore galatino Nuzzo Barba, intorno al 15° secolo. Ad oggi quello di Galatina è ritenuto il più antico presepe di Puglia di cui sopravvivono però solo gli elementi centrali: la Vergine, il Bambino, San Giuseppe, il bue e l’asino”.

presepe-stefano-conte0E’ nel corso del 16° secolo, tuttavia, che la rappresentazione presepiale con scultura in pietra, trova la sua massima affermazione. A fine ‘700, dopo un breve declino, il presepe torna in auge ma in forme differenti, influenzate dalla moda napoletana dei presepi “vestiti”, che in Puglia “indossano” drappeggi di cartapesta o terracotta.

“Sono da considerare “pugliesi” anche i presepi localizzati in provincia di Matera – precisa la Tragni – sia perché fino al 1663 è parte integrante della Terra d’Otranto, sia perché è un territorio del tutto omogeneo, dal punto di vista morfologico, fisico e antropico, a quello dell’alta Murgia”.

presepe-tragni-biancaE’ Stefano Pugliese da Putignano, nel corso del 16° secolo, lo scultore più accreditato e conosciuto in Puglia, scultore dei presepi di Grottaglie, Polignano a Mare, Martina Franca. Altri artisti vocati a questa arte sono Paolo da Cassano, a Cassano Murge e Bitritto; Altobello Persio di Montescaglioso e suo fratello Aurelio ad Altamura, Tursi a Gallipoli e Gabriele Riccardi nel leccese, il quale inscenerà per la Cattedrale di Lecce un raffinato presepe disteso su tutto un altare, in esso compaiono insieme alla Natività, la Cavalcata dei Magi e i Pastori adoranti.

Un altro bel presepe a rilievo, di autore anonimo lo si può ammirare a Torre Santa Susanna, anonime anche le tre figure in pietra della Natività di Manduria.

presepe-pubblico-2La religiosità popolare riprende vigore nell’Ottocento, quando, con alterna qualità i cartapestai del Salento e di Lecce iniziano una tradizione viva ancora oggi. Primo protagonista ne fu Mesciu Pietru de li Cristi, soprannome del primo cartapestaio documentato con una statua di San Lorenzo in Lizzanello del 1782. Il suo nome era Pietro Surgente e fu il maestro di grandissimi scultori della cartapesta nell’Ottocento.

L’uso della cartapesta sarà destinato a rivoluzionare l’arte scultorea sacra, rendendo ben più leggere e meno costose le statue portate in processione, e di conseguenza dando origine ad una produzione dai ritmi vertiginosi, pronta a conquistare i mercati d’oltre oceano.

presepe-particolare-2“Una bottega leccese produsse angeli per l’America, divenendo ricchissima – ricorda Bianca Tragni – una statua di Giovanna D’Arco del ‘700, costruita a Lecce, la si può ammirare in Francia… i nostri erano eccellenti maestri che nulla avevano da imparare dai napoletani, dai loro “pupi” con faccia, mani e piedi di creta ed abiti sontuosi.

Fu proprio un leccese a “rubare l’arte” ai napoletani, un certo Mesciu Chiccu Pierdifumu abilissimo nel creare pupi da presepe in creta. Sua moglie Assunta Rizzo li “vestiva” con pezzi di stoffa alla napoletana se erano di piccolo formato, con drappeggi di carta imbevuta di colla se più grandi. Si passò così dal classico pupo napoletano al classico pupo leccese ed il presepe miniaturizzato entro in ogni casa.

presepe-pubblico-attentoIl rispecchio dell’epoca e della realtà locale nel presepe è evidentissimo. I nobili partenopei amano farsi ritrarre, i loro volti sono gli stessi dei personaggi e addirittura nei cortili creano allestimenti presepiali sontuosi, abbelliti con i gioielli di famiglia. Di contro si vedono poveri, miserabili negletti  ritratti emaciati, vestiti di stracci, emarginati nella vita e nel presepe.

“Nel presepe napoletano vi è un brulichio, una confusione… Dov’è Gesù? E’ difficile persino trovarlo nel bailamme di figure ed oggetti. L’intera natività è relegata in un angolo, smarrita in tanta ridondanza. Poi arrivano le bande dei turchi, i saraceni ed elementi archeologici, maestose colonne romanebianca-tagni-presepe. Ancora una volta la società influenza l’arte. In quegli anni iniziano gli scavi di Pompei ed Ercolano, il rosso pompeiano è di moda ed incendia i palazzi nobiliari…

Il messaggio evangelico è totalmente stravolto nel presepe bizantino, non sono pochi gli scontri tra la Chiesa Ortodossa e quella Cattolica sull’argomento. Maria, come ogni partoriente è raffigurata stesa, mentre Gesù, come ogni neonato, “fa il bagnetto” e viene lavato da due donne, una è Zoraide, la levatrice che dubitò della verginità della Madonna e, nel verificarla, si ritrovò con la mano ustionata, solo il perdono della Vergine la guarirà. San Giuseppe è distante, in un angolo, in atteggiamento pensoso.presepe-applausi

Una riflessione scherzosa sulle motivazioni di tanta “pensosità” ha scatenato l’ilarità dei presenti.

“Fu Santa Brigida di Svezia – precisa la storica – mistica terziaria francescana e badessa, co-patrona dell’Europa, di ritorno da un pellegrinaggio a Gerusalemme nel 1372, a suggerire le “fattezze” della natività al papa Gregorio 11°, ispirata da una visione.

Bianca Tragni conclude l’incontro con un’accorata esortazione, invita a resistere alle lusinghe commerciali di Halloween, Santa Klaus… ad ogni contaminazione culturale destinata ad impoverire il nostro patrimonio di tradizioni e soprattutto a non tradire il nostro presepe.

Le fotogallery sono state curate da Mario Di Giuseppe che ringraziamo per la gentile collaborazione.



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