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DA COSTA – AEDO DEI CALDI CANTI DEL MEDITERRANEO/foto

antonio da costa in concerto

antonio da costa in concerto“L’Aedo dei caldi canti del Mediterraneo” Antonio Da Costa torna in scena esattamente un mese dopo “Da Costa a Costa”, talk show musicale organizzato dal Lions Club International Gioia del Colle Host Terra dei Peucezi per promuovere il service distrettuale “Zaino sospeso” in collaborazione con il Leo Club Stupor Mundi ed il Circolo Unione.

Sarà infatti il 27 agosto in piazza Plebiscito alle 20.30 per la “Seconda Giornata della Donazione” organizzata dalla Fratres.

Una serata quella del 27 luglio nell’accogliente cornice del sagrato della Chiesa di Santa Lucia, che chiude in bellezza la rassegna “VERBA – Le parole raccontate”. Ad accogliere i presenti il presidente Lions Angelo Antresini che illustra il service ideato per offrire a tutti i bambini materiale scolastico e zaini, affinché nessuno si senta diverso o resti indietro ed altre iniziative tra cui la raccolta degli occhiali dismessi presso le farmacie, in seguito inviati al Centro nazionale Lions per poi essere catalogati e distribuiti a chi ne ha bisogno e l’addestramento di un cane guida per ciechi. I Lions sono infatti conosciuti come “Cavalieri della luce” dei non-vedenti e diantonio da costa in concerto quanti hanno gravi problemi di vista dal 1925, anno in cui in una Convention Internazionale, Helen Keller sfidò i Lions ad impegnarsi per questa nobile causa. Tra gli altri service ricordati da Antresini lo storico “Progetto Martina” e “Giochi senza barriere”.

Il presidente del Circolo Unione Nicola Romano, invitato ad un saluto, condivide a pieno le azioni solidali a sostegno dell’infanzia e ritrova in Angelo lo stigma “imprenditoriale” che contraddistingue chi si pone alla guida di una associazione di servizio con determinazione, puntando agli obiettivi.

Sabino Marinelli, segretario del Lions Club International Gioia del Colle Host Terra dei Peucezi, in trenta parole illustra la mission del Club prima di passare la parola a Rosa Surico, bravissima conduttrice e intervistatrice, oltre che preziosa operatrice culturale, che ricorda la “genesi” dello spettacolo, ovvero il Carrozzone, format nato sotto il segno del Covid grazie all’impegno non solo creativo di Alessandro Capurso in collaborazione con Gegè e Marilù Vittore.

antonio da costa in concertoUn grande grazie al main sponsor Autoteam precede l’ingresso di Antonio Da Costa, al secolo Antonio Pellicoro – eclettico polistrumentista, compositore, cantante, chitarrista, arrangiatore e produttore, per l’occasione insignito dal Club del Premio “Eccellenze della Terra dei Peucezi” fortemente voluto dal presidente e da Pino D’Aprile. Al musicista viene consegnata una targa a nome del Club e del Comune su cui è incisa questa frase: “Aedo dei caldi canti del Mediterraneo, declinati in albe e tramonti anche sullo spartito della vita, hai costruito il successo sulle corde di vibranti emozioni, al ritmo di una trascinante allegria, inebriato dalla melodica bellezza di ogni Sud, senza mai perdere la rotta verso la tua Itaca. E Gioia, tua culla e fucina di talenti, ti ringrazia per il riverbero di gloria che il tuo nome – qui e in altre latitudini – le dona!

Un secondo dono giunge a sorpresa da Maria Pavone, un quadro di Gino Donvito da lei commissionato negli anni ’80, quando Antonio si esibiva nella “Cantina”. Un’opera “pensata” quale copertina di unantonio da costa in concerto suo disco e conservata insieme ad un invito, in attesa che giungesse il momento giusto per donarla. Un omaggio graditissimo, che testimonia l’affetto che lega il musicista agli amici di sempre ed il forte legame con il suo territorio ed oggi ben si coniuga con il suo ultimo progetto – un concerto con chitarra sinfonica, ritmi cubani e melodie spagnole – che a breve porterà in tournée con l’Orchestra metropolitana.

ALBUM DI FAMIGLIA…

Ha quindi inizio un simpatico “talk” con foto proiettate sullo schermo tratte dagli album di famiglia in cui Antonio è bambino, ai tempi delle elementari frequentate alla Mazzini a suo dire con scarso profitto, poi adolescente nel Fungo Cinese con pantaloni a zampa di elefante, fluenti capelli e sax, ed ancora inserti video che hanno dato l’assist ad un divertente live, il tutto con disarmante spontaneità.

Tanti gli aneddoti raccontati, dal periodo in cui abbandonò gli studi per vendere cinturoni al mercato con Carmelo Malvaso e… “rimorchiava” alla grande, all’esperienza con musicisti che hanno tracciato solchi non solo sul vinile ma anche nella storia della città e in tante vite: Sandro Corsi antonio da costa in concertonei giorni scorsi salutato per l’ultima volta in Chiesa Madre, l’indimenticato Pippetto Procino, Ninuccio Speranza al sax, Michele Buttiglione al piano, Donato Ascatigno alla batteria, Franco Cetola al basso, Vanni Procino, Franco “Bobby Solo”… Le sue prime esperienze di ritorno dal militare, quando era per tutti Antonio Pellicoro.

Da loro ho appreso che ognuno deve fare con serietà la sua parte e che la musica è un linguaggio universale!

Poi lo studio “matto e disperato”, il diploma al Conservatorio Piccinni in Contrabasso conquistato con enormi sacrifici e la decisione di inseguire i suoi sogni per non tradire sé stesso.

“Per cinque anni ho anche studiato chitarra con la Calzolaro, perfezionandomi a Malaga con il maestro Luis Cordones e a Madrid con il maestro Andres del Palacio. Ho suonato anche sax e flauto. Con la mia Diana arancione che non aveva sedili ribaltabili ma che ho trasformato in tali perché era la mia casa, andavo in conservatorio e mi assentavo per giorni, facendo preoccupare non poco mia madre. Ero attratto dalla bossa-nova e dal jazz samba e per dieci anni con la mia band ho proposto brani di Baden Powell, Irio de Paola e antonio da costa in concertomiei…”.

Sullo schermo scorrono le foto dei suoi cari – papà Domenico, mamma Maria Santoiemma, le sorelle Lina, Rosa e Maria, i fratelli Peppino e Francesco, “… una grande e bella famiglia umile, semplice e onesta!”.

Sugli accordi di “Giochi proibiti” e “Tristezza per favore vai via” inizia a comporre l’alfabeto melodico della sua vita.

Ricorda la “Cabala”, il locale romano in cui incontra Sandro Pertini. Sono gli anni ’90, suona per trenta puntate nell’orchestra della Rai in “Improvvisando” ed inventa il “chitarra-bar”.

“Quando mi proponevo al piano bar per suonare con la chitarra, mi prendevano per matto. Poi pian piano hanno apprezzato l’idea che rielaborassi in chiave di bossa nova, brani melodici della canzone italiana…”

Un progetto vincente che lo porta a suonare in Italia e all’estero presso locali e jazz club esclusivi. Ascoltare Gino Paoli con queste sonorità è una esperienza di sconvolgente bellezza. Antonio intuisce che il percorso è quello giusto.

Altre foto, più recenti raccontano di sua figlia Marzia, che studia al conservatorio ed ha seguito il suo percorso, impegnata in una impresa turistica e di Mattia, valente architetto e bravissimo musicista in cui Antonio rivede in chiaro-scuro quelle zone di malinconica ombra che nutrono l’antonio da costa in concertoispirazione, poi la luce dei suoi occhi, il futuro: i nipoti Andrea e Giorgia.

SUD DEL MONDO, “MON AMOUR”…

Su “El condor pasa” sgorgano quei ritmi a lui tanto cari. Ne racconta la storia, la morte dell’operaio il volo del condor simbolo di libertà e “Noè”, il primo vinile, i mesi vissuti immerso nel ritmo e nella vita, gli approdi, il successo, le sbruffonate registrate in segreteria telefonica, vessilli di meridionalità, le audaci sperimentazioni nel declinare tarantella e reggaeton

“Da sud a sud” ha anticipato troppo i tempi, coloro che amavano la musica tradizionale non la riconoscevano nei ritmi del reggaeton, e gli amanti della musica sudamericana non si ritrovavano nel nostro dialetto… Ho sempre anticipato di circa un decennio le tendenze, questo si è rivelato inizialmente un punto di forza, il successo è arrivato eantonio da costa in concerto lo confesso, mi ha travolto. In Spagna, in Sud America, in India, nei luoghi in cui cercavo ispirazione, non potevo essere di passaggio, fare il turista. Vivevo lì per mesi, immergendomi nella cultura, nei profumi, nei sapori di quelle terre, lasciando che i ritmi e la musicalità della stessa lingua mi attraversassero e diventassero parte di me.” 

Non la solita “contaminazione”, ma una vera e propria trasmigrazione di viscerale amore per la musica che permette alle sue radici di attecchire in quell’humus melodico e culturale senza tradire le sue origini, creando innesti interessanti ed originali, una “fusione” che dà vita a nuove creature musicali dai colori e sapori che si stemperano in gradienti di successo.

Ricorda il suo amore per il flamenco, la rumba ed i ritmi caraibici e quel successo che nel ’96 gli piomba addosso, dando vita a brani che, da oltre 20 anni, animano villaggi turistici e feste.

I SUCCESSI

Nel ‘94 il suo primo CD “Da Costa a Costa”, nel ’96 viene pubblicato dalla etichetta Polygram Spagnola il disco “Casa manana” che contiene il brano “Tequila boom boom”, un ritmo axe bahiano bocciato dalle case discografiche italiane, per Antonio un meritato e travolgente successo.antonio da costa in concerto

“Mi venne chiesto di scrivere altri brani con lo stesso giro armonico e tre anni dopo registrammo “Casa manana 2

Dal ’94 realizza 18 CD pubblicati dalle etichette discografiche Polygram, American Records, Level one, Irma, Sony, Pachanga Production, Smilax, Stranamente music ed intraprende collaborazioni di pregio. Suonerà infatti con Tullio De Piscopo, Tony Esposito, i Los Locos , Los del Rio, Candy Man

Il suo “Vado lavorando” diviene l’inno di tutti gli animatori che desiderano tranquillizzare le loro fidanzate, mentre “Parranda” – nato da un incontro molto particolare con una bellissima escort che ispira al musicista la frase “No tiengo dinero” -, diviene il merengue house più cantato di tutti i tempi.

Antonio ha ormai un suo inconfondibile stile e suona la chitarra adottando le tecniche della percussione, del tres cubano, del sitar indiano, dello shamisen giapponese. La sua notorietà è alle stelle, viene invitato a condurre nelle vesti di direttore artistico 36 puntate de “L’aia suoni e danze del Mediterraneo” su Telenorba. antonio da costa in concerto

Quando sullo schermo partono le note e il video de “Il ginecologo del ritmo”, Antonio confessa di aver scelto quel titolo perché proprio come un ginecologo dava vita a nuovi ritmi in luoghi poveri, dove la felicità è nelle piccole cose, nel canto, nel ballo, nella semplicità di un sorriso, nella sensualità di uno sguardo.

In questi anni registra con il gruppo rap cubano La CuadrillaEl Lunarcito”, “Bandolero” e “Bunga Bunga”, cantati davvero ovunque nel mondo e sperimenta il mixaggio in diversi generi nello stesso brano, ricorrendo alla musica elettronica.

La sua continua ricerca di nuove sonorità lo porta a sperimentare audaci accostamenti.

Con uno struggente “No woman no cry” in portoghese a ritmo di kizomba, Da Costa coinvolge tutti in un allegro coro. A fine serata in tanti si stringono intorno ad Antonio, un abbraccio, un sorriso, un’ultima parola, poi il viaggio riprende… [Foto Mario Di Giuseppe]

Per visualizzare e/o scaricare la gallery cliccare sulla foto sottostante.

Gioia: Antonio Da Costa in concerto

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