APPLAUSI PER “SOGNANDO IL PALCOSCENICO” -foto-
Musica, comicità e risate mescolati in un cocktail di gusto per gli spettatori di “Sognando il Palcoscenico”, tenutosi il 22 luglio in Piazza Luca D’Andrano. Lo spettacolo è stato preceduto da un intervento del Sindaco Longo, che ha voluto sottolineare il suo impegno costante a favore della crescita delle associazioni teatrali gioiesi. Il primo cittadino ha esaltato, inoltre, la bellezza della neo-restaurata Piazza D’Andrano, che si è rivelata sito ideale per i più recenti incontri culturali.
“Sognando il Palcoscenico” propone, con la regia di Filippo Masi, la rivisitazione di sketch tratti da alcuni fra i più noti testi teatrali, da Totò a Eduardo De Filippo a Shakespeare, alternando la recitazione di Filippo Masi, Lyuba Centrone e Giuseppe Di Cagno a brevi esibizioni musicali della band formata da Tommaso Lillo, Giuseppe Lillo e Napoleone Pavone.
“Sognare è importante”, sostiene Lyuba introducendo lo spettacolo, “e il teatro realizza il sogno”. Recitare, infatti, vuol dire oltrepassare le soglie della realtà per immergersi nella dimensione onirica del personaggio che si interpreta. Degna di lode la performance dei tre attori, che sembrano rivestire con facilità i panni dei loro personaggi, portando a rivivere veri e propri “maestri” del teatro.
Sul palco sembrano quindi materializzarsi il tormentato Amleto shakespeariano, l’insuperabile Totò, con il suo linguaggio esilarante e i suoi modi buffi, e alcuni fra i più noti personaggi di Eduardo De Filippo, che Masi definisce “un uomo di teatro, un simbolo, che scrive sulla verità della vita”.
Notevole la riproposizione della prima scena dell’opera di Eduardo più rappresentata nel mondo, “Filumena Marturano”. Di sicuro impatto emotivo anche l’interpretazione della forse più conosciuta poesia di Totò, “A livella”, con la quale i tre attori chiudono lo spettacolo, intrecciando le voci nella parte conclusiva, in cui emerge la consapevolezza della “serietà” della morte, capace di livellare anche le differenze fra un nobile marchese e un povero netturbino.