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“BRIGANTI”: LE NOSTRE ORIGINI IN UNO SPETTACOLO

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P4090064Venerdì, 9 aprile 2010, a conclusione della giornata dedicata al ricordo degli anni che hanno segnato il meridione con il movimento del brigantaggio, c’è stata la messa in scena dello spettacolo intitolato, non a caso, “Briganti”, a cura della compagnia di danza e arti performative Edon’è, e con la regia di Giusy De Vivo che è anche interprete.

Uno spettacolo che attraverso l’arte della recitazione e della danza ci pone davanti alle nostre origini, a quei fatti che gli anziani delle nostre terre non hanno potuto dimenticare, ma che non sono mai stati conosciuti dalle generazioni successive.

La storia non è quella accademica, quella che si studia a scuola; la storia è per le strade, è fra di noi. I fatti narrati prendono spunti da vicende realmente accadute, mischiati a leggende popolari e alla fantasia.

P4090060-siTenera è la figura della nonna, interpretata da Cinzia Clemente, che è anche aiuto-regista e coreografa, e che racconta vari avvenimenti ai suoi nipoti, rapiti dalla grande fascinazione che la Storia – grande, enorme romanzo – ha in sé.

Importante è il ruolo dei coreografi (assieme a Cinzia Clemente, Vito Iacobellis che è anche primo ballerino), che con l’armonia dei movimenti, la bravura e la grazia dei ballerini, ci restituiscono sia l’allegria della nostra Terra data dai balli popolari e sia il dramma di una Terra umiliata, tradita, sconfitta, perché quello che gli italiani del Nord fecero ai meridionali fu spaventoso.

Durante lo spettacolo, infatti, Giusy De Vivo, ricorda sia i cinque fratelli Difonso uccisi ad Acquaviva e sia il sergente Romano, sul quale è in cantiere anche un cortometraggio.

P4090059-siBravi anche gli attori, Gianpaolo Mastropasqua, Marino Dimita e Marco Addati.

Ad accompagnare il tutto la voce fuori campo di Giuseppe Fraccalvieri che ha letto delle poesie in dialetto, quasi a voler recuperare anche il nostro patrimonio linguistico. In questi intermezzi un piccolo schermo proiettava le immagini dei comuni della nostra Gioia, Acquaviva e Santeramo, che sono, tra le altre cose, i tre comuni implicati nell’iniziativa.

Lo spettacolo, come del resto tutto il progetto della De Vivo, è uno spunto per riflettere, per vedere le cose con più chiarezza, per rimettere a posto nella nostra coscienza storica i vari tasselli, e per poter costruire un futuro migliore.

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