LE ORIGINI DEL BRIGANTAGGIO: VIAGGIO NELLA STORIA
Si è tenuto venerdì, 9 aprile 2010, presso il teatro Rossini, l’incontro sul tema, azzarderei a dire, ancora scottante del brigantaggio. Ad introdurre il tutto,
“È una donna che ha dato dimostrazione di grande generosità, perché il riscoprire qualcosa del nostro passato, può farci vedere qualcosa in più del nostro presente”.
Con questa affermazione Marisa Ingrosso dà l’incipit al convegno: “Le origini del brigantaggio: viaggio nella storia”.
Iniziamo così questo viaggio nella storia, nella nostra storia, con i ringraziamenti di Giusy De Vivo che vanno a tutti coloro che l’hanno supportata nel progetto e ne sottolinea anche lo scopo: “vorrei riuscire a portare un nostro messaggio … Il messaggio di essere meridionali!”.
A volere fortemente questa iniziativa, il sindaco di Gioia del Colle, il dott. Piero Longo, il quale interviene all’incontro ringraziando
Pino Aprile, scrittore di indiscutibile a affermata abilità, ha presentato il suo libro “Terroni” edito Piemme.
“Ho cominciato ad interrogarmi sul perché si è meridionali e quello che ho scoperto non mi è piaciuto. […] Chi scrive un libro è perché ha la concreta necessità di dire delle cose. Le parole non dette, escono in nevrosi. La nevrosi del Sud è la verità non detta!”.
Ed è emozionante quando dice e afferma con veemenza che ci portiamo dentro, noi meridionali, proprio per quelle verità represse, un senso di colpa che incessantemente ci fa sentire inferiori.
C’è un riferimento esplicito alla teoria psicanalitica ed, infatti, ad un certo punto del suo intervento dice: “solo quando conosci il mostro che hai dentro, puoi essere libero!”. È che tutti i fenomeni sociali, secondo Pino Aprile, sono somme di psicologie personali.
Ed ancora non può non essere non applaudito quando sostiene che c’è da rabbrividirsi al pensiero che al governo, oggi, e quindi, a distanza di più di un secolo dell’Unificazione d’Italia e da quel movimento che è stato definito dei briganti, c’è la Lega.
E conclude: “L’orgoglio di essere meridionali, non nasce dal fatto di essere nati nel Sud (come per i settentrionali non ci può essere nessun vanto nell’essere nativi del nord), ma nasce nel riscoprire le ragioni, i valori di una società che era grande assieme a quell’altra parte dell’Italia che non sa cosa si perde”.
Insieme a Pino Aprile, in sala è presente un’altra scrittrice, Chiara Curione con il suo libro, dal titolo “Un eroe dalla parte sbagliata”, che ha come destinatario un pubblico più giovane rispetto al citato “Terroni”.
In effetti l’idea centrale è data da una nonna che racconta la storia del sergente Romano – nativo di Gioia del Colle, abile stratega e vittima della repressione – al suo nipote tredicenne.
“Volevo che i ragazzi si ponessero delle domande. Non si può andare avanti, se non si conosce il proprio passato”. Chiara Curione, inoltre, pone anche l’attenzione sulle donne protagoniste della guerriglia che avevano avuto un ruolo molto importante.
In sala ci sono delle foto particolarmente eloquenti in proposito, come quelle scattate alla bellissima Margherita De Cesare, icona di quel momento storico, ritratta anche dopo la repressione e le sevizie subite.
Le foto sulle vittime della repressione sono di grande impatto emotivo, non hanno bisogno di commenti, si guardano in rigoroso silenzio. A dare valore aggiunto all’incontro c’è in sala una bellissima mostra fotografica a cura di Alessandro Romano, ricercatore storico, che ad apertura ci ha dato qualche linea guida sul periodo storico del Brigantaggio.
Infine dopo l’ulteriore intervento di Mario Guagnano, ricercatore storico, che ci ha dato delle delucidazione sulla guerriglia avvenuta a Gioia con a capo il sergente Romano, viene fatto di chiedersi – e lo fa per noi Marina Ingrosso – qual è l’impegno concreto alla luce di questo passato.
Le risposte vertono tutte sul recupero delle nostre radici, ma, probabilmente, quella che fa più pensare, è data da Antonio Pagano, direttore della Rivista “Due Sicilie”, che esorta i politici a reagire “dopo che
A noi rimane l’amaro in bocca pensando a quello che, forse, sarebbe potuto andar meglio, e, a quello che, forse, potrebbe ancora andare meglio. A condire l’incontro, gli attori Valentino Ligorio e Gianpaolo Mastropasqua con delle toccanti letture tratte dalla biografia del nostro sergente Romano.
Una fra tutte quella che spiegava il carattere di noi gioiesi: “Siamo avversari aperti ed implacabili, gelosissimi dell’onore personale, c’infiammiamo se la dignità è offesa […]”.
Belli gli intermezzi musicali dati da dei giovanissimi, tra i quali il bravissimo fisarmonicista Alessio Giove. D’altronde per Giusy De Vivo sono i giovani a rappresentare il futuro … La nostra speranza!