LAMA SAN GIORGIO: INIZIATI SVERSAMENTI REFLUI
Contro questo progetto, che a tutti gli effetti limita l’accessibilità alla lama, si sono scagliate le associazioni naturalistiche e della società civile dei comuni interessati dal piano. Il prossimo impianto che sverserà i reflui è quello di Casamassima. Non appena – fanno sapere dall’Acquedotto Pugliese – saranno completati i lavori del collettore. «La Regione ci ha preso letteralmente per i fondelli – afferma Gianni Nicastro, portavoce del comitato istituito per salvare l’area naturalistica – perché ha voluto mediare, in maniera fasulla, facendoci parlare con l’assessore Amati in un tavolo di confronto inconsistente.
Noi andremo avanti con la mobilitazione e chiederemo un incontro con Vendola che non sembra interessarsi alla faccende della Puglia. Dice di essere solidale con i comitati no Tav perché non vengono ascoltati dal governo, mentre qui a Bari si comporta come l’esecutivo nazionale. Qui, in una zona di valenza archeologica, saranno confluiti 300 litri di acqua al secondo dei comuni di Gioia del Colle, Putignano, Casamassima e Sammichele. È assurdo»”.
“L’Acquedotto Puglieseche ha iniziato, come previsto dalla normativa, a sversare i reflui del depuratore di Sammichele di Bari nella lama San Giorgio. Giovedì, ribaltando l’orientamento espresso in prima istanza, il Tar del Lazio ha respinto i ricorsi promossi dal Comune di Rutigliano, da Italia Nostra e dal Villaggio Turistico Sportivo San Giorgio, contro il provvedimento del commissario per l’emergenza Ambientale, Nichi Vendola, che aveva emanato il decreto di sversamento in un’area definita, dalla stessa Regione, parco naturalistico.
«Per quanto concerne il paventato pregiudizio a interessi di primaria rilevanza costituzionale (quali la tutela della salute degli insediamenti insistenti nell’area attraversata dalla Lama San Giorgio; ovvero, più in generale, della salubrità ambientale) – è scritto nel documento -, non risultano incontrovertibilmente comprovati elementi certi e dimostrati di pericolosità». Con l’ordinanza il Tribunale ha inoltre condannato i ricorrenti a pagare le spese processuali pari a 500 euro ciascuno, in favore del Commissario delegato e della Regione Puglia.
A sostegno delle ragioni del Commissario delegato e della Regionesi erano costituiti in giudizio il Comune di Bari e l’Acquedotto Pugliese. «È chiaro che il nostro confronto con le amministrazioni comunali interessate e i cittadini deve proseguire – afferma l’assessore alle Opere pubbliche Fabiano Amati – a prescindere dal successo provvisorio che abbiamo conseguito: ciò perché il confronto e tutte le eventuali iniziative di rassicurazione, nei limiti del consentito dalle norme, debbono essere perseguiti senza sosta, in osservanza della nostra concezione dei compiti della pubblica amministrazione.
Richiediamo però approcci sereni, fondati su dati obiettivi, nella consapevolezza – ha continuato Amati – che la nostra attività è diretta a risanare e migliorare l’ambiente, e non a ridurre “la Puglia alle condizioni della Somalia“, così come con alterigia etnica, inopportunità ed impropriatezza è stato detto, dal difensore dei ricorrenti (Vincenzo Caputi Jambrenghi, ndr), commentando il deposito del ricorso e un provvisorio provvedimento sommario di sospensione».
(fonte corriere mezzogiorno – foto comitato pro lama)