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OSPEDALE: CRONACA DI UNA CHIUSURA ANNUNCIATA

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ospedale-strutturaNell’ospedale di Gioia del Colle la regione Puglia sta smantellando il reparto pneumologia, presto geriatria sarà inghiottito nel nulla, oasi di attenzione, sostegno e cura di pazienti anziani e relative famiglie. La cittadinanza ha seguito a fasi alterne le notizie “ufficiali” della vicenda articolata nel tempo dal 2003 ad oggi: rimando tutti i navigatori su Internet a documentarsi circa i tentativi fatti dai cittadini perché la regione Puglia recedesse dalla chiusura.

Personalmente sono dispiaciuta, una parte del mio vissuto in questa città se ne va con l’ospedale, nel quale non avevo mai avuto bisogno di ricoverarmi ma che ho frequentato per fare ecografie, radiografie, mammopronto-soccorsografie, analisi; incontrando sempre garbo e competenza, propri di un ospedale avanzato tecnologicamente eppure umano.

Quanto vale l’umanità, unica vera risorsa del vivere dignitoso, nella nostra società? Perché dobbiamo credere che siccome il mondo va così debba continuare a farlo? Quanto noi tutti ci impegniamo perché la dimensione umana non venga risucchiata da una esistenza “tecnica” fatta di numeri, dati “oggettivi”, misurazioni e quant’altro serve a definire la quantità e non l’essenza? Quanto fa guarire la lettura veloce e brusca delle analisi senza lo sguardo partecipe del medico che le condivide con te? Il medico, freddo lettore di analisi e scribacchino di ricette è un impiegato senza cuore di cui faccio aospedale-i-nuovi-padroni meno.

Se siamo consapevoli di precipitare nel tecnicismo, nella freddezza verso il paziente (che diventa sempre più impaziente) dobbiamo impegnarci concretamente e visibilmente per conservare il bene di un ospedale che custodisce ed esercita l’umanità come primo farmaco. L’ospedale di Gioia del Colle è stato “rinsecchito” con interventi mirati a depauperarlo, lentamente, nell’arco di 8 anni ed era uno degli ospedali più avanzati, per grandezza, competenza e tecnologie (vedi sale operatorie mai usate), tanto che ha ricoperto le vesti di presidio provinciale con accoglienza da variospedale-sindaco-intervistae regioni del sud Italia.

Noi cittadini abbiamo lasciato che la politica mangiasse una realtà funzionante, dal punto di vista tecnico e umano, patrimonio di tutta la popolazione. E chissenefrega dei megaospedali supersuper dove ti senti una formica a meno che tu non conosca qualcuno, nei quali ti perdi se non segui le frecce, in cui il medico scrive la ricetta senza guardarti in faccia per non perdere tempo, dall’alto ghiacciaio del suo scibile.

Dicembre 2011: non mi sento bene, entro in ospedale per accertamenti. In tanti anni di permanenza a Gioia del Colle non era mai capitato. Le operazioni di accoglienza sono rituali, “mi fanno ala” mediospedale-intervento-suricoci, paramedici e ausiliari come fossi un ospite. Primario e medici condividono con me il piano diagnostico ed eventuali terapie: mi sento già meglio, abbandono il pensiero-tarlo che prende quando non sai dare un nome ai tuoi sintomi.

Nei giorni seguenti si alterneranno primario e medici, facendo capolino in stanza, fuori visita ufficiale mattutina, per aggiornarmi. Che dire della bravura del personale paramedico efficiente ma non distante, sempre pronto ad accorrere di giorno e di notte. E poi questo ospedale è vecchiotto ma pulito, perché il personale ausiliario pulisce e scherza coi pazienti, esorcizzando l’esperienza diretta di tanta sofferenza quotidiana.

ospedale-paradisoVoglio condividere e portare nel cuore le immagini dei medici che adottano gli anziani di geriatria, come fossero loro nonni moltiplicati, che li curano fisicamente con maestria e li sorreggono psicologicamente, con affetto, perché arricchiscano ancora un po’ questa terra. Voglio portare con me l’immagine della tenera signora Italia, destinataria delle coccole di mezzo ospedale e che da 9 anni sceglie l’ospedale Paradiso perché si sente a casa.

ospedale-manifestazione-a-bVoglio manifestare il dissenso insieme ad altra gente comune non politicizzata che desidera godere del proprio ospedale senza entrare nelle gabbie scure, senza uscita degli schieramenti di partiti che non mi rappresentano più, creando un libero comitato cittadino, che coinvolga direttamente famiglie, scuole, parrocchie, associazioni nella difesa di un bene inestimabile.

Voglio tornare qui l’anno prossimo per fare accertamenti.

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