PRESENTATO AL CLASSICO IL BANDO ‘’PRINCIPI ATTIVI’’ 2010
Venerdì pomeriggio, alle
L’iniziativa, promossa da Giorgio Donvito, è stata comunque apprezzabile, anche se non erano presenti molti ragazzi, i veri protagonisti di questo bando regionale. Ma molte volte è la passività a farla da padrone, anche su questo tipo di positive iniziative per la popolazione giovanile, finendo così per essere poco considerate.
Il progetto è stato ben illustrato da Roberto Covolo, coordinatore assistenza tecnica della regione Puglia, che esordisce sostenendo che i giovani sono finalmente visti come una risorsa e non solo come un problema.
Principi attivi, prende forma da una ricerca dell’Università degli Studi di Bari fatta sui giovani che hanno avuto le prime esperienze lavorative. I risultati ottenuti sono le basi di questo progetto del governo Vendola, ossia: buone esperienze ma fuori dalle maglie lavorative, passione e dedizione per quello che si è svolto, amore per il territorio, sfiducia nelle istituzioni e un GAP culturale/relazionale molto ampio tra i giovani che si attivano e chi sta a guardare.
Valutati tutti questi punti, è nato “Bollenti Spiriti” oltre a “Principi Attivi” per i quali l’amministrazione regionale ha dimezzato i tempi burocratici per ricevere e valutare tutti i progetti preparati da ragazzi di età compresa tra i 18 e 32 anni.
Le idee posso essere e riguardare qualsiasi genere, ma i tre pilastri fondamentali su cui si basano sono: il territorio, la conoscenza (tecnologia, innovazione ecc.), e il campo socio-culturale.
Al termine della presentazione,
La crisi, l’illegalità e la disinformazione, temi di estrema attualità, devono essere combattuti con risorse che a volte sembrano irraggiungibili, e che invece, in questo governo regionale sembrano aver preso forma attraverso delle politiche sociali e giovanili più semplici di tutti i discorsi che sempre più vengono intavolati in televisione o in altri luoghi virtuali e non.
Il messaggio che anche Roberto Covolo ha inviato ai giovani è stato quello di “attivarsi”, perché non è solo compito delle istituzioni smuovere le acque.