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NICOLA VACCA: “DEMOCRAZIA DIRETTA, UNICA SPERANZA”

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liberta e giustizia logoL’interessante documento – appello lanciato da Libertà e Giustizia sulla nuova politica prende in esame la fase di stallo e l’immobilismo del suo primato che ha portato alla nascita dell’esecutivo Monti. “Il governo tecnico – scrive Gustavo Zagrebelsky – è un segno dei tempi: tempi di debolezza della politica e d’inettitudine dei partiti politici”. Di fronte a questo fallimento è importante tornare a discutere di rifondazione della politica, che giustamente, come sottolinea questo importante contributo di Libertà e Giustizia, dipende esclusivamente da noi. La lettura di questo testo non lascia assolutamente indifferenti e ci chiama in causa con una serie di proposte concrete per il cambiamento della politica e delle istituzioni,perché adesso tocca a noi nella consapevolezza che la democrazia diretta è l’unica speranza rimasta per credere nella rinascita della Repubblica.

elettoriLibertà e Giustizia si rivolge ai cittadini. Le parole contenute in questo illuminante saggio breve sulla rifondazione della politica merita un dibattito e un’adesione da parte di tutti. Ritengo doveroso formulare alcune personali considerazioni .

Penso che ci sia bisogno di un nuovo agire umano per tornare a considerare la politica un insieme di visioni del mondo e per uscire dalla fase di letargo in cui è pericolosamente precipitata.

La politica odierna, rivoluzionata dall’avvento del villaggio globale e dal dominio incontrastato dei mezzi di comunicazione, ha subìto una trasformazione radicale e con essa è stata anche modificata la funzione dei partiti politici.

Oggi, con la supremazia dell’economia sul primato della politica, il partito è stato svuotato della sua tradizionale missione, quella di selezionare e formare le classi dirigenti e le élite politiche. La politica, nelle poca della società liquida, è radicalmente cambiata, siamo entrati nell’età dell’incertezza. Le regole del gioco della vita sono profondamente mutate a tutte le latitudini e con esse sono cambiate le concezioni delle persone e le loro relazioni con gli altri e con l’ambiente.

berlusconi-dimissioni-480x334Anche il linguaggio della politica ha risentito della crisi attuale in assenza   di valori. Questa crisi , soprattutto nell’Occidente industrializzato, ha accresciuto la voglia di leaderismo. La politica nel tempo dell’immagine ha bisogno del carisma del Leader.

Chi è il leader, secondo il linguaggio delle politica omologato dal nuovo ordine globale?

Intrecciando i nessi tematici tra personalità e politica, si individuano i caratteri salienti, ma anche i limiti strutturali delle regole che guidano il nuovo corso della politica nell’epoca incerta di una transizione globale in cui il leader e la leadership sono i punti di riferimento dell’esercizio del potere.

Il leader sono, nel nostro mondo contemporaneo, coloro sui quali più ampi strati di persone possono far conto. Non più e non soltanto coloro che possono contare su un più largo numero di seguaci.

IDVLa nascita del “partito personale”, dovuta in un certo qual modo alla subordinazione della politica ai meccanismi spettacolari dei mezzi di comunicazione di massa, ha determinato l’assenza di leader efficaci, capaci di governare grazie al consenso, di dirigere attraverso la persuasione, di motivare tramite la consapevolezza.

Il discorso alla fine torna sul primato della politica, inteso come fondante valore culturale.

Per uscire dall’età del disincanto, per consentire all’individuo di tornare ad impadronirsi di una passione per la politica, per porre fine a questa lunga incertezza globale, che di transizione in transizione finisce per indebolire le identità, si avverte il bisogno di ripensare i valori della e nella politica.

parlamento cameraRipensare i valori ha un’importanza cruciale per ristabilire il primato della politica su tutto.

L’analisi del comportamento dell’agire umano può ,in questo particolare momento, cogliere le ragioni dell’attuale sviluppo disarmonico. È ovvio che la psicologia non può sostituirsi alla politica, ma per il buon funzionamento della democrazia è sempre meno prudente prescindere da come le persone pensano e sono inclini ad agire, dal momento che è improbabile che le istituzioni possano ben operare senza il loro consenso e impegno.

Una più attenta conoscenza della psicologia umana nell’analisi della società, dell’economia e delle istituzioni politiche forse avrebbe limitato i danni, nei modi di pensare e di relazionarsi delle persone e dei gruppi sociali.

È mancata la piena comprensione delle ragioni che sorreggono l’azione degli individui e dei meccanismi che a livello sociale rendono possibile la concertazione dei fini e dei mezzi e perciò il funzionamento delle istituzioni e attraverso esse il tramandare delle regole della convivenza.

governo montiProprio perché nessuno può sostituirsi allo politica si avverte il bisogno di arginare, con nuovi correttivi, l’attuale cattivo funzionamento, altrimenti la democrazia continua a restare un’utopia incompiuta nelle sue promesse se viene meno la passione, la speranza e l’impegno civile.

Una psicologia per la politica, potrebbe essere la soluzione ottimale per ripensare la politica stessa alla luce dei princìpi basilari della modernità: la cultura dei valori la cui assenza ha determinato una pericolosa omologazione della sfera del pensiero, degli atteggiamenti relazionali, dei costumi.

Forse non prescindendo da come le persone funzionano, effettivamente pensano, desiderano ed operano; così sarà possibile riappropriarsi del primato della politica e del suo compito fondamentale: contribuire al progetto delle istituzioni.

 

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