ALBERI GIOIESI: SI CONTINUA A TAGLIARE E A SBAGLIARE-foto
Tra i tagli “drastici” che hanno ridotto il rigoglioso giardino della scuola di via Eva ad un cimitero arboreo che neanche le giostrine colorate riescono a rallegrare (ma questi alberi erano davvero così malridotti e pericolosi?) e le orrende capitozzature che hanno ridotto a pietosi moncherini i rami maestosi degli alberi che costeggiano via Federico II, c’è davvero poco da esultare per l’arrivo della primavera, perlomeno se si è … “alberi”, per giunta “decapitati” nel bel mezzo della “gemmatura”.
Niente più sussurri del vento tra le foglie, né nidiate di uccellini ma uno scheletrico “urlo” (alla Munch) che esige vendetta.
E’ mai possibile che si debba ricorrere a questa insana pratica per potare gli alberi, compromettendone la crescita e mettendone a rischio la vita, come nel caso degli alberi di via Di Vittorio e nei pressi del plesso scolastico SF Neri?
Tra l’altro è una operazione tutt’altro che economica, anzi! L’onerosità non è data dal costo dell’operazione in sé ma piuttosto dalle conseguenze scaturite da questo tipo di intervento. Innanzitutto, se l’albero sopravvive, occorreranno negli anni a seguire diverse potature per contenere la forma, se viceversa l’albero muore si dovranno spendere soldi per l’abbattimento e la rimozione.
Guardate oggi come sono ridotti gli alberi dopo anni di tale disastrosa pratica. I classici rami che si protendevano verso il cielo nel punto più alto dell’albero non esistono più, spuntano ormai dappertutto, persino sul tronco, più che alberi sembrano immensi rovi pensili.
Un dubbio… che i poveri alberi continuino ad essere “banco di prova” per aspiranti potatori… “in erba”, magari freschi di corso? (foto a cura di Donato Stoppini-GioiaNet)