RIPARTE ALLA S.F. NERI IL PROGETTO “DISLESSIA”-foto
Ieri, 14 marzo, la dottoressa Maria Filomena Dabbicco ha dato conferma della sua sensibilità, approvando l’attuazione del progetto “Dislessia” anche per questa annualità.
Un progetto “in continuità”, da due anni prezioso supporto per le scuole gioiesi.
E’ proprio il caso di dire “propedeutico” – in periodi di crisi e di commissariamento – l’incontro con la referente del progetto Caterina Liuzzi e alcuni rappresentati dell’ “AGIAD” (Associazione Genitori Alunni Dislessici), i quali hanno riproposto quanto per altro già previsto dalla legge regionale n. 4 del 25/02/2010 e dello Stato (n. 170 dell’8 ottobre 2010), a conferma della felice intuizione di docenti, famiglie e istituzioni, che ben un anno prima, nel 2009, avevano attuato le strategie formative ed informative riportate nelle due leggi.
Il 5 % della popolazione scolastica presenta uno dei più “subdoli” disturbi specifici dell’apprendimento: la dislessia. Un problema spesso confuso con “disattenzione”, incapacità di concentrarsi, pigrizia, scarsa volontà di apprendere. Ed è in alcuni casi con frustrazione, in altri con eccessiva vivacità che il bimbo dislessico risponde a chi tenta di “correggerlo”, non riuscendo a capacitarsi del perché, pur così “intelligente”, proprio non ne voglia sapere di fare attenzione alle doppie, di leggere senza invertire le sillabe, di mettercela tutta nei calcoli.
L’8 giugno del 2009 venne stipulato un accordo di rete tra l’A.I.D. e il Comune per l’attuazione di un progetto di screening e formazione docenti per tutti e due i circoli della scuola primaria. Il progetto, interamente finanziato dal Comune, grazie al coinvolgimento delle famiglie, invitate ad un incontro sull’individuazione precoce dei DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) dal titolo “Sappiamo leggere i nostri figli?” ha chiarito molti dubbi in merito. Tra i relatori la psicologa dottoressa Lucia Susca, i dottori Antonio Rago, Anna Lisa
Rossi, l’insegnante Mara Lentini, rappresentanti e presidente dell’A.I.D. di Bari, dell’Ufficio Scolastico e dell’amministrazione.
Un progetto non “nato” per caso, ma dalla sinergia d’intenti, dalla curiosità, dal desiderio di acquisire competenze e strumenti per far fronte ai problemi di uno dei bimbi “sospettati” di “dislessia”, diagnosi in seguito pienamente confermata. La sua insegnante, Caterina Liuzzi, referente del progetto, non si è mai arresa e facendo tesoro delle difficoltà incontrate, ha voluto condividere con insegnanti e genitori quelle competenze che solo una formazione ad hoc può fornire, grazie anche e soprattutto all’appoggio della dirigente, la professoressa Mara Luongo.
Primo obiettivo: sensibilizzare sul tema; secondo: attraverso uno screening esteso a tutti gli alunni di terza con l’utilizzo di test e quindi in modo “scientifico”, rilevare i casi “sospetti” da avviare ad ulteriori indagini o a diagnosi, quindi attuare un corso di formazione di 30 ore per tutti i docenti, aperto anche a insegnanti di diversi ordini scolastici. Finalità: acquisire conoscenze per mettere in atto le strategie didattiche più idonee caso per caso e personalizzare il percorso di apprendimento.
“Il primo corso avviato nel dicembre del 2009 – precisa Caterina Liuzzi – è stato seguito da 64 docenti interni e 19 esterni. Tra febbraio e maggio 2010 si è svolto lo screening che ha consentito di individuare i bambini “a rischio” e a fine anno scolastico la dottoressa Susca ha offerto preziosi suggerimenti e indicazioni sul percorso riabilitativo alle famiglie.”
Il successo di questa prima esperienza ha dato continuità al progetto che è stato riavviato l’anno successivo (2010/2011).
Incessante l’opera di informazione, grazie anche alla sensibilità degli amministratori (il dottor Isacco Isdraele, il consigliere Mauro Mastrovito e il sindaco Piero Longo, in particolare) e del Lions Club “Monte Johe”. Quest’ultimo con Caterina Liuzzi ed alcuni genitori ha organizzato la conferenza “Dislessia: conosciamola meglio” il 4 marzo del 2011.
Oggi il progetto si avvia alla terza annualità e si spera possa riconfermarsi di anno in anno, in quanto, il “rigenerarsi” della popolazione scolastica da monitorare e l’approccio di nuovi docenti richiedono costante attenzione e formazione e screening “in coming”.
Attenzione tenuta, per altro, “alta” anche da genitori di alunni avviati alle scuole medie e dal mondo associazionistico.
“Mio figlio – dichiara la mamma di uno dei bambini riconosciuti dislessici – oggi frequenta con successo le scuole medie. Alle elementari è sempre stato molto vivace. Il suo fare “il pagliaccio”, il suo voler a tutti i costi divertire i compagni per acquistare autostima e al contempo “distrarre” dalla sua incapacità di produrre come gli altri, pur essendo molto intelligente e intuitivo, forse troppo, tanto da soffrire di questa sua difficoltà inizialmente non compresa, era il modo in cui voleva comunicare il suo disagio. Non mi sono rassegnata, volevo comprendere perché mio figlio non era come gli altri, per cui ho seguito tutti i percorsi suggeriti dalle docenti e dalla ASL fino a quando ho scoperto che il problema di mio figlio aveva un nome: dislessia. Messo a fuoco il problema, sia pure un po’ in ritardo, abbiamo iniziato ad aiutarlo e di risultati sono stati immediati. Per questo motivo, per evitare che altri genitori vivano il travaglio e le ansie che ho vissuto e possano per tempo intervenire con successo sul problema, sono entrata a far parte dell’A.G.I.A.D. “
Anche Annamaria Longo di “Obiettivo Gioia” mostra attenzione e sensibilità al problema, sia nelle vesti di genitore che di presidente dell’associazione.
“Il nostro ruolo è essere propositivi, affiancare le progettualità della scuola, delle famiglie, sollecitare le istituzioni ad essere presenti e sostenere in ogni modo realtà positive come queste. Investire in progetti didattici la cui ricaduta, in termini di qualità della vita ed economia delle risorse, è più che evidente – si pensi al dispendio di denaro e tempo solo per comprendere quale possa essere il problema, indagando alla “cieca” – nel tempo produce risparmi.”
In questi versi di J. Korczak, così amati dalla maestra Caterina che ringraziamo per l’aiuto fornito ed il materiale fotografico utilizzato, è racchiusa la “fatica” di essere educatori.