CHE EMOZIONE CON DIEGO LUDOVICO A SPAZIO UNOTRE!
Una serata contrassegnata dalle emozioni, giovedì, 20 maggio 2010, a Spazio UnoTre. Ad introdurre, Fortunato Buttiglione e Susanna De Mattia che con grande sensibilità e sguardo acuto hanno presentato la poesia di Diego Ludovico.
Diego, diplomatosi al liceo scientifico “R. Canudo” di Gioia del Colle ed iscritto al Conservatorio Statale di Musica “E. R. Duni” di Matera, è un ragazzo estremamente timido, dai movimenti delicati che ci fanno intravedere la sua non comune gentilezza d’animo. Gentilezza confermata dai suoi versi che hanno preso vita grazie alla voce e alla sinuosità dei movimenti di due splendide fanciulle, Fiorella Cardilli e Laura Colaninno.
I contenuti sono alti; sorprendenti e più grandi della sua tenera età sono i suoi interrogativi di natura esistenziale; il linguaggio è aulico, solenne, alto. È di certo una poesia gnoseologicamente tesa, carica di intertestualità.
Le reminiscenze vanno dalla cultura classica con un meraviglioso “Omaggio a Saffo”, poetessa greca che ha cantato meglio di chiunque altro l’amore disperato e deluso; allo stilnovismo, da Dante a Petrarca, con il loro concetto d’amore ideale; alla poesia contemporanea, dai crepuscolari con il loro cantare le “piccole cose”, agli ermetici con la loro poesia a tratti misteriosa.
La sua poesia ci parla di Afrodite, della bellezza femminile e del sentimento dell’amore, “l’amore e la grazia sono sparsi nel tuo dolce viso, molto Afrodite ti ha privilegiata”. Ci parla dell’incertezza e del male del nostro
tempo, dove c’è un certo rievocare Montale, poeta ermetico per antonomasia e del male di vivere, basti pensare al suo “Osso” famoso, “Spesso il male di vivere ho incontrato”.
Ci parla delle “Corrispondenze”, dove non possiamo fare a meno di pensare a Baudelaire. Ci parla delle illusioni che a suo dire “rendono possibile il vivere la vita”! La sua poesia ci comunica un senso di malinconia, di solitudine e ad un certo punto colpisce al cuore il verso: “[…] dorme l’anima tutta sola”. La sua poesia è tra l’onirico e la realtà e si chiede: “È sogno quanto stia per dire?”.
Freud con il suo Io-ES-SuperIo accompagna i suoi versi, fino ad arrivare alla conclusione con quei versi di pregnante passione: “Quell’irrefrenabile istinto, del resto, mai volli frenare. Ma prodigo inutili conati: ora è solo Pace, basta indietreggiare”.
A condire l’intensità e la profondità della poesia di Diego, interludi musicali dati dalla tastiera e dal violino del bravissimo Giuseppe Vitto. E a regalarci un altro momento musicale è Diego Ludovico stesso che, con la sua chitarra e la sua voce,
ci porta fra le note di Bob Dylan e Sting.
La serata si conclude con grande commozione, con dei bellissimi versi di Susanna De Mattia che gli augura con grande dolcezza di spiccare il volo: “[…] Assisterò al tuo tuffo nel mondo … Quando come aquila imponente dominerai te stesso!”.
Il pubblico condivide appieno l’auspicio di Susanna e si sente una strana empatia nell’aria … È un bel momento!
Un grazie sentito, inoltre, va all’ospitalità di Mario Pugliese, di cui ieri abbiamo avuto l’onore di vedere alle pareti alcuni dei suoi meravigliosi quadri che avevano in sé un non so ché di esotico, un non so ché di orientale, e che si dimostra sempre un ottimo padrone di casa.