“START, L’ARTE FUORI DAGLI ZAINI”, CHE SUCCESSO-foto
All’interno del progetto “I Giovani e l’Arte – students in art for the unity of peoples”, è stata ospitata “START, l’arte fuori dagli zaini”, una (in tutti i sensi) spettacolare manifestazione affidata alla spumeggiante regia dei coordinatori: Concetta Forte, Rocco Fazio (dirigente dell’istituto appassionato di fotografia) e Pierluca Cetera, degli esperti esterni Francesco Maria Antonicelli, Edward Szost e Antonio Leronni, in collaborazione con l’A.R.C.I. e gli studenti del Liceo Scientifico R. Canudo e del Classico P. V. Marone, veri protagonisti della kermesse che nella serata del 7 giugno ha riunito famiglie, conoscenti e amici in una iniziativa di solidarietà a sostegno delle azioni umanitarie attivate dall’AMU (Azione Mondo Unito – Onlus).
A fronte di un contributo simbolico di 2 euro, performance teatrali, buona musica, video proiezioni e un ottimo buffet preparato da mamme e studentesse volenterose.
Arianna Jakubowski, Eugenia Antonicelli, Leoluca Armigero e Vittoriana Guglielmi sono alcuni dei talenti recitativi “incubati” nel laboratorio teatrale di Francesco Maria Antonicelli ed Edward Szost, mentre in giuria per premiare gli elaborati in concorso troviamo professionisti del calibro di Sergio Recchia, Maurizio Di Feo e new entry quali Emanuele Notarnicola e Gianluca Procino.
Le scenografie affidate al professor Pierluca Cetera e “arrangiate” da Dario Motta, studente del Classico “prestato” allo show, si sono rivelate alquanto problematiche soprattutto per coloro che sedevano ai lati o incautamente avevano occupato le prime tre file, prenotate per gli “attori”.
Con molta professionalità, disinvoltura e buona dizione Lucia Giampetruzzi ha presentato i vari momenti della serata, dando poi il via a classici ed esilaranti sketch teatrali, frutto dell’impegno laboratoriale di un intero anno.
Ricco e vario il repertorio: dalla “Lisistrata” di Aristofane rivisitata attraverso i testi di Piercarlo Resta, Giuseppe Procino, Carlo Capozzi ed Edward Szost non andata “in onda” per problemi tecnico-logistici, al cabaret made in Puglia (con punte da Zelig), da Shakespeare alla commedia americana e italiana, infarcita di spot pubblicitari e game over.
“Cappuccetto Rosso”, fiaba tragicomica raccontata ad un pubblico in visibilio, pronto a collaborare e interagire con gli attori ponendo in atto, senza alcun ritegno, vere e proprie torture recitative, si è trasformata in una storia frantumata ad “arte” e caoticamente ricomposta, in cui i personaggi perversamente costretti a scambiarsi i ruoli, sono stati sottoposti a repentine improvvisazioni.
“Oscar simpatia” per tutti i brillanti e bravissimi attori, in particolare per Arianna, Vittoriana e Leoluca, (jolly nell’interscambiabile interpretazione di Cappuccetto Rosso, Lupo e Nonna), simpaticamente vessati dalle sadiche menti di un pubblico non a caso “scelto” per tale compito.
Giusto per dare un’idea, la nonna perde la dentiera, Cappuccetto si rompe un femore e al lupo con la “R” moscia, nel frattempo infortunatosi (si è rotto la testa), viene un infarto mentre mangia Cappuccetto Rosso.
Finite le rappresentazioni teatrali, sono entrati in scena i video con immagini, animazione e professori simpaticamente e goliardicamente sbeffeggiati.
Uno per tutti “Vita di scuola”, che vede vittima predestinata il professor Michele Lisco. Emblematica l’esultanza degli studenti di 5a A nello scoprire che… “Non c’è Lisco!”, e “Polpettina” cui simpaticamente ha prestato il volto la professoressa Tina Tafuri.
In assoluto il “video infernale” più originale che sia stato prodotto dai tempi di Dante, vede, infine, “volare” nei gironi danteschi della scuola gli studenti.
Quindi Fiamma Mastrapasqua e Maria Natile, pluripremiate studentesse del Classico, hanno donato un tocco di classe e poesia con le loro profonde riflessioni. Seguite da Aurora Lagravinese e Francesco Cervellera, emozionantissimi nei tre brani eseguiti al violino e alla tastiera tra cui il “Titanic”, amplificati in modo empirico con un microfono da asporto. Premiata da scroscianti applausi anche Ilaria Fico, suggestiva la sua esecuzione di “Aria” di Einaudi.
A onor del vero lo spettacolo avrebbe potuto tranquillamente trasformarsi in una “notte bianca” a causa della “ciabatta perduta”, non il titolo di un thriller o il trailer di un “detective movie”, ma il reale smarrimento di un indispensabile supporto per collegare la strumentazione dei Màldìdo alla rete elettrica.
Se il professor Antonio Scarale, sollecitato dal personale Ata non avesse chiesto venia e dato “time out” alla manifestazione (durata dalle 20 alle 23.30) e tutti non si fossero attivati risolvere il problema, la si starebbe ancora cercando.
Ottima la performance dei Màldido, al secolo Giorgio Cuscito (cantante dalla serafica e inscalfibile calma), Gianfranco Maselli, Enrico D’Amico e Giuseppe Lillo e quella dei Panacea Y.O.P. (Gabriele Mastrapasqua, Dodo Lillo, Jacopo Antonicelli e Gian Maria Dell’Aera cui si è unito anche Antonio Leronni), penalizzati dall’essere gli ultimi a scendere sul palco, ma con tutte le ciabatte al loro posto!
Immeritatamente relegata “dietro le quinte” la mostra degli elaborati fotografici e dei plastici, riservata ai più curiosi ma davvero molto carina.