MOMENTO “MAGICO” CON LE POESIE DI ANNA LIPPOLIS
L’incommensurabile fede e la devozione per la Madonna, la poesia come cura dell’angolo oscuro dell’anima, la scrittura come rifugio e mezzo di autoanalisi sono i temi affrontati nel pomeriggio di giovedì 28 giugno, presso la sala De Deo, in occasione della presentazione della raccolta di poesie “Scrivo per Amore del Suo Amore” a cura della gioiese Anna Lippolis. Ad accompagnare l’autrice nel racconto di sé e delle sue poesie dedicate alla Madonna, il professore Candido Resta, il giornalista Giovanni Spinelli, il parroco Don Innocenzo e Franco Milano.
Il prof. Candido ha presentato l’autrice di fronte ad una platea numerosa e attenta, e ha prestato la sua voce per la lettura di alcune poesie contenute nel libro, di cui ne ha elogiato l’originalità, la bellezza e la semplicità. Nella sua analisi critica il giornalista Giovanni Spinelli spiega che la poesia di Anna, pur non essendo assimilabile a nessuna corrente poetica, è una poesia naif, capace di trattare i grandi temi dell’esistenza come la depressione e il vuoto dell’anima.
Anna, madre di due figlie, ha frequentato la scuola fino alla terza media, il suo sapersi esprimere attraverso la poesia è una dote naturale, sembra quasi che i versi le sgorghino spontaneamente dal cuore e lascino un segno indelebile nell’animo di chi legge. Sono versi intrisi di fede dai quali si evince la purezza d’animo e la semplicità dell’autrice.
Anna racconta di aver sofferto, in passato, di depressione, una malattia dell’anima che le impediva di comunicare le sue emozioni, rinchiusa in se stessa attanagliata dalla malinconia ,non permetteva a nessuno di aiutarla ad uscire dal mondo che si era creata, un mondo dominato dalla solitudine e dalla tristezza. Un giorno ha trovato la pace, sorseggiando l’acqua benedetta che la suocera e il marito le avevano regalato al ritorno dal pellegrinaggio a Medjugorje, sentendosi subito meglio da un punto di vista fisico Anna ha cominciato a comporre le sue prime poesie, ispirata da una forza invisibile che l’ha portata a mettere a nudo la sua anima e a trovare nella scrittura un rifugio alle sue paure, ma dopo un breve periodo di equilibrio, Anna ritorna prigioniera del suo mondo, e decide di recarsi personalmente dalla Mamma Celeste a Medjugorje, e la seconda volta spiega l’autrice la Madonna mi ha guarito spiritualmente.
Franco Milano, al quale Anna ha dedicato una poesia intitolata “Rinascita”, nel suo intervento ribadisce che la: “La guarigione è Maria che ci viene incontro”.
Emblematica poesia che rispecchia il percorso compiuto da Anna è “Furore”, nella quale la metafora del cavallo imbizzarrito che con un salto supera un muro ritrovando la libertà e superando le paure, è simbolo degli ostacoli che si incontrano durante la vita.
Si commuove Anna quando legge una delle sue poesie preferite intitolata: ”Dedicata alla Santa Vergine”.
La lettura delle poesie dell’autrice, ha riportato alla mente di Don Innocenzo la nota frase di William Shakespeare: “Il mondo senza Dio sarebbe una favola raccontata da un idiota in un eccesso di furore”, e fiero dichiara: “Leggendo questi versi, mi rendo conto di quanto sia veritiera questa frase”.
A concludere la serata le preziosissime testimonianze di Francesca Surico, moglie di Giuseppe Capodiferro, costretto su una sedia a rotelle, a causa di un terribile incidente avvenuto mentre lavorava, esattamente nove anni dopo l’incidente mentre era in visita a Medjugorje, è avvenuto il miracolo che ha permesso a Giuseppe di non essere più del tutto dipendente dalla sedia a rotelle (http://www.gioianet.it/attualita/3431-gioiese-miracolato-dalla-madonna-di-medjugorje.html) e la testimonianza di Filippo Romano che mostra ai presenti una fotografia fatta al sole di Medjugorje vicino al quale appare disegnata dalle nuvole la sagoma della Madonna.
Un pomeriggio emozionante, in cui i presenti hanno messo da parte la razionalità e hanno aperto il loro cuore al mistero della vita, del resto come direbbe Antoine de Saint-Exupéry nella sua celebre opera il ‘Piccolo Principe’, “Non si vede che col cuore”. L’essenziale è invisibile agli occhi.