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“VITA”, ANALIZZATA DA MARIA ELENA BUOMPANE-V B CLASSICO

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La rubrica “le giovani recensioni”, a cura di GioiaNet, riscontra una nuova entusiastica adesione, sempre proveniente dalla V B del Liceo Classico di Gioia del Colle. Si tratta di Maria Elena Buompane, che si è cimentata con il romanzo “Vita”, di Melania Mazzucco, pubblicato nel 2003 e vincitore del Premio Strega. Buona lettura a tutti. 

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A chi non è mai capitato di trovare una vecchia valigia in cantina e trovarci foto, lettere, cartoline, oggetti, e alla vista di questi antichi “tesori” provare l’irrefrenabile voglia di scoprire cosa nascondono, a chi sono appartenuti, la voglia di sapere la loro storia? La Mazzucco ci è riuscita e armata dei ricordi del padre, questa scrittrice ha fatto di una storia ormai dimenticata un romanzo che ha il sapore della leggenda, della possibilità, dell’incertezza.

La storia parte da Minturno, dove Diamante e Vita, due ragazzini di tredici e nove anni, agli inizi del Novecento, decidono di andare nella terra dove tutto è possibile, l’America. Ma non è tutto ora quello che luccica, infatti andando avanti nella narrazione si scopre che, se eri italiano in quel periodo, le cose non andavano proprio bene. SoMelania-Mazzucco-il-Premio-Stregalo poche volte riuscivi a diventare ricco in America. Le altre diventavi mafioso, collaboravi con la criminalità organizzata, facevi i lavori che nessun altro voleva fare, raccoglievi un dollaro al giorno per sedici ore di lavoro nelle quali costruivi le ferrovie, sì, ma le costruivi per gli americani. Insomma, gli italiani ai quei tempi in America erano l’ultima ruota del carro.

E’ così che la Mazzucco mi ha attratta nel suo libro, alla scoperta di una storia ormai dimenticata, anzi cancellata e nascosta, restituendomi una faccia del mio paese che non avrei immaginato, un Paese che rigetta l’immigrazione senza ricordarsi i tempi in cui senza l’emigrazione in altre terre non sarebbe sopravvissuta, senza cioè ricordarsi di quando eravamo noi ad andare in America in cerca di fortuna. I mafiosi: quelli che non imparavano l’inglese nemmeno dopo anni di ‘sogno americano’.

Così inizia lbuompane-maria-elenaa vicenda di Vita, cui è dedicato il libro, una figura di grande imponenza, maliziosa, forte, contraddistinta da una volontà di ferro, dalla fermezza di nervi. La narrazione gioca sul continuo allontanarsi, ritrovarsi, prendersi, senza mai davvero lasciarsi, di questi due personaggi, Vita e Diamante, che assaporano le prime luci dell’amore per dimenticare la vita fatta di poche certezze e speranze.

In questo romanzo c’è la morbosa ricerca di ricordi che spinge tutti i personaggi di questa storia a buttarsi nel passato, tutti in cerca di ricostruire la propria storia così da ritrovare una propria identità.

Ma è difficile perché tutto si sussegue veloce,  Grande Guerra, la televisione, i nuovi figli, gli eventi si confondono, le parole si perdono ed è qui che parte il tentativo di Melania Mazzucco di riordinare, di aggrapparsi agli ultimi brandelli di una storia che acquista le sembianze di una leggenda o forse di una fiaba, qualcosa di proprio, ma che si è perso nel tempo.

Maria Elena Buompane – V B Liceo Classico

 

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