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“FAI BEI SOGNI”, AI RAGGI X DI VITO ALBERTO LIPPOLIS

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Per la rubrica “le giovani recensioni” ritorna il nostro collaboratore Vito Alberto Lippolis, studente liceale quindicenne, con la recensione del libroFai bei sogni di Massimo Gramellini. Buona lettura a tutti.

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massimo-gramellini fabio fazioCon quattordici edizioni da Marzo ad Agosto, “Fai bei sogni” di Massimo Gramellini si rivela il vero libro dell’anno.

Dopo qualche romanzo, saggi vari e innumerevoli articoli, Massimo Gramellini, co-vicedirettore de “La Stampa” e ospite fisso di “Che Tempo Che Fa” , mette a nudo davanti ai lettori la sua storia di figlio e orfano, impilando nelle pagine tutti i se e i ma di una vita.

Rimasto orfano di madre già a nove anni, fino ai quarantanove vive preda della misteriosa morte della gramellinifai-bei-sogni300dpi-1madre e dello spiritello Belfagor.

Travestito da bonario fantasmino televisivo, lo spirito dell’Inazione spinge Gramellini verso il Vuoto, nel solo tentativo di “proteggerlo” dalla possibilità di non essere all’altezza della Vita. Una condizione di cui non si libererà sino a che non gli sarà rivelato il mistero della morte materna. Riscoprendo il mito della madre, morta a causa di un’insonnia che non le permetteva più di fare bei sogni, riesce, ormai adulto, a ricongiungere tutti i pezzi rotti della sua personalitàe della sua anima, riappacificandosi con tanti fantasmi: con quello del padre che non è mai riuscito ad essere un padre-madre, con quello della madre che lo ha lasciato e, perfino, con quello di Belfagor.

La figura della madre nel libro è molto forte, ma forse lo è ancor di più quella del padre. Infatti, mentre la figura della madre è sì sempre presente e ricopre un ruolo non indifferente nei confronti dell’autore-protagonista, il quale forgia nella sua mente di orfano la figura di una madre-mito, pronta a sgretolarsi sotto un soffio di vento, come un castello di carte, la figura massimo gramellinipaterna ha un profilo molto più sottile, difficilmente afferrabile, sembrando sempre, dunque, il padre incapace di essere un uomo-donna; quando in realtà, dietro una ragnatela di parole non dette, si scopre essere il personaggio più forte e importante della storia.

Il libro ha una trama appassionante, un ritmo ottimamente sostenuto da una paratassi ben costruita e da dialoghi mai inopportuni e sempre pronti per evitare che possano infilarsi tra le righe anche quei dolorosi silenzi che più che toccare, violentano il cuore.

Molto semplice è stato per qualche maligno, ma pur sempre giustificato dalla facoltà di diffidare, criticare l’impronta estremamente personale che questo libro ovviamente ha.vito alberto lippolis

Lo si è etichettato come “auto psicanalisi non necessariamente da pubblicare” o ancor peggio come “strumentalizzazione di un proprio lutto” e, subito, lo scrittore ha risposto alle accuse dei lettori inorriditi da un simile sfoggio di emozioni con un epilogo brillante e sincero dal quale emerge limpidamente il vero motivo della stesura del romanzo, cioè la più innocente voglia di trasmettere ad un altro essere umano i sentimenti che pervadono un uomo ormai in pace con il Mondo e con Se stesso.

“Fai bei sogni” è capace di far sussultare emozioni del cuore spesso sopite e di far piangere ricordando una persona di cui ormai sono sopravvissute solo le nostre lacrime.

Vito Alberto Lippolis – V B Liceo Classico

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