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“I CORIANDOLI NEL DESERTO” DI ALESSANDRA ARACHI

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alessandra-archi-studentiOspite nell’aula magna del liceo classico “P.V. Marone”, nel pomeriggio di venerdì 23 novembre, la giornalista e scrittrice Alessandra Arachi per presentare il suo ultimo lavoro “Coriandoli nel deserto” edito da Feltrinelli.

Attraverso le curiosità dei presenti e dello stesso preside Rocco Fazio, che ha presentato la scrittrice dinnanzi a un’aula gremita di studenti, rivivono i personaggi del fisico Enrico Persico, grande amico e collaboratore del nobel Enrico Fermi, e della donna che rapì il cuore di Persico, Nella Mortara, la donna “invisibile” dell’istituto di via Panisperna, perché Fermi non la citò mai negli esperimenti condotti con il suo gruppo di collaboratori.

Un libro che parla degli ultimi giorni di vita di Enrico Persico, che attraverso i ricordi racconta la sua vita al fianco dell’amico Enrico Fermi, e i alessandra-archi-spiegasuoi rimpianti, tra cui quello di non aver mai dichiarato il suo grande amore per Nella Mortara.

Siamo negli anni della dittatura fascista e Nella Mortara rappresenta una figura rivoluzionaria, era una donna laureata in fisica e docente in ateneo “saliva e scendeva dagli aerei come da una bicicletta” racconta l’autrice.

Dal libro, spiega il preside, emerge la sofferenza di Enrico Persico considerato sempre come “l’eterno secondo”, portava su di sé il peso di condividere lo stesso nome dell’amico e l’amore per la donna da lui amata, e rivolgendosi all’autrice le domanda: “Come mai un libro su Enrico Persico?

alessandra-archi-fazio2Non ho mai amato i vincitori”, afferma l’autrice, “e volevo trovare un punto di vista inedito di un uomo che è stato accanto ad Enrico Fermi”.

Il titolo del libro richiama un esperimento, racconta la giornalistaNel deserto di Almagordo, nel Nuovo Messico provò la bomba test. Tirò in aria dei coriandoli per misurare la potenza della bomba e dallo spostamento di questi coriandoli ne trasse la misurazione”.

Nella sua esegesi il prof. Leopoldo Attolico definisce il libro un prodotto letterario sui generis, in quanto l’autrice è stata abile nel mettere sullo stesso piano l’attenzione per ciò che è scientifico e ciò che è sentimentale, coriandoli-e-attolicoinoltre al libro il merito di aver umanizzato una delle figure che nel nostro immaginario collettivo sono considerate dei “mostri”, l’autrice, invece, ci ripropone un Enrico Fermi da un punto di vista più umano. Il lavoro della scrittrice, continua il professore, è un lavoro certosino basato sulla ricerca, sulla ricostruzione storica e ha comportato un impegno nel raccogliere testimonianze e documenti. Riprendendo il discorso del professore, l’autrice spiega che il lavoro di ricerca è stato il più bello, ed è nato dal desiderio di raccontare la Fisica e la vita di un uomo considerato l’ombra di Fermi. In una lettera immaginaria all’amatissima Nella Persico scriverà: “Non gli ho parlato mai. Ho sempre annuito, con lui”. E ancora: “Ho vissuto nell’ombra. Che è molto peggio del buio“.

(Foto a cura della Redazione di GioiaNet)

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