FRATRES E ADMO – “DONAR…SI É POSSIBILE”-foto
“I produttori si pubblicizzano da soli, abbiamo un prodotto fornito da madre natura e pubblicizziamo il magazzino”.
Con queste parole scherzose Giorgio Gasparre, presidente della locale sezione della Fratres, spiega ai presenti le motivazioni dell’incontro.
“Abbiamo pensato bene di progettare un momento di pubblicità per la Fratres e l’ADMO, ma è difficile riempire gli spazi, perché veicolare il messaggio della gratuità, non passa…!”.
L’incontro organizzato il 25 novembre nel Chiostro di palazzo San Domenico con lo scopo di sensibilizzare attraverso la presenza dei vertici provinciali e regionali sul tema del dono, ha registrato l’assenza delle istituzioni e di buona parte dei 239 iscritti, nonostante la formula conviviale dell’aperitivo, alle 11 di domenica.
All’incontro hanno partecipato per la Fratres il Presidente provinciale Giacinto Giorgio e il Consigliere nazionale Giovanni Paglionico, per l’ADMO il Presidente regionale Roberto Masciopinto e il responsabile della sezione locale Francesco Badagliacca.
Masciopinto, da 20 anni nell’associazione, entra subito in tema.
“Il problema della donazione è la compatibilità. Solo un donatore su 125mila ha questo requisito. I potenziali donatori di midollo osseo pugliesi sono poco più di 17mila e fino ad oggi le donazioni totali sono state 71. Per effettuare un trapianto di midollo osseo un adulto ha bisogno di 40 sacche di sangue, va da sé che senza donatori di sangue non si potrebbe andare avanti. Ho avuto la fortuna di vivere una esperienza diretta – continua Masciopinto – un bel momento, che equiparo alla nascita delle mie figlie. Nel gennaio del 2007 ho donato ad un bambino il midollo osseo prelevato dalle creste iliache. Questo bimbo lo penso come un terzo figlio, il maschietto mai avuto. Mi ero iscritto sei anni prima nel registro pugliese dei donatori, nel 2001, attraverso la semplice donazione del sangue. Tengo a precisare che se ci sono rischi per il donatore, il prelievo non avviene. Nei giorni che hanno preceduto la donazione avevo il terrore di ammalarmi e non poter donare, mancando la donazione quel bimbo sarebbe morto”.
Per il dottor Francesco Badagliacca precisa che la varietà genetica presente in Italia e in Puglia in particolare – terre di conquista che in passato hanno accolto numerose e diverse etnie -, rende estremamente difficoltoso trovare un donatore compatibile tra i 100mila iscritti, quindi esorta i giovani ad avvicinarsi alla cultura della donazione dall’età di 18 anni. Fino ai 55 si è donatori, ma il turn over necessità di ricambi generazionali, per evitare il ricorso ai registri internazionali. Precisa che da iscritti non c’è l’obbligo della donazione, anche se l’impatto psicologico nel momento in cui si viene chiamati perché compatibili e poi ci si nega, è deleterio. Le tecniche sono molto migliorate, attraverso l’aferesi si dona con una semplice trasfusione e la ricerca rende più semplice l’atto della donazione.
Giacinto Giorgio – Presidente provinciale – conferma il secondo posto della Puglia tra le regioni più “generose” nella donazione con incarichi di responsabilità, ricorda Monsignor Magrassi che per primo, al fine di debellare il mercato del sangue, istituì la prima cellula della Fratres a Bari.
“Oggi è una delle regioni che ha quasi raggiunto l’autosufficienza – afferma Giorgio – questo perché abbiamo capillarmente sensibilizzato docenti e alunni nelle scuole. La donazione è anonima, volontaria, gratuita e responsabile. Dobbiamo aver cura di noi, impegnarci a rispettare uno stile di vita. Il problema non è iscriversi, ma essere convinti di farlo.”
Giovanni Paglionico – da 25 anni nella Fratres -, confessa di aver superato l’opacità, la chiusura d’animo attraverso la donazione. Dà atto a Magrassi di essersi speso nel coinvolgimento del mondo cattolico anche attraverso conoscenze e amicizie, diffondendo il valore della donazione.
“Tra di noi non c’è antitesi, abbiamo questa caratteristica che ci contraddistingue. Sono stato sensibile al richiamo della società civile, abbiamo operato nelle scuole, nelle parrocchie. Abbiamo anche dato un certo ordine e fin dall’inizio abbiamo operato a favore del bene comune, offrendo un contributo anche all’ADMO. Siamo una Onlus, senza interessi economici, il nostro contributo nasce dal cuore. Nei giovani abbiamo trovato un terreno fertile, ora dobbiamo essere al passo con i tempi, e rendere più agevole il compito del donatore e dei volontari attraverso i sistemi informatici.”
Conclude, quindi, il suo intervento portando il saluto del Presidente nazionale Luigi Cardini.
Tra il pubblico anche una giovanissima donatrice di quasi due anni. La piccina ha donato il cordone ombelicale grazie alla sensibilità dei suoi genitori.
Il successivo assalto al buffet per gustare insieme all’aperitivo rustici, panzerotti e focaccia, ha restituito ai presenti il buonumore necessario per sorridere e … far buon sangue!