PREMIO DA PRIMATO IN ONORE DI PASQUALE CASTELLANETA-foto
La prima edizione del Premio Nazionale di pittura “Pasquale Castellaneta”, indetto dall’Associazione Culturale “Cuber Art”, tenuta a battessimo in una gremitissima Sala de Deo, vanta un primato per partecipazione di artisti (davvero tanti) e pubblico.
In attesa della premiazione che si terrà il 23 dicembre alle ore 18 nello stesso luogo, nel pomeriggio di domenica, 16 dicembre, Umberto Colapinto – presidente della Cuber Art, mente e cuore del concorso – ha accolto il pubblico ringraziando gli artisti che hanno aderito all’iniziativa, esternando la sua commozione al ricordo di Pasquale Castellaneta ed esprimendo il rammarico di aver dovuto sostenere con le sue sole forze l’organizzazione dell’evento, superando non pochi ostacoli burocratici e logistici.
Ogni premio in palio è un suo “dono” alla città ed alla memoria dell’amico scomparso, in quanto né la Provincia né il Comune hanno potuto concedere alcun contributo.
“Ho garantito la sala perché conosco Umberto – dichiara il sindaco Sergio Povia nel suo intervento, poco prima di recarsi al Circolo Unione per assistere ad un concerto lirico – non è facile trovare cifre utili, a tanti abbiamo dovuto dire di no. Fino a marzo, inoltre, non potremo disporre del gettito dell’IMU…”.
Per Claudio De Leonardis una amara constatazione: “Si sacrifica la Cultura alle necessità cogenti dei servizi sociali, nonostante questa ingentilisca gli animi. Ho apprezzato la tenacia di Umberto, con il poco apporto riuscirà ad ottenere risultati egregi. Come Provincia coniughiamo strutture provinciali con l’Arte. Abbiamo portato artisti all’interno di santa Scolastica, con Montmatre opere d’arte sono state esposte nelle vetrine di via Sparano… Siamo convinti che la prima gratificazione per un artista è che le sue opere siano viste ed apprezzate. Facciamo in modo che luoghi di comune utilizzo diventino contenitori d’arte. Con maggiore programmazione si potrà fare di meglio”.
La giornalista Anna Sciacovelli ha dedicato una sua accorata riflessione a Castellaneta.
“Umberto Colapinto in arte Cuber – afferma la giornalista -, ha voluto ricordare e gratificare un amico di ogni giorno, Pasquale Castellaneta il quale, mentre adempiva al proprio lavoro di figaro, chiedeva delucidazioni in merito alla pittura che l’amico artista Umberto professava ormai da circa trent’anni. Si avvicinava al mestiere dell’artista in punta di piedi, informandosi su tutto quello che parlava di Arte”.
Anna Sciacovelli pur non avendo mai incontrato Castellaneta è riuscita a leggerne “l’anima” attraverso le opere, dipingendo a sua volta uno suggestivo profilo dell’uomo e dell’artista autodidatta che di seguito riportiamo, destando non poca commozione nella signora Castellaneta e tra gli amici sparsi tra il pubblico.
“Nella barberia di Pasquale Castellaneta, ritrovo naturale dei residenti del quartiere nella sua città Gioia del Colle, in attesa di sbarbarsi, si parlava di politica, di lavoro, di lirica, di tenori di grido, dei film che si potevano vedere in televisione.
Di quella famosa stecca presa dalla cantante lirica tal dei tali in un’aria, del “Rigoletto”, di una famosa star della televisione, che inaspettatamente ha mostrato il disegno di una farfalla in un punto proibito, di attori emergenti, ma in modo speciale si parlava d’arte.
Spiegatemi ma cosa dite? Di cosa state parlando? In una barberia si parlava d’arte? Sì d’arte. Di arte pura, scritta a lettere cubitali, sulle pareti della sala d’attesa, stampe di quadri, i più disparati di artisti sconosciuti, pendevano dalle pareti della saletta.
Gli avventori a gran voce parlavano discutevano e affrontavano a spada tratta i diversi pareri dei presenti su pittori famosi e inconfutabili artisti vissuti a cavallo tra il settecento e l’ottocento.
Spesso qualcuno parlava di maestri irraggiungibili, come: Giotto, Michelangelo, Botticelli e Fenoglio, per la loro abilità e perfezione nel disegno, nella pittura e che gli stessi non potevano essere comparati e paragonati ad altri. Mentre su Renuar, Picasso, Degas, Gaughen, Fontana o altri più vicini a noi, si poteva discutere sul loro modo di dipingere e di agire. Questi ultimi, pur avendo lasciato tracce del proprio vissuto, ognuno a suo modo, avevano delle peculiarità che deformavano la visione di un artista, figura che si stagliava netta, nella visuale di Pasquale Castellaneta.
Castellaneta, nativo di Gioia del Colle, era un valente pittore, amava le cose semplici della vita, ma nascondeva ai più, il suo amore viscerale per l’arte.
Questa sua propensione per l’arte, forse non condivisa da altri della sua famiglia, spesso lo rendeva taciturno e pensieroso, si accingeva ogni giorno, per sbarcare il lunario e vestire i panni di “Figaro” allegro vivace con i suoi clienti ed estimatori, ma tutto questo non bastava a dargli la giusta carica per intraprendere la strada dell’arte.
Le sue opere sono i vicoli, le corti, le balconate, gli angoli più nascosti della città natale. Dopo aver svolto il lavoro quotidiano, dismetteva i panni del “Figaro” barbiere eccellente, e si dedicava al suo hobby preferito, si dilettava a riportare sulle tele il vissuto degli altri.
Una finestra, dove un’antica pianta, tentava di arrampicarsi al supporto più alto, un balcone fiorito di gerani, una donna con una brocca alla fontana, un’arcata o un’altana, dove il fico selvatico aveva germogliato da poco.
Spesso per incertezza, fermava il lavoro sulla tela senza vergogna, preferiva chiedere il parere a un amico, pittore e molto più esperto nell’arte, più addentrato nella materia, si lasciava consigliare ascoltando serenamente il consiglio, poi a tempo debito lo metteva in pratica, felice di essere stato capito e di sentirsi apprezzato.
Sulle tele la sua mano scivolava svelta, quasi dipingesse un volto conosciuto da sempre, un percorso semplice il suo, tra vicoli e strade note della sua città, non affrontava mai sconosciuti percorsi, dove gli incerti passi lo avrebbero fatto inciampare, nei meandri di un labirinto sconosciuto.”
Applausi scroscianti hanno salutato il ricordo dell’artigiano, quindi Umberto – essendo ormai a fine serata – ha festosamente proposto a tutti di recarsi in pizzeria.
Si ringrazia Mario Di Giuseppe per i suoi scatti fotografici raffiguranti le splendide opere partecipanti.