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Politica

A CHE SERVE FAR POLITICA CON GLI… AFORISMI?

municipio gioia di notte

sezione pd gioia del colle Ho sempre pensato che i pensieri di grandi letterati, poeti, filosofi, politici del passato fossero un raffinato “intarsio” in articoli e discussioni, ancor meglio se inseriti ad inizio o fine scritto, per lasciare un colto “inciso” e far riflettere.

Sempre più spesso, però, noto che politici a corto di argomenti (spero non anche di idee) ricorrono ad aforismi per ricordare agli amici di facebook di “esserci” ed invitarli a commentare.

Un espediente che sinceramente mi lascia perplesso…  sassolini lanciati nel network senza neanche troppa logica e soprattutto senza legarli a un tema, un argomento che potrebbero anche arricchire la discussione.

Sicuramente ben più interessanti risulterebbero altre conversazioni, magari quelle avviate in whatsapp, con meno bibliche citazioni.

Ai cittadini che dalla politica e dai politici attendono risposte a problemi concreti, quale aforisma si potrebbe dedicare?

Eccone alcuni da proporre ai lettori:andrea mongelli e foto sezione pd

  • “Essere governato significa essere guardato a vista, ispezionato, spiato, diretto, legiferato, regolamentato, incasellato, indottrinato, catechizzato, controllato, stimato, valutato, censurato, comandato da parte di esseri che non hanno né il titolo, né la scienza, né la virtù”. Pierre-Joseph Proudhon, L’idea generale di rivoluzione nel XIX secolo, 1851.
  • “L’arte della guerra è l’arte di distruggere gli uomini, come la politica e l’arte di ingannarli”. Jean Baptiste Le Rond d’Alembert, Zibaldone di letteratura e di filosofia, 1753/67.
  • “Fingere di ignorare ciò che si sa benissimo e di sapere ciò che si ignora; fingere di capire ciò che non si capisce e di non capire ciò che si capisce benissimo; fingere di essere potenti al di là delle proprie forze; avere spesso da nascondere questo gran segreto, che non c’è nessun segreto da nascondere; sembrare profondi quando si è vuoti; darsi bene o male le arie di un personaggio importante; diffondere delle spie e stipendiare dei traditori; cercar di nobilitare la povertà dei mezzi con l’importanza dei fini: ecco che cos’è la politica”. Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, Il matrimonio di Figaro, 1778/84.MASSIMO-L'ABBATE
  • “Politica. Modo di guadagnarsi la vita simile a quello dei settori più squallidi della delinquenza abituale. Conflitto di interessi mascherato da lotta fra opposte fazioni. Conduzione di affari pubblici per interessi privati”. Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911.
  • “La politica è l’arte di servirsi degli uomini facendo loro intendere di servirli”. Louis Dumur, Piccoli aforismi, 1892.
  • “La politica è stata definita la seconda più antica professione del mondo. Certe volte invece trovo che assomiglia molto di più alla prima”. Ronald Reagan, su Chigago Tribune, 1975.
  • “Per quanto si tenti di nobilitarlo agli occhi della gente, occuparsi della “cosa pubblica” è un lavoro sporco, necessario ma sporco; e come quello di spurgare fogne, è un lavoro adatto a gente per nulla schifiltosa, che non teme né il puzzo né gli schizzi di liquame; anzi, a gente che, come i politici di professione, è fatta per sguazzarci dentro”. Giovanni Soriano, Malomondo, 2013.
  • “La politica è l’arte dei chiacchieroni”. Giovanni Soriano, Malomondo, 2013.

Massimo L’Abbate

“La migliore garanzia contro il ripetersi del fascismo è una Costituzione che dia vita asergio povia1d esecutivi forti e duraturi. Invece la nostra Costituzione, sbagliando, non ha seguito quella strada. Bisogna convincersi che quando un leader, alla testa di un partito, ottiene il consenso, democrazia vuole che egli abbia il diritto incontrastato di realizzare quel programma”. (Ernesto Galli Della Loggia).

“Tocca a noi guidare la macchina, tocca a noi che eravamo alle medie quando cadeva il Muro di Berlino, tocca a noi che ci siamo iscritti a Giurisprudenza dopo gli attentati di Falcone e Borsellino, tocca a noi che siamo cresciuti cittadini globali orfani della politica”. (Matteo Renzi)

Sergio Povia

E’ Natale da fine ottobre. Le lucette si accendono sempre prima, mentre le persone sono sempre più intermittenti. Io vorrei un dicembre a luci spente e con le persone accese”. (Charles Bukowski)  

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