UN ANGELO HA SPICCATO IL VOLO… DOMENICO DIGREGORIO
“Quando gli angeli spiegano le ali, lasciano sulla terra lacrime di vita. Un pianto d’amore li accompagnerà in eterno.”[Susanna De Mattia]
Ed un angelo dal dolcissimo sorriso nella notte del 9 aprile ha spiccato il volo dal 6° piano di un palazzo, portando con sé, nel baratro di una profondissima, inaccettabile, dilaniante disperazione, i suoi cari.
Una famiglia speciale, unitissima, generosa, un esempio di dedizione e umiltà, legata ai valori e stimata da tutti, così come speciale è Domenico Digregorio, 23 anni, studente presso la facoltà di Ingegneria del Politecnico barese.
Ed è in questa città che Domenico vive, studia, sogna, spera…. Divide con suo fratello Lino l’appartamento, a pochi chilometri da casa, da mamma Anna Lia e papà Vito, da suo fratello Alessandro, dai nonni, dagli amici del Liceo Canudo che lo ha visto brillante studente.
Un ragazzo di cui tutti conservano splendidi ricordi… dolce, affettuoso, poco estroverso, riservato, sincero.
Il suo sguardo è pieno di luce, una rara sensibilità trapela tra le ciglia socchiuse, forse in essa il vulnus attraverso cui si è insinuata una virale inquietudine, nubi che pian piano hanno offuscato la gioia di vivere, rendendo ancor più fragile l’animo.
Domenico deve difendersi e combattere un nemico subdolo, pronto a tendere agguati, ad alimentare insicurezze, ad ingigantire quelle tante, piccole sconfitte di cui la vita è costellata. Un nemico difficile da identificare, schermato dai pensieri, nascosto nell’ombra, un nemico che si nutre di inquietudini con rapace avidità e sa generarle. Un nemico che conosce ogni fragilità, ogni anfratto della mente… smarrirsi nei meandri della sua oscurità è facile quanto per lui ghermire la speranza e frantumarla, lasciando dentro un desolato vuoto colmo di nulla.
Domenico non è mai stato solo in questo percorso, accanto a lui tanto, infinito amore e dedizione. Eppur un solo attimo di cedimento è bastato perché quella buia presenza, con i suoi neri presagi, prendesse il sopravvento, spegnendo ogni scintilla di luce.
Poco se non nulla possono le parole, quando l’assenza strazia e dilania e i ricordi tornano, abrasivi come sale su ferite sanguinanti.
Nulla può colmare il vuoto, nulla può lenire un dolore così grande da spegnere a sua volta la gioia di vivere in chi quella vita l’ha generata, nutrita, cullata, amata e protetta da mille pericoli, ma non dal disarmante volo che solo forti ali avrebbero potuto sostenere.