RIFORMA COSTITUZIONALE: COSA NE PENSANO I CANDIDATI SINDACI?
Sabato 28 maggio in via Roma Marilù Barbera e Tonia Scarnera dell’Associazione “Legalità e giustizia” hanno dialogato con cinque dei sette candidati sindaci al Comune di Gioia sul tema del Referendum Costituzionale previsto per ottobre 2016.
I candidati intervenuti sono stati Anna Curci, Vito Falcone, Vito Lovero, Donato Lucilla e Donato Paradiso. Per quest’ultimo il Referendum non è veritiero, anzi riduttivo, in quanto si “risolverebbe” una serie notevole di questioni con un semplice sì o no, lo stesso auspica che nei prossimi mesi ci sia la possibilità di approfondire tali temi.
Riguardo il ruolo dei sindaci, per Paradiso dovrebbero realizzare un confronto serio e democratico con i cittadini su questi temi.
Per Anna Curci la riforma pur presentando aspetti positivi, presenta una serie di aspetti oscuri, uno di questi è la fine del bicameralismo perfetto: una riduzione del numero dei membri dai 315 attuali a 100, favorendo così un accentramento di potere a livello centrale, per la Curci la riforma è necessaria ma non in questi termini. Vito Lovero non usa mezzi termini: “questa riforma è una porcata”, non vi sono aspetti positivi, ma solo una certa attenzione alle logiche di partito. Si indigna di fronte alle affermazioni del Ministro Boschi, che Lovero chiama semplicemente signora, per il candidato Cinquestelle la riforma è piena di contraddizioni anche sintattiche.
Interviene Tonia Scarnera riportando i candidati al vero focus del confronto, ovvero qualora diventassero sindaco in che modo pensano di far fronte ad una possibile vittoria del sì che vedrà i sindaci come esattori più che erogatori di servizi. Per Lovero sta nella bravura del sindaco fare il meglio che si può con le minime risorse disponibili, dato che tutto sarà centralizzato, anche le decisioni in materia ambientale (es. ILVA, trivelle).
Luca Marotta chiede ai candidati secondo loro come potrebbe impattare la riforma sulle finanze di Gioia del Colle, con ulteriori tasse e zero servizi? Per Vito Falcone gli aumenti delle tariffe locali sono derivati dall’imposizione del governo centrale e la stessa riforma inciderà in maniera ancora più negativa. Le possibili soluzioni per Falcone possono essere una riduzione della spesa pubblica anche grazie ad un maggiore accesso all’istituto della mediazione civile riducendo così inutili e dispendiosi contenziosi legali; riduzione dell’IMU agricola, per risollevare il cuore pulsante della città e valorizzazione del centro storico.
Marilù Barbera chiede quanto l’esternalizzazione del servizio di gestione rifiuti alla CERIN ha inciso sull’aumento delle tariffe: Falcone afferma che quello che ha influito è la riduzione dei responsabili dell’Ufficio Tributi da 16 a 4 e che gli stessi si sono trovati oberati di lavoro, a questo si aggiungono i disguidi dovuti anche al cambiamento dei nomi delle tariffe, per Falcone in conclusione, l’esternalizzazione non ha inciso in quanto i costi della società CERIN erano inferiori ai costi del personale.
Per Donato Lucilla il problema sono le assunzioni mai proposte che all’epoca si sarebbero potute realizzare, intervenire sulla gestione della spesa è l’unica via per ridurre la tassazione sulla collettività. La soluzione per Lucilla è il controllo della spesa, limitando i costi della politica per ridurre così sprechi ed inefficienza. Quello che preoccupa il candidato Paradiso sono gli effetti generali che la riforma porta con sé, quello che poi riguarda in particolare il Comune di Gioia è il non poter investire pur avendo risparmi accumulati. Per la candidata Curci non è la riforma in sé che comporterà una riduzione dei trasferimenti alle casse comunali, ma l’ottimizzazione delle risorse umane, solo impegnandosi in una seria lotta agli sprechi si potrà far fronte alle varie necessità. Di simile avviso sembra essere anche Lovero per il quale la soluzione è quella di razionalizzare le poche risorse disponibili, tagliando le spese e perseguendo un’etica economica e contributiva.
In conclusione Tonia Scarnera ringrazia i candidati sindaci presenti ed informa tutta la comunità che fino ad ottobre realizzeranno, come associazione, altri incontri anche con banchetti per raccolta firme, ricordando, inoltre, che fino al 20 giugno bisognerà raccogliere cinquecentomila firme per realizzare a febbraio 2017 un referendum contro l’Italicum. Ribadisce il loro fermo appoggio al no al referendum costituzionale per non perdere il lavoro dei nostri padri costituzionali. Saluta tutti con le parole del prof. Vito Vinci che si è battuto tanto per la legalità a Gioia: “la rotta fu tracciata dai nostri padri costituenti, sarà sufficiente leggerla e qualcuno ne ha proprio bisogno”.