SPERIMENTAZIONI RIFIUTI PERICOLOSI. CONTINUA DIATRIBA
Un fulmine a ciel sereno si è abbattuto sulla vicenda delle sperimentazioni, da effettuare anche sui rifiuti pericolosi, richieste alla regione Puglia, e di conseguenza al Comune di Gioia del Colle, dalla triade Itea-CCA-Ansaldo Nucleare, le ultime due misteriosamente non più nominate in alcun documento. Un fulmine che avrebbe dovuto mettere tutto in discussione, al punto da convincere le forze politiche interessate ad effettuare un passo indietro ma, a quanto sembra, così non è stato se è vero, come è vero, che nell’ultimo Consiglio comunale la maggioranza ha lanciato la patata bollente in casa ASL Bari, rimandando di fatto la decisione sulla richiesta di auto convocazione presentata dall’opposizione, a data da destinarsi. Una Asl che comunque era stata interessata fin dall’inizio di questo procedimento di autorizzazione, come si evince dai documenti pubblicati.
Su un dato emerso anche in Consiglio non ci sono dubbi: L’Itea sperimenta da 11 anni, sceglie da chi farsi “misurare” le emissioni e le comunica all’ARPA che, a sua volta, le prende per buone (non sempre ha effettuato i controlli, fermi al 2009) salvo poi farsi venire lo “scrupolo” e dare parere negativo alle successive sperimentazioni, guarda caso “assolte” perché in uso nuove tecnologie (salvo scoprire che l’impianto è sempre lo stesso dal 2004). E l’Amministrazione scivola sulla classica buccia di banana, premendo l’interruttore e dando il VIA con una ingenuità che potremmo assolvere, se non si perseverasse nel difendere “costi quel che costi” un provvedimento che in altri tempi, magari seduti sugli scranni della minoranza, non si sarebbe esitato a bocciare, definendolo pericoloso. Così come ingenua appare la proposta dell’assessore al ramo Paolo Cantore. Il controllo deve essere preventivo, non successivo… a cancelli aperti con i buoi scappati. Chiediamoci (e chiediamo all’Arpa ed alla Regione) perché non hanno ritenuto opportuno effettuare controlli in questi ultimi anni? Ma soprattutto chiediamo ai cittadini cosa ne pensano? Se la sentono di continuare a far da cavie e respirare anche quel che le prossime sperimentazioni getteranno nell’aria con i più sofisticati sistemi presenti in una struttura in completo stato di abbandono ma guarda caso profumatamente super finanziata proprio dalla Regione? Vogliamo credere alla “favola” di emissioni salubri quanto un aerosol?
FATTI NON CHIACCHIERE
Evidentemente non è bastato il parere contrario dell’ARPA Puglia, da qualcuno dell’amministrazione definito “non vincolante”, da altri (Città Metropolitana) non più attuale, espresso in data 26 gennaio 2017 (il giorno dopo la concessione del VIA libera da parte dell’Amministrazione comunale), in sede di Conferenza dei Servizi con cui l’Ente preposto ai controlli ambientali regionali, si presume dopo aver verificato i dati degli ultimi 10 anni (chi li ha visti?), abbia deciso improvvisamente: “date le criticità evidenziate nel corso delle attività pregresse sull’impianto in questione”, di dare il suo parere negativo, ritenendo addirittura: “sconsigliabile procedere ad ulteriori autorizzazioni per sperimentazione di questo tipo”.
Come mai farlo solo oggi se le sperimentazioni si effettuano da anni sul nostro territorio, per l’esattezza all’interno dell’ex Termosud-Ansaldo, in una zona destinata nel lontano 1976 esclusivamente (ma solo sulla carta del PRG) a Zona D1?
Ma soprattutto, come mai gli ulteriori Enti preposti, Città Metropolitana e Regione Puglia, non ne hanno tenuto conto visto e considerato che in date successive hanno rilasciato pareri favorevoli, quindi opposti a quello dell’ARPA il cui compito specifico dovrebbe essere esattamente quello di vigilare e rilevare anomalie che porterebbero anche all’annullamento delle autorizzazioni concesse? Perché nessuno ne ha tenuto conto? E se i pareri dell’ARPA, arrivati a questo punto, sono da considerare inutili, a che (o sarebbe meglio dire a chi) serve la sua “presenza”?
Forse è per questo che in tutti questi anni sul suo sito non c’è la minima traccia di rilevazioni effettuate sul nostro territorio? Qualcuno l’ha definito “cono d’ombra” (assessore all’ambiente Paolo Cantore).
E se la sua presenza è così irrilevante, visto che a decidere è comunque l’organo politico, perché la stessa politica si affida ad un inutile Organo Istituzionale considerato, ma solo sulla carta, di controllo? Solo per crearsi una ulteriore cortina di protezione, una sorta di fumo negli occhi, tale da coprire quello che sarà emanato nell’aria? Perché i politici ci chiedono di essere tranquilli, di fidarci di loro se, dopo quanto accaduto fino ad ora, è doppiamente sconsigliabile essere fiduciosi e tranquilli? Il classico canto delle sirene e questa amministrazione, fatta di persone perbene, rischia di trovarsi invischiata tra gli interessi in gioco cui “altra” politica, quella in passato condannata e tutt’ora in auge a livello regionale e nazionale, continua a sottostare o ad alimentare.
19 GENNAIO 2011 – L’AMMINISTRAZIONE AUTORIZZA LA SPERIMENTAZIONE
E mentre c’è chi si preoccupa seriamente di tutto ciò, ne va del proprio futuro e di quello dei propri figli, c’è chi di contro si barcamena nel difendere anche l’indifendibile.
Ovviamente anch’essi – politici ed ex amministratori della cosa pubblica -, sono sempre più interessati a gettare polvere sui loro avversari e intenti a toglierla dal loro passato, pur sapendo di essere stati “complici” di questa situazione se è vero, come è vero, che nel corso della loro presenza, lì nel palazzo, hanno concesso, in questo caso con Determinazione n.29 del 19/01/2011, l’assenso alla sperimentazione sui “Rifiuti solidi provenienti dalle operazioni di bonifica contenenti sostanze pericolose”.
Sperimentazione effettuata per conto dell’ENI Syndial quando la loro Amministrazione era ancora in carica visto e considerato che la sua caduta fu decisa da alcuni suoi rappresentanti mesi dopo, il 28 ottobre 2011.
Ciononostante, a differenza dell’attuale Amministrazione e in controtendenza con il passato, hanno deciso di continuare la loro azione di difesa della salute pubblica organizzando una raccolta firme per una petizione popolare, tuttora in atto, per dire NO alla decisione ormai irreversibile presa dalla maggioranza di dare il VIA libera alle sperimentazioni “dal punto di vista urbanistico ed edilizio…(omissis)… condizionato alla non nocività dell’attività considerato che l’impianto risulta ubicato nelle immediate vicinanze dell’abitato”. Cancellando in un sol colpo gli effetti negativi prodotti sull’ambiente, sul territorio e probabilmente sulla salute dei gioiesi, da oltre dieci anni di sperimentazioni che la stessa Arpa aveva riconosciuto sconsigliandone oggi la prosecuzione.
Inoltre, se è vero, come è vero, che la richiesta di Itea di “avvio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell’art. 23 del D.Lgs.152/2006 e ss.mm.ii. di un Impianto sperimentale di ricerca e sviluppo della tecnologia di ossicombustione “flameless” applicata ai rifiuti pericolosi e non pericolosi”, al fine di estendere “anche su partite di rifiuti pericolosi” le attività di sperimentazione condotte nell’impianto gioiese, era stata acquisita dalla Sezione Ecologia della Regione Puglia nel mese di dicembre 2015 (prot. n. AOO_089/17493 del 28.12.2015), come mai in oltre un anno non si è proceduto a verificare se era o meno il caso di dire “NO”, visto e considerato che “le procedure di V.I.A. hanno lo scopo di prevedere e stimare l’impatto ambientale dell’opera o intervento, di identificare e valutare le possibili alternative, compresa la non realizzazione dell’opera o intervento, di indicare le misure per minimizzare o eliminare gli impatti negativi”?