Sperimentazioni ITEA e CCA. Più controlli e chiarezza/video
C’è chi si dissocia e dopo aver lanciato la pietra nasconde la mano e chi contraddice quanto da noi denunciato con foto e video che testimoniano il funzionamento non di una, ma di ben due, c’è chi sostiene siano tre, ciminiere presso lo stabilimento ex Ansaldo di Gioia nella giornata di martedì 14 gennaio 2020, pubblicando dichiarazioni provenienti dalla direzione (quella dell’Itea Spa, ma chi di preciso si assume la responsabilità di quanto dichiarato?) in evidente contrasto con quanto percepito da ben due sensi: vista e olfatto, come testimoniato dai residenti.
Come stanno esattamente le cose? Il Comitato nascente ha preso provvedimenti? L’Amministrazione ed il sindaco Mastrangelo, responsabile della salute dei cittadini, hanno richiesto controlli da parte della Forestale e dei Carabinieri e misurazioni in loco dell’Arpa? Ricordiamo che proprio i Carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) di Bari nel febbraio 2019 misero sotto sequestro l’impianto Isotherm Pwr, gestito da quindici anni dalla società Itea Spa all’interno della AC Boylers Spa di Gioia del Colle (ex Ansaldo e Termosud), dopo che vennero rinvenuti fanghi acidi, residui di reazioni chimiche industriali ed una serie di composti cancerogeni e mutageni del feto materno. Fonti attendibili hanno dichiarato che si è trattato di un “sequestro con facoltà di utilizzo”, il che spiegherebbe il funzionamento della ciminiera incriminata, accensioni di cui comunque andava dato preavviso.
Alla luce dei dati forniti dalle analisi del professor Roberto Cazzolla Gatti sull’incremento esponenziale di mortalità per tumori [Decessi per tumore a Gioia. Risultati primo studio epidemiologico] e sulla presenza di inquinanti chimici nell’aria rilevati dalla stessa Arpa [Gioia del Colle. Rilevazioni ARPA. Facciamo un po’ di chiarezza!], si invita il sindaco Mastrangelo che all’epoca espresse il proprio dissenso nei confronti della sperimentazione, ad attivarsi senza perdere ulteriore tempo. Se la Regione e la Asl non rispondono e fanno “orecchie da mercante”, un sollecito è d’obbligo. E’ passato più di un mese dalla richiesta di convocazione da parte dell’opposizione del Consiglio comunale monotematico protocollata il 23 dicembre per discutere di salute e ambiente. E intanto ogni giorno è un bollettino di guerra: non si contano più i casi di persone, molte delle quali giovani madri, che scoprono di avere un tumore, e tacciare di allarmismo o terrorismo ambientale in un simile contesto, vuol dire essere fuori dalla realtà.
Stando a quanto dichiarato dalla “direzione”, dal giugno 2018 non si “sperimenta” più nulla nell’Itea, tenuta fin dal suo insediamento a comunicare ogni accensione. Sarebbe anche il caso di chiedere al Centro Combustioni Ambienti (CCA), azienda che da decenni effettua sperimentazioni sulla fiamma, per produrre energia tramite la combustione, cosa esattamente viene bruciato nella sua area sperimentale di circa 15000 mq, e con quali permessi.
Ricordiamo, inoltre, che in questo mese scadono le autorizzazioni ambientali e che fino a quando non sapremo cosa esattamente viene bruciato da decenni su Gioia, l’attenzione va tenuta alta. Massima cautela, quindi, da parte di Comune e Regione, nel rilasciare permessi. Se poi le emissioni dovessero risultare altamente salubri e non dovessero aver nulla a che vedere con l’incremento di inquinamento chimico, malattie respiratorie e tumori, saremo i primi a ricrederci.
Ai cittadini che risiedono in zona un suggerimento: se notate emissioni sospette o anche a fronte di un ragionevole dubbio, chiamate gli agenti della Forestale e i carabinieri affinché possano fare accertamenti in flagranza ed appuntate le date delle emissioni di fumi dall’impianto così da poter poi verificare cosa la centralina Arpa ha rilevato in quel momento. Infine, ai nostri amministratori e a chi di competenza un consiglio: di far effettuare delle rilevazioni del suolo e sottosuolo, non solo alla qualità dell’aria.