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Rosario Milano lascia la Bottega per costituire un gruppo autonomo

Milano-Rosario

Rosario-Milano Il 9 novembre scorso il consigliere Rosario Milano ha comunicato al Direttivo della Bottega la decisione di lasciare il gruppo e costituirne uno autonomo. Una scelta motivata dal non sentirsi più parte di un progetto in un contesto che al momento non si apre ad orizzonti più ampi, a dibattiti stimolanti e ad allargamenti della coalizione, come prospettato durante le elezioni.

Con una riflessione condivisibilissima sulla situazione attuale e sul contributo che la politica è tenuta a dare per far fronte ai danni causati dallo tsunami del covid-19, premessa doverosa anche per meglio chiarire le motivazioni della decisione di certo sofferta, Milano ha introdotto la sua decisione ed annunciato la nascita di un gruppo autonomo nel quale andrà a collocarsi all’interno del Consiglio.

Nel pieno del ritorno alle misure anti-covid più dure – dichiara Rosario Milano -, in questo momento così difficile per la nostra comunità, per le attività del nostro paese, per i lavoratori che rischiano di nuovo di rimanere a casa, voglio fare qualche riflessione che riguarda noi, la nostra città, il nostro lavoro nel Consiglio Comunale e la nostra attività politica più in generale.”

“Credo innanzitutto che tutte le decisioni che si stanno prendendo per prevenire i contagi e salvaguardare in questo modo la salute di tutti, siano necessarie. Sono convinto che in questo periodo così delicato, la salute delle persone più a rischio vada tutelata, e questo passa inevitabilmente per la necessità di ridurre il numero di contagi e quindi i contatti fra le persone.

Credo anche però che questo non vada fatto, ancora una volta, senza tener conto che le misure introdotte colpiranno maggiormente le persone più deboli sul piano della sicurezza del lavoro, di chi un lavoro non ce l’ha e, durante la pandemia, non ha modo di cercarsene uno, le piccole attività che non hanno la possibilità di adattarsi rapidamente ai limiti imposti dai recenti DPCM.”

“Solo a titolo d’esempio, ricordiamoci che durante il lockdown della scorsa primavera chiudere le attività ha significato che molte persone si sono affidate, per gli acquisti di ogni genere, a multinazionali come Amazon, che hanno visto ovviamente crescere a dismisura i propri profitti. Nessuna misura è stata adottata allora per prevenire questo processo ed evitare una così grande concentrazione di ricchezze nelle mani di pochi, e nessuna misura del genere è presente nell’agenda del nostro governo all’alba di questa seconda ondata.”

Nessuna garanzia viene data ai lavoratori precari, quelli che hanno contratti di lavoro talvolta più brevi della durata delle misure anti-covid, agli operatori della cultura e dello spettacolo che molto spesso vivono sulla base di contratti stagionali che sono andati inevitabilmente persi.”

Dobbiamo impegnarci invece a farlo, a formulare proposte che senza negare l’esistenza del virus o rifiutare le misure di prevenzione, riescano a leggere i problemi che questo lungo periodo di immobilità porterà nelle vite delle persone. Dobbiamo farlo guardando al breve, al medio e al lungo periodo, quando l’emergenza sarà passata e non vorremo trovarci a ricominciare la nostra normalità fra le macerie.”

“Potrebbe sembrare un ragionamento un po’ astratto, che non spetta a noi, ma anche nelle piccole comunità quale quella del nostro paese, e quindi per mezzo del nostro Consiglio Comunale, tanti piccoli passi possono essere compiuti in questa direzione, chiedendo che restino in piedi e anzi che vengano potenziate le strutture di sostegno al lavoro, i servizi ad oconsiglio comunalegni livello, che il welfare cittadino diventi la priorità dei prossimi mesi. Questa è una sfida che riguarda la ricostruzione della credibilità delle organizzazioni politiche e della classe politica.”

È necessario – prosegue – costruire nuovi strumenti della politica, che tornino a coinvolgere le persone, a metterle insieme e a farle discutere. Abbiamo bisogno di nuovi spazi di dibattito politico che riescano a leggere le grandi questioni dentro la società e i conflitti che la attraversano, come le troppe, enormi, insostenibili differenze fra i pochi troppo ricchi e i tanti troppo poveri, e la grande, improcrastinabile, questione ambientale.

È dentro questa necessità, dentro la voglia di ricominciare davvero a costruire un nuovo spazio della politica che ho preso una decisione che riguarda il nostro lavoro in Consiglio comunale e che mi auguro possa segnare la partenza di questo progetto.”

“Lascerò il gruppo consigliare della Bottega e ne costituirò uno autonomo. Sono convinto che questa scelta sia necessaria perché da troppo tempo non riesco più a sentirmi parte di qualunque progetto. Del resto, la prospettiva di costruire un gruppo politico allargato rispetto alle singole specificità è rimasta inattuata, la coalizione nata durante le elezioni non è mai esistita.”

“Le specificità hanno dominato il discorso pubblico a detrimento della unione di intenti. Non è mai stato possibile costruire un dibattito all’interno del gruppo e, men che meno, farlo con orizzonti ampi e sguardo più lungo del prossimo consiglio comunale o della prossima scadenza elettorale.”

“Non voglio tuttavia che questa scelta rimanga dentro il terreno della rottura. Spero invece che rappresenti uno stimolo ed un’opportunità da una parte per quanti e quante hanno intrapreso questo percorso con me e vogliano continuare a lavorare per migliorare il nostro paese, dall’altra per i soggetti politici dell’opposizione che vogliano raccogliere la sfida di un radicale cambio di rotta, che ci riporti ad essere efficaci nell’azione politica e nella costruzione di una comunità più larga della sinistra gioiese.”

Questo progetto – conclude -, che si concretizzerà nell’istituzione del nuovo gruppo consiliare, raccoglie già la partecipazione di tutti coloro che hanno contribuito al mio lavoro nel Consiglio Comunale, associazioni, partiti e singoli con cui in questi mesi abbiamo costruito le basi delle nostre battaglie politiche, con cui abbiamo fatto emergere i problemi dell’ambiente, della qualità dell’aria che respiriamo tutti i giorni, quelli con cui abbiamo cominciato ad analizzare tutti i paradossi legati al tema della riscossione dei tributi a Gioia, con cui abbiamo discusso di edilizia e piano regolatore. In un anno abbiamo posto le fondamenta di un ragionamento politico complessivo sul nostro paese, ma non è che l’inizio.

Ci impegneremo a dare seguito concretamente a queste parole, convocando, quando i tempi lo consentiranno, un appuntamento pubblico e un momento di partecipazione e attivazione per capire insieme, volta per volta, quale sia la strada migliore da percorrere.”

 

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