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DOP Mozzarella. Enzo Lavarra: “il meglio deve ancora venire”

mozzarella dop

131517124-207733360859781-1488979717814622766-n“In relazione al riconoscimento della DOP alla MOZZARELLA di Gioia del Colle riceviamo, e molto volentieri facciamo proprio, questo contributo da Enzo Lavarra. Enzo, che è stato fra l’altro uno dei fondatori della Bottega e promotore delle prime iniziative del sodalizio proprio sul settore lattiero-caseario, è stato uno degli attori determinanti per il conseguimento di questo importante risultato, sicuramente continuerà ad esserlo è noi insieme a lui ci faremo promotori di iniziative affinché la DOP sia un volano di ulteriore sviluppo delle comunità del territorio.

“Dal 10 Dicembre 2020, con l’iscrizione della Mozzarella di Gioia del Colle DOP nel registro delle denominazioni di origine protette della UE, la Puglia ha segnato un altro importante punto nel percorso virtuoso di valorizzazione certificata delle eccellenze del suo territorio. A noi, che ne conosciamo da tempo immemorabile le autentiche specificità, il riconoscimento può apparire scontato e doveroso, ma così non è stato e per questo occorre riconoscere in primo luogo il merito per il decennale lavoro su questo specifico dossier da parte del Gal terra dei Trulli e di Barsento e della ATS che unisce virtuosamente allevatori e caseifici in questo progetto comune. In virtù dei miei incarichi al Parlamento Europeo e al Ministero dell’Agricoltura, ho accompagnato il Presidente del Gal Stefano Genco nel suo progetto che ai più appariva visionario e velleitario, visti sia gli insuccessi dei precedenti tentativi dovuti ad una individuazione di un territorio di origine troppo ampio, sia alla invalicabile, in apparenza, dualità di posizioni sui prezzi del latte fra allevatori e caseifici del territorio DOP. Qui si innesta l’autorevolezza del Presidente ATS Pietro Laterza, da tempo rappresentante degli allevatori regionali, con la sua capacità di dialogare proficuamente con i caseifici del territorio, che a loro volta hanno inteso come la DOP non rappresentava una minaccia alla libertà di mercato quanto piuttosto un’arma aggiuntiva per guadagnare competitività sul sempre più importante segmento qualitativo e identitario di mercato. Ricordo con Stefano e Pierino gli innumerevoli incontri di lavoro,mozzarella dop lavarra emiliano a gioia le riunioni tecniche al Ministero con gli uffici Qualità, le verifiche preliminari a Bruxelles, le assemblee pubbliche nei paesi della DOP. Con l’intelligenza di non arroccarsi su denominazioni purtroppo a rischio, come Treccia della Murgia, e arrivando invece all’attuale designazione di origine che si incentra su Gioia del Colle, in virtù della denominazione storicamente già nota sul mercato, ma che coinvolge un ampio territorio effettivamente omogeneo. Doppiamente determinante il ruolo del Caseificio dei Fratelli Capurso, tanto per il ruolo pionieristico di produzione della mozzarella, tanto per la fornitura del materiale documentale storico-commerciale necessario per l’ottenimento del riconoscimento. Grande lungimiranza è stata espressa anche dai Sindaci del territorio, che pur di raggiungere l’obiettivo hanno dato via libera alla denominazione “Gioia del Colle”, arrivando ad una intelligente mediazione e sintesi che purtroppo altrove ancora non si manifesta, tenendo nel cassetto per esempio una importante DOP o IGP per la nostra ciliegia. A proposito di delimitazione territoriale, significativo in tal senso il lavoro del Prof. Michele Faccia dell’Università di Bari, con l’individuazione di quelle specificità che r131030593-2705224556455144-1753636131091493317-nendono unica la nostra Mozzarella DOP in virtù di uno specifico ambiente e percorso di filiera. Ogni volta, puntualmente, all’affiorare di una problematicità giuridica in apparenza insormontabile, la passione degli attori portava tutti a trovare soluzioni che si sarebbero rivelate poi la miglior difesa nel momento in cui, come previsto, sono arrivate opposizioni di soggetti molto potenti a livello sia nazionale che europeo. Dal mio canto, forte dell’esperienza altrettanto complessa ed esaltante del riconoscimento della DOP Pane di Altamura, ho profuso il massimo impegno a sostegno della disinteressata abnegazione dei soggetti promotori, con un ulteriore mio stimolo dettato dall’avere in Gioia del Colle la mia città natale. Ricordo ancora, agli esordi, una iniziativa della nostra associazione Pugliaeuropa nel Castello di Gioia del Colle con il Gal e gli attori della filiera che si confrontarono con l’amico dott. De Santis, allora a capo dell’ufficio DOP dell’Unione Europea. Su queste basi, non ho mai avuto dubbi che alla fine sarebbe arrivata la data del 10 dicembre 2020, il riconoscimento che rende onore e giustizia a secoli di sacrifici e duro lavoro da parte degli allevatori e caseifici di un territorio abituato a lottare da solo contro le asprezze di una Murgia, terra pietrosa che forgia il carattere di chi opera in questo territorio, creando un connubio equilibrato e sostenibile fra uomo e natura. Possiamo quindi finalmente esultare per questa mozzarella dopprima tappa e iniziare finalmente a lavorare per la promozione della DOP, integrando la mozzarella in un paniere territoriale ricco di altre DOP quali il pane di Altamura, i vini Primitivo Gioia del Colle e i bianchi Valle d’Itria, l’olio DOP terra di Bari, senza dimenticare l’interazione virtuosa con la “cugina” Burrata di Andria IGP. In tal senso, ho già ricevuto parole di sostegno alla rete da parte di Donato Giuliani, presidente del Consorzio vini doc Gioia del Colle.

Continuerò a garantire il mio personale impegno anche se scevro da incarichi istituzionali; l’amore autentico per la propria terra prescinde dai ruoli rivestiti e spinge sempre a rilanciare l’impegno, sulle ali di un entusiasmo che deriva anche dalla soddisfazione, per chi come me crede nella politica, di esser stato protagonista di un percorso in cui istituzioni e risorse pubbliche, locali ed europee, hanno favorito una esperienza virtuosa di sviluppo promosso dal basso.

“Ad maiora” a tutti i protagonisti, andiamo avanti, il meglio deve ancora venire!

Enzo Lavarra

 

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